Archivi del mese: agosto 2013

Ricavi Immobili

L’utilizzo della Rete in mobilità è in fortissima crescita in tutto il mondo grazie all’esplosione di smartphone e tablet. Di pari passo la raccolta pubblicitaria che, seppure rappresenti una parte ancora decisamente modesta del totale degli investimenti pubblicitari sul Web, presenta tassi di crescita molto importanti.

Se già il mercato degli investimenti pubblicitari online ha fortissimi tassi di concentrazione con Google che da solo ne detiene oltre un terzo a livello mondiale e Facebook con una quota superiore al 5%, per circa il 40% del totale nelle mani di due soggetti, come mostra la tavola di sintesi pubblicata da eMarketer a metà giugno di quest’anno, la situazione per il mobile advertising pare ancora peggiore.

Infatti non solo il livello di concentrazione delle risorse è ancora maggiore, con ancora una volta Google e Facebook a dominare la scena con in questo caso ben il 60% del totale, ma la tendenza pare essere quella di un incremento del predominio di pochi soggetti.

Come mostra il grafico di sintesi sottostante la raccolta pubblicitaria degli “altri” è in calo vertiginoso. A vedere i trend in atto la crescita, anche della lettura di notizie in mobilità, e dunque degli accessi, non pare essere foriera di positività per gli editori.

Forse è giunto il momento di una miglior definizione, di una ridefinizione di cosa sia effettivamente advertising online e di quali siano le reali opportunità per il comparto editoriale o forse di immaginare, e sperimentare, come  generare ricavi dall’informazione online a senza affidarsi esclusivamente alla  pubblicità. Probabilmente, direi, entrambe le cose.

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Bonus track: Sul tema dei ricavi per l’editoria, dei modelli di business, da leggere ” A Tale of Two Online Business Models”

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Gioco Vs Simulazione

L’articolo di ieri nel quale veniva segnalato un videogame in cui si impersonificava un caporedattore ha riscontrato [grazie!] un buon interesse e gradimento. Diversi i tweet che l’hanno segnalato, i mi piace su Facebook e  su altre reti sociali.

Non è così per Andrea Iannuzzi, direttore dell’AGL, l’Agenzia Giornali Locali del gruppo editoriale L’Espresso, che sia su Twitter che su Facebook esprime il suo disaccordo rispetto all’utilità del gioco. Dissenso al quale, mi pare di capire, si uniscono altre persone delle quali, come anche per Iannuzzi stesso, ho stima e considerazione.

Ovviamente non è sempre necessario essere d’accordo nonostante le affinità ma credo valga la pena di approfondire.

L’obiezione di fondo che viene mossa è che poichè il videogioco obbliga ad essere filogovernativo questo non sia un buon strumento per formare. Le parole esatte, se vi interessasse il dettaglio – con anche qualche digressione se non acida sicuramente, mi spiace doverlo constatare, di dubbio gusto – potete leggerle qui e qui.

Credo ci sia, almeno, un equivoco di fondo.

In primis è opportuno distinguere tra gioco e simulazione. Mentre infatti una simulazione, se restiamo in ambito formativo la versione “classica” è rappresentata dai business games, deve essere la riproduzione il più fedele possibile, un gioco non  deve esserlo altrettanto. Il gioco, come provavo a spiegare in 140 caratteri, si concede delle licenze che fanno parte della narrativa, di quello che utilizzando l’inglese viene definito comunemente storytelling.

E’ in questo senso che va intesa la contestualizzazione di “The Republia Times”.

A questo va aggiunto che se certamente si apprende attraverso l’autoformazione solitamente, a parità di condizione, la formazione è invece di maggior efficacia. Anche in questo caso il gioco, utilizzato in aula sotto la guida di un formatore esperto, aumenta il suo valore. Infatti oltre a costringere ad una serie di prese di decisione, come sottolineavo ieri, potrebbe essere utilizzato proprio per dialogare con i discenti sui condizionamenti, che esistono al di là della facciata e delle ipocrisie sul tema, nella quotidianità del lavoro giornalistico dando un ulteriore tocco di sano realismo ad argomenti che spesso restano troppo aleatori, teorici ed inutili.

Credo insomma che sia stata fatta un’interpretazione troppo letterale del gioco e che vi sia stata, a mio modo di vedere ovviamente, una certa miopia, o forse più banalmente ignoranza [non conoscenza], sul come e perchè utilizzare giochi e videogiochi in ambito formativo. Da qui le critiche.

