Archivi del mese: Maggio 2010

Questa è una Notizia Interattiva, Punto!

Il New York Times ha creato Innovation Portfolio, spazio di interazione di straordinario interesse sotto il profilo editoriale sia in termini di rappresentazione della notizia che in chiave di offerta pubblicitaria.

Come viene spiegato in apertura della pagina d’inizio del percorso, Innovation Portfolio è una raccolta, tratta dalla nostra newsroom [del NYT], dei migliori percorsi interattivi concepiti per ispirare, facilitare, la conversazione relativamente allo storytelling ed al processo di comunicazione pubblicitaria.

Dopo la premessa di spiegazione si viene immersi, oserei dire travolti, positivamente, in una moltitudine di possibili percorsi che sono quasi impossibili a spiegarsi e che non posso che suggerire di provare.

Ho pensato di proporre alcune videate che illustrassero in parte il funzionamento.

La prima è relativa all’apertura generale, mentre le successive sono inerenti possibili  scelte che il singolo utente effettua.

Personalmente lavorerei su iniziative di questo tipo che mi pare abbiano il pregio, da un lato, di magnificare le potenzialità del web e, dall’altro lato, di consentire un percorso positivo di differenziazione della fruizione di informazione su carta.

Chiamiamola sinergia, chiamiamola convergenza se preferiamo, l’importante è non continuare a sprecare le occasioni che si presentano.

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I 1000 Siti Web più Visitati

Doubleclick ad planner ha pubblicato la lista dei 1000 siti web più visitati.

Il primo sito di notizie nella classifica è quello della BBC al 45esimo posto con 45 milioni di utenti e 2,5 milioni di pagine viste.

Tra i quotidiani primo  il New York Times,   83esimo nel ranking con 26 milioni di utenti unici e 600mila pagine viste.

Update: Come segnala Marco, nella classifica sono presenti 8 siti e portali web italiani. Il primo è Libero alla 232esima posizione.

Per quanto riguarda le notizie sono presenti Repubblica ed Il Corriere della Sera, rispettivamente in 545esima e 613esima posizione.

Può essere, infine, interessante rilevare come nella statistica, effettuata da Google, proprietaria di  Doubleclick ad planner, il motore di ricerca non compaia.

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Scegli una Notizia

Press Index, importante realtà internazionale, presente anche in Italia, attiva nel monitoraggio dell’informazione su stampa, web, radio e TV, dopo un periodo di incubazione in cui è stato accessibile solo ai beta tester, a cui ho avuto possibilità di partecipare grazie alla cortesia dell’amica Catepol, ha lanciato pubblicamente da due giorni Pick a News.

Il servizio on line ha una specifica localizzazione, personalizzazione, per il nostro paese.

Pick a News, scegli una notizia, si propone, da un lato, come una sorta di chiosco virtuale fornendo la prima pagina dei principali quotidiani francesi, inglesi, spagnoli ed italiani. Sotto questo profilo il servizio fornito è decisamente inferiore ad altri già disponibili, che offrono maggiore ampiezza e profondità.

E’ nel monitoraggio puntuale di un argomento, di una notizia, che invece si distingue positivamente il nuovo servizio lanciato, consentendo di trovare l’argomento di proprio interesse tra oltre 50mila fonti diverse, che è possibile selezionare per ampiezza scegliendo l’opzione che comprende tutti i media o, in alternativa, impostando la ricerca solo su uno di essi [giornali e riviste, internet e blog, TV e radio]. Se si desidera effettuare un monitoraggio permanente è possibile, registrandosi, ricevere una email alert ogni mattina sul tema, il personaggio, l’azienda, prescelti.

A titolo esemplificativo, la ricerca del termine edicole, effettuata al momento della redazione di questo articolo, fornisce 1996 risultati in tutti i media, mentre ricercando il termine editoria si sale a 5714 risultati.

I risultati sono classificati per nazione, tipologia di media, nome della testate. Viene fornito il collegamento ipertestuale alla singola testata d’interesse e per le principali l’interfaccia grafica fornisce un’anteprima ed altre informazioni sul tipo di fonte come illustra l’immagine sottostante.