Il dibattito è pubblico ed aperto dite la vostra se vi va, qui nell’apposito spazio dei commenti, o altrove se preferite, avendo, gentilmente, l’accortezza di segnalarmelo.

TwoNotesonStorytelling-Header

Bonus track, grazie alla segnalazione su Facebook di Cristina Cucciniello, ben 14 giochi sui diversi skill, le diverse competenze giornalistiche.

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Fare il Caporedattore

“The Republia Times” è un videogioco, giocabile gratuitamente online, che vi pone nei panni di un caporedattore.

Le condizioni di lavoro non sono certamente ottimali una guerra con una nazione confinante è appena terminata e la popolazione ha sentimenti negativi contro il governo in carica. Inizialmente il compito è quello di editare il giornale in modo da migliorare la percezione delle persone verso lo status quo. Per assicurarsi che questo avvenga vostro figlio e vostra moglie sono tenuti in ostaggio. Ottenuto questo obiettivo dovrete mantenere la base di lettori fidelizzandoli ed accrescerla numericamente.

The Republia Times

Il gioco consiste nel comporre il giornale posizionando i diversi articoli sulla prima pagina trascinandoli – click and drop – nelle diverse sezioni sino a completarla per tempo. La grafica è estremamente spartana ma costringe a prese di decisione su quali notizie pubblicare e quali no fornendo il risultato raggiunto al termine di ciascuna manche.

Buona esemplificazione di come anche con poche risorse si possano creare degli strumenti interessanti e formativi. Un must giocarci per i giornalisti in erba e studenti delle scuole di giornalismo.

The Republia Times Prima Pagina

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Il Grande Successo dei Quotidiani Online

Lorenzo Mannella, giornalista freelance che collabora con diverse testate, ha elaborato i dati Audipress sul numero di lettori giornalieri dei primi 30 siti di informazione legati a un quotidiano degli ultimi 4 anni. Il dato “giorno medio” è la risultante di un calcolo che ha come bacino di riferimento i visitatori degli ultimi 7 giorni [periodo primo quadrimestre di ciascun anno].

Con tutti i se ed i ma sull’accuratezza, ed il valore, dei dati, la tabella mostra un andamento altalenante con una sostanziale stabilità, se non un calo, dei visitatori ai principali quotidiani online. Inoltre se si considera la crescita della penetrazione di Internet nel nostro Paese nello stesso periodo il dato è ancor più negativo.

Dati e tendenze che erano emersi anche dallo studio annuale “La Stampa in Italia” [ 2010-2012], curato dalla Federazione Italiana Editori Giornali presentato a giugno di quest’anno.

Il grande successo dei quotidiani online.

Audiweb Quotidiani Online Serie Storica

– Visitatori sito Web su giorno medio x1000 –

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Come Scegliere un Hashtag

Nato con Twitter l’utilizzo degli hashtag si è sempre più diffuso e da metà giugno anche Facebook ne ha introdotto l’utilizzo avendone probabilmente verificato la popolarità d’uso su Instagram, di cui è proprietario come noto, anche se i primi dati sembrerebbero mostrare un’adozione relativamente limitata in chiave di comunicazione d’impresa.

Gli hashtag prevalentemente servono per rendere più facilmente identificabile il contenuto diffuso e dunque, a parità di condizione, a facilitarne la diffusione, la reach. Come spesso avviene, anche in questo caso, vuoi per ingenuità o per inesperienza, molto spesso dall’uso si passa all’abuso o comunque all’utilizzo non corretto.

Per facilitare la comprensione di come e perchè utilizzare un hashtag Twitter sul suo blog dedicato all’advertising ha diffuso in questi giorni un diagramma di flusso, un’infografica che sintetizza come sceglierne uno e come, appunto, utilizzarlo.

Visti i numerosi casi di cattivo utilizzo, anche da parte di brand importanti, decisamente utile.

- clicca per ingrandire -

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Giornaliste

APM, Asociación de la Prensa de Madrid, l’associazione principale di giornalisti in Spagna con quasi 8mila iscritti, ha diffuso via Twitter una foto di alcune giornaliste iraniane durante il loro lavoro ad una conferenza stampa.

Come si può vedere mentre la maggior parte degli uomini è tranquillamente seduto le donne sono accovacciate a terra per poter scrivere il resoconto della conferenza ed effettuare il proprio lavoro.

Giornaliste Iraniane

Visto il clamore suscitato sulle reti sociali dalla fotografia, Mehr News, agenzia stampa iraniana, ha pubblicato un articolo con altre fotografie dell’evento che mostrano una sala molto piena e anche uomini in piedi, sostenendo che la foto è stata strumentalizzata e che le giornaliste sono accovacciate per poter scrivere nonostante l’affollamento.