La dimostrazione concreta che esistono ampi spazi per identificare e presidiare segmenti specifici di utenza, contrariamente a chi si dedica alla massa come, in questo caso, il celeberrimo Google News. Vale in ambito digitale e non.

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Press Freedom Day Ad

In occasione della giornata della libertà di stampa del passato 3 maggio, il quotidiano sudafricano Cape Times ha pubblicato una campagna a sostegno, in omaggio alla, giornata celebrativa.

Nella body copy dell’annuncio si legge: “Una volta che è stata stampata è difficile farla andare via”.

Seppure il riferimento sia evidentemente alla notizia ed al suo impatto in termini, appunto, di non censurabilità, la combinazione con il visual dove, invece, è chiaro il riferimento ad internet, suggerisce anche cause meno nobili nella disputa tra editoria tradizionale e digitale.

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I 10 Titoli che Leggeremo a Giugno

1) Prima pagina del “Giornale” del 01 giugno: Berlusconi mantiene le promesse. L’assegno di mantenimento di Veronica Lario non è carico dei contribuenti.

2) “Il Sole24Ore” del 03 giugno: Estirpato alla radice il problema delle morti bianche. Chiuse tutte le imprese edili, non c’è più lavoro.

3) Prima di copertina di “Prima Comunicazione” di giugno: Libero per far fronte al calo diffusionale e contenere i costi licenzia i giornalisti ed amplia a 32 pagine la sezione relax del quotidiano.

4) Pagina degli interni del “Corriere della Sera” del 05 giugno: Alla chiusura delle scuole la Gelmini annuncia che non verranno riaperte. E’ necessario abolire l’anno scolastico 2010/2011 per far fronte al deficit dello stato afferma il ministro, che rassicura i genitori affermando che potranno comunque mandare i propri figli nelle scuole private.

5) R2 di “La Repubblica” dell’ 11 giugno: Esclusiva intervista sui giovani a Cossiga & Andreotti

6) Sezione Motori di “La Stampa” del 15 giugno: Dopo la nuova 500 e la Giulietta, nel 2012 la nuova Topolino. Tra le motorizzazioni disponibili il rivoluzionario propulsore ibrido con ricarica a molla.

7) Prima pagina di “La Padania” del 21 giugno: Renzo Bossi annuncia: << Ora che ho delle responsabilità devo tornare a studiare. Finirò le medie >>.

8 Prima pagina de “Il Sole 24 Ore” del 23 giugno: Il Fondo Monetario Internazionale conferma che l’Italia continua ad essere l’economia più avanzata dell’Africa.

9) Prima pagina di “La Gazzetta del Mezzogiorno” del 27 giugno: Arrestato dalla forestale il Ministro Calderoli. In preda a raptus bruciava montagne di carta nei boschi della Sila.

10) “L’Unità” del 30 giugno: Bersani dichiara che il PD è per un opposizione ferma ma responsabile ed annuncia: << Ne riparleremo a settembre dopo le vacanze >>

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Mappa delle Competenze del Community Manager

Steve Butty, Director of Community Engagement [Responsabile Interazione Sociale*], di TDB, interessante iniziativa in ambito editoriale, ha sviluppato una mappatura non convenzionale di quelle che sono le competenze e le attitudini richieste per un Community Manager.

Contributo minimo, di importante valore simbolico, nell’ambito di un necessario ridisegno dei ruoli e delle competenze funzionali ad uno sviluppo dell’editoria.

* Si ringrazia Markettara e gli altri amici per la partecipazione nella definizione/traduzione del ruolo in italiano.

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In Difesa del Lettore

El Pais da qualche tempo ha introdotto la defensora del lector, figura professionalmente preparata, che, come è possibile leggere nella sezione dedicata allo scopo del sito web del quotidiano spagnolo, è stata creata, voluta, dalla direzione del giornale per garantire i diritti dei suoi lettori, dare risposta ai loro dubbi, alle lamentele e suggerimenti sui contenuti ed al tempo stesso vigilare affinchè il trattamento delle informazioni proposte sul giornale avvenga secondo le regole etiche e professionali del giornalismo.

Il difensore del lettore ha il potere di intervenire sia su segnalazione che autonomamente, motu proprio. Ogni domenica nella versione cartacea viene trattato un tema, una lamentela, una segnalazione e sul sito web sono consultabili le sezioni dove vengono trattati i temi che restano ancora aperti e le segnalazioni dei lettori.

E’ una dimostrazione concreta di civiltà, di rispetto per la propria utenza, che trova riscontro anche da parte del New York Times che addirittura ha dotato questa figura di maggior autonomia rendendolo esterno [non dipendente funzionalmente] all’organizzazione editoriale e ne mette a disposizione pubblicamente ogni riferimento incluso quello telefonico.

Che sia un atto doveroso, oltreché una sensata mossa di concretezza nella relazione con la propria utenza, è testimoniato dalle recenti iniziative in essere che sottopongono a crescente pressione l’industria editoriale, e che fanno parte di quel trend generale che viene riassunto sotto il termine di disintermediazione.

Il senso, la logica, di avere questo tipo di figura e di iniziativa in ambito editoriale viene egregiamente argomentato nel sito dell’ organizzazione internazionale che raggruppa le figure professionali, le persone, che si dedicano a questo tipo di attività.

Sono attenzioni che attualmente non trovano riscontro alcuno nel nostro paese che evidentemente ha un percorso più lungo da compiere rispetto ad altre nazioni anche sotto questo profilo. Invece di proporre continuamente inutili proclami in salsa social, personalmente mi adopererei allo scopo con la massima celerità possibile per l’adozione di questa funzione, questo ruolo, inserendolo nel contesto di una più ampia revisione dell’organizzazione editoriale.

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Studio sulla Correlazione tra Advertising e Copertura Giornalistica

In molti spesso si sono chiesti quale fosse la reale indipendenza e quale invece il legame tra informazione e potere politico ed economico. Domanda che in una nazione quale l’Italia, dove la concentrazione da una lato del potere e dall’altro dell’editoria è superiore ad altri paesi, assume un ruolo di importanza primaria per il futuro del giornalismo e della nazione stessa.

Una prima risposta a queste tanto legittime quanto rilevanti questioni, è stata fornita verso la fine del 2009 da uno studio pubblicato sul numero di novembre del “Journal of Marketing” che analizzando la spesa pubblicitaria e la copertura giornalistica di 291 imprese italiane della moda sulle pubblicazioni di 123 editori in Italia [61], Francia [15], Germania [15], Gran Bretagna [16] e USA [16],concludeva perentoriamente che “ci sono le prove di una forte influenza <<positiva>> della pubblicità sulla copertura giornalistica”.

Arriva ora la conferma da una ricerca specificatamente dedicata all’Italia sul rapporto tra copertura giornalistica e pubblicità condotta da Marco Gambaro, professore di Economia della Comunicazione al dipartimento di Scienza Economiche, Aziendali e Statistiche dell’Università Statale di Milano, e Riccardo Puglisi, ricercatore all’Università di Pavia.

Lo studio, articolato su un periodo di di due anni, si è concluso nel dicembre 2009 ed i risultati sono stati rilasciati recentissimamente. Sono stati presi in esame gli articoli pubblicati ogni giorno nel biennio da 6 quotidiani italiani su 13 società quotate in borsa analizzando complessivamente 56mila articoli che sono stati confrontati sia con i comunicati stampa diffusi che con gli investimenti in advertising [secondo i dati Nielsen] delle società prese in considerazione.

Le testate analizzate sono state: Corriere della Sera, Repubblica, Stampa, Resto del Carlino, Tirreno e Mattino di Padova. Le aziende prese in considerazione a campione: Campari, Edison, Enel, Eni, Fiat, Finmeccanica, Geox, Indesit, Luxottica, Mediolanum, Telecom Italia, Tiscali e Tod’s.