Sarà….

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I Giornali Sono Meglio del Sesso?

Il quotidiano israeliano Ha’aretz ha mandato online in questi giorni un nuovo spot con un posizionamento commerciale per il suo nuovo sito web davvero peculiare, affermando che il giornale è di gran lunga più emozionante del “noioso vecchio sesso”.

“Il design è impressionante e confortevole, ma l’esperienza dell’utente nel suo insieme … c’è un leggero senso di essere stato là, fatto quello'”, dice  l’attore a metà del video mentre copula, apparentemente riferendosi all’esperienza di lettura del giornale.

Tra un amplesso e l’altro lo spot si conclude con la coppia che si riposa nel post coito affermando “La vita non è così interessante come il nuovo sito di Ha’aretz” nel payoff finale. Ovviamente il video, al momento della redazione di questo articolo, ha già totalizzato 200mila visualizzazioni.

L’iniziativa, secondo quanto riportato, ha immediatamente sollevato le proteste da parte delle donne del Paese, indignate per il contenuto sessista dello spot, ed una deputata ha inviato una lettera formale di protesta al quotidiano in questione chiedendone la sua cancellazione.

Nel caso fossi obbligato a scegliere, per quanto ami i giornali, non ho dubbi su cosa sia meglio e perchè. Altrettanto non ho dubbi sul fatto che l’iniziativa sia il frutto della disperazione della crisi e di quando, letteralmente, non si sanno più che pesci prendere.

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Facebook è il N°1 per i Quotidiani Online

Statista ha pubblicato qualche giorno fa un grafico di sintesi sul traffico generato dai diversi “social” per le principali fonti d’informazione online negli USA.

Seppure con incidenze diverse, con “HuffPost US” in pole position, tutti i media presi in considerazione dall’analisi ricevono la stragrande maggioranza del traffico ai loro siti web da Facebook.

Social_media_traffic_of_news_websites

E’ interessante notare come Twitter, considerato il newswire per eccellenza, sia sempre abbondantemente inferiore al social network di Zuckerberg e in certi casi, soprattutto per quanto riguarda la versione online dei principali broadcaster televisivi, anche da Reddit.

Da non trascurare anche che tra i media presi in considerazione quello che maggior beneficio trae, in termini di traffico, di visite ricevute, dai diverso social media, il «The Washington Post» non raggiunge nemmeno il 10% delle visite da queste fonti.

La sharing illusion, l’ipotesi di utilizzare Facebook e Twitter, e gli altri, come broadscast da parte dei mainstream media, che utilizzano i social media prevalentemente come un megafono, in maniera unidirezionale, per, appunto, attirare traffico non funziona.

Lo certifica anche «Il Fatto Quotidiano» che, paradossalmente, in un articolo di quale giorno fa titolava trionfalmente, citando una ricerca internazionale sul tema, “Il Fatto Quotidiano, record mondiale di likers rispetto a copie diffuse”, continuando ““Il Fatto Quotidiano con 956mila likers [oggi oltre 974mila, ndr] registra anche nel 2013 il record mondiale dei likers rispetto alle copie diffuse, avvicinandosi a 20 likers per copia”.

Restando in Italia, Marco Giovannelli, Direttore di «Varese News» un paio di giorni fa ha diffuso su Twitter il traffico generato dai diversi social, confermando la netta prevalenza di Facebook, anche se in questo caso non è dato di sapere quale sia l’incidenza rispetto al totale delle visite giornaliere al sito del quotidiano all digital locale.[*]

Su quale sia l’utilizzo consigliato, opportuno, dei social media da parte delle fonti d’informazione valgono assolutamento il tempo investito nella lettura i 10 punti consigliati da Sarah Laitner, communities editor del «The Financial Times» nell’articolo di inizio settimana “10 social media engagement tips from the Financial Times”.

Tema che avremo modo di approfondire il 16 settembre prossimo nel corso di Dig.it 2013, festival italiano dedicato al giornalismo digitale, nel panel ” L’analisi dei social network deve diventare adulta / i like non sono voti ne propensione all’acquisto” in cui sono stato incautamente inserito come relatore.

Se, in  attesa di quel giorno, voleste iniziare a fornire il vostro contributo, lo spazio dei commenti è, ancora una volta, a disposizione.

Varese News Social Agosto 2013

[*] Update 08:35 – Dopo la lettura dell’articolo Marco Giovannelli via Twitter dice che il traffico dai social a Varese News pesa tra l’8 ed il 10% del totale; in linea con i dati di Statista.

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Hype Cycle per le Tecnologie Emergenti 2013

Gartner, anche quest’anno,  ha esaminato il livello di maturità, il ciclo di vita di 1900 tecnologie e le tendenze di 92 settori/mercati valutandone e prevedendone il livello ed i tempi di diffusione nell’adozione.

Sono specificatamente identificati livello di accettazione ed impatto relativo con riferimento al vissuto esperienziale ed all’interazione dell’utenza. Quantità e qualità di informazioni che si rendono progressivamente disponibili, ed il loro possibile utilizzo, sia in chiave di comunicazione e marketing che, più in generale, alle prese di decisione aziendale.

La sintesi dei risultati, riassunti  nell’immagine sottostante, è stata pubblicata due giorni fa. Per ciascuna tecnologia, per ogni soluzione viene mostrata la fase del ciclo di vita ed il livello di aspettativa che vi è riposta.

Il tema principale di questa edizione dell’ Hype Cycle è l’evolversi del rapporto tra uomo e macchina, si incoraggiano le imprese a guardare oltre la ristretta prospettiva che vede solo un futuro in cui le macchine ed i computer sostituiscono gli esseri umani. Infatti, osservando come le tecnologie emergenti sono utilizzate dagli “early adopters” in realtà vi sono tre tendenze principali sul lavoro:

Interazione “aumentata” degli esseri umani con la tecnologia [per esempio, un dipendente con un dispositivo di elaborazione indossabile], macchine che si vanno progressivamente sostituendo agli esseri umani [per esempio, un assistente virtuale cognitiva in qualità di interfaccia automatizzata per il cliente], esseri umani e macchine che lavorano fianco a fianco – per esempio, un robot mobile di lavoro con un dipendente in un magazzino per spostare le merci.

“Le imprese del futuro devono utilizzare una combinazione di queste tre tendenze per migliorare la produttività, trasformare il cittadino e l’esperienza del cliente e ricercare vantaggio competitivo”, ha detto Hung Lehong, research vice president di Gartner.

hype-cycle 2013

La gamification si trova al termine della prima linea ascendente ed i tempi per un’adozione di massa sono stimati in un periodo compreso tra i 5 ed i 10 anni; lo stesso vale per crowdsourcing, per l’adozione domestica del 3D printing e la realtà aumentata. Si stima che le social analytics raggiungano la massima adozione in un periodo compreso tra 2 e 5 anni, altrettanto per quanto riguarda le interfacce indossabili, tipo google glass, e la realtà virtuale.

L’immagine sotto riportata facilita la comprensione della fase di ciascuna delle tecnologie inserite nell’ Hype Cycle. Se voleste approfondire ulteriormente oggi alle 18:00 GMT è possibile seguire il Webinar di Gartner sul tema previa registrazione.

Gartner Chiavi di Lettura Ciclo di Vita

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Integrazione Carta – Digitale

Il catalogo IKEA è la pubblicazione cartacea più diffusa al mondo con 212 milioni di copie stampate nel 2013.

Già  l’edizione  2013  comprendeva l’integrazione tra supporto cartaceo e digitale attraverso l’utilizzo  smartphone, ma solo i video e gallerie fotografiche potevano essere accessibili tramite un app per la scansione di pagine del catalogo stesso.

Adesso per l’edizione 2014, grazie alla nuova applicazione di realtà aumentata, è sufficiente posizionare il catalogo nel punto in cui si sta valutando l’aggiunta di un nuovo pezzo di arredamento, eseguire la scansione del catalogo con la app stesso sul proprio dispositivo mobile e selezionare la voce desiderata.

La funzionalità di realtà aumentata proietta quindi il pezzo di arredamento selezionato nella vostra casa attraverso la sovrapposizione, in tempo reale della vostra camera catturata attraverso la fotocamera del dispositivo. L’applicazione, disponibile anche in italiano, permette anche di sperimentare la scala degli oggetti in relazione al vostro spazio vivente, come mostra il video sotto riportato.

Per traslato, per quanto riguarda periodici e quotidiani, le opportunità sia dal punto di vista della comunicazione pubblicitaria che sotto il profilo giornalistico sono sempre più concrete inclusa quella di rendere i quotidiani “shoppable“.

I lettori, le persone desiderano interattività non offrirla sarebbe anche in questo caso davvero sintomo di colpevole miopia. L’integrazione carta – digitale è assolutamente possibile ed attuale, volendo.

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