L’analisi conferma come il ritorno, in termini di articoli pubblicati, sia direttamente correlato al crescere degli investimenti pubblicitari, aumentando sia in funzione dei comunicati stampa diffusi che del livello di investimento in comunicazione pubblicitaria delle imprese.

Fonte: “WHAT DO ADS BUY? DAILY COVERAGE OF LISTED COMPANIES ON THE ITALIAN PRESS” Working Paper Dicembre 2009.

Un ulteriore effetto che emerge è quello che deriva dalla proprietà dei quotidiani, con “La Stampa” che ha un rapporto quasi doppio rispetto agli altri quotidiani oggetto dello studio nelle citazioni, negli articoli, sul proprio azionista: la Fiat.

I ricercatori segnalano come queste dinamiche abbiano un impatto non solo in chiave strettamente di marketing di valorizzazione, o perlomeno di accrescimento di notorietà, del brand, ma anche sulla probabilità di acquisto dei titoli in borsa delle società esaminate che trarrebbero un vantaggio anche in chiave finanziaria dalle dinamiche emergenti.

Una delle argomentazioni più ricorrenti propone una visione secondo la quale i giornali rappresentano un pilastro indispensabile per la democrazia per il ruolo di custodi della correttezza di informazione che rivestirebbero. Diceva Norberto Bobbio “la democrazia vive di buon e leggi e buoni costumi”. E’ un periodo questo in cui pare che manchino entrambi.

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Giornalismo, Libertà e Signorilità

E’ ormai chiaro a tutti come la qualità e la cultura siano un patrimonio che in Italia appartiene alla destra. Il dominio è evidente, oserei dire addirittura lampante, è ora che la sinistra [i comunisti!] si rassegni ed ammetta la sconfitta anche sotto questo profilo.

Ogni giorno apprendiamo nuovi linguaggi, modalità di espressione avanguardiste vengono quotidianamente sdoganate dal progressismo culturale dei giornali che sono portavoce ed espressione di questa realtà.

Sublime il livello di raffinato acculturamento del quale possiamo godere, grazie anche alla resistenza fatta al partito dei pessimisti, dei veleni e delle menzogne che ha visto trionfare coloro che orgogliosamente possono definirsi non solo difensori ma addirittura promotori della libertà.

Come dicevano gli antichi latini, “nomina sunt consequentia rerum”, infatti un quotidiano si chiama “Libero” ed è ufficialmente organo del partito monarchico, e liberamente realizza promozioni editoriali a colpi moschetto, con fascicoli e cd dedicati al Duce, dimostrando la massima attenzione nei confronti tanto della storia che della libertà.

Libertà di espressione che viene ampliata, ed ovviamente valorizzata, dalla libertà di linguaggio che ogni giorno, come oggi, attraversa nuovi limiti, varca nuove frontiere che valorizzano la qualità del giornalismo espresso e, giustamente, consentono di dare lezioni di signorilità.

Siamo d’accordo, morte ai rompicoglioni, lunga vita ai signori, pardòn al signore che tutto può, l’ innominabile.

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Passaggi & Paesaggi [12]

Esiste una conoscenza che toglie peso e portata a quello che si fa e per la quale tutto è privo di fondamento tranne essa medesima.

Pura al punto di aborrire perfino l’idea di oggetto, traduce quel sapere estremo secondo il quale fare o non fare un atto è la stessa cosa, e a cui si associa una soddisfazione altrettanto estrema: il poter ripetere, a ogni incontro,che nessuno dei gesti da noi compiuti merita la nostra adesione, che niente è avvalorato da  una qualche traccia di sostanza, che la “realtà” è dell’ordine dell’insensato

Una tale conoscenza meriterebbe di essere definita postuma: opera infatti come se chi conoscesse fosse vivo e non vivo, essere e memoria di essere. “E’ già passato” dice costui di tutto ciò che compie, nell’istante stesso dell’atto, che viene così destituito per sempre di presente.

Emil Cioran – L’inconveniente di essere nati

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Passaggi & Paesaggi 11

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