Archivi del mese: giugno 2010

Mappatura della Rete Sociale

Harward Business Review ha pubblicato la mappatura della rete sociale analizzando a livello mondiale l’utilizzo dei vari strumenti di socializzazione e condivisione che il web mette a disposizione, dai blog ai più celebri e celebrati social network, analizzando le differenze tra aree del pianeta e le nazioni, Italia inclusa.

Sull’asse verticale è indicata la porzione di internauti che scrive un blog, mentre su quello orizzontale la percentuale che utilizza i social network [o quantomeno ha un profilo su uno di essi].

L’Asia è, l’area, il continente, a maggior tasso di socialità con mediamente il 45% degli utenti che tengono un blog e, specificatamente, i Sud Coreani hanno un fortissimo coinvolgimento a livello di scrittura di una blog.

I paesi di lingua inglese e l’Europa continentale sono relativamente omogenei tra loro e si concentrano nella gestione del profilo nei social network.

Italia e Spagna hanno profili pressoché identici con circa il 20% dell’utenza che cura un blog ed una penetrazione del 40% nella gestione di un proprio profilo sui diversi social network.

- clicca per ingrandire -

L’elaborazione pubblicata dall’HBR è stata prodotta utilizzando i dati del “Trendstream Global Web Index”, ricerca che a cadenza regolare analizza un campione di 50mila utenti delle più diffuse piattaforme di condivisione nella rete in 18 diverse nazioni.

Il mio contributo minimo per una razionalizzazione fattuale alle considerazioni dei 44 gatti.

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Problemi Quotidiani

Il futuro è digitale. Le rotative scompariranno e con esse i giornali così come oggi li conosciamo. Sono queste le considerazioni che con maggior frequenza vengono espresse. I giornali, la carta, sono stati seppelliti molto prima della loro morte effettiva e, soprattutto, prima che si pensasse ad un modello di business alternativo all’attuale in grado di sostenere economicamente il mondo dell’informazione quotidiana.

Secondo quanto riporta AdAge, l’ipotesi di revenues digitali, almeno in termini di ricavi pubblicitari, pare sempre più improbabile anche negli USA, con un calo dal 16,2% del 2005 all’11,4% del 2009 e proiezioni, secondo PWC, al 7,9% nel 2014.

Vale la pena di evidenziare come il trend, riassunto nel grafico sottostante, sia comprensivo anche dell’area digitale mobile sulla quale tante speranze sono state riposte ultimamente.

In generale, i tassi di crescita degli investimenti pubblicitari saranno significativamente più elevati per quanto riguarda internet e l’area digitale nel suo complesso. Nonostante l’ immensa differenza tra lo sviluppo di quest’area e quella “off line” i ricavi saranno ancora prevalentemente legati all’area analogica almeno per un lustro ancora.

L’area digitale è complementare non alternativa, ancora una volta.

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Google Me: Indiscrezioni & Sparizioni

Secondo indiscrezioni raccolte da fonti ritenute particolarmente attendibili, pare che Google si appresti a lanciare un social network che nelle intenzioni dovrebbe competere con lo strapotere di Facebook.

Sino ad ora , visti gli insuccessi con Wave e Buzz, il gigante di Mountain View non è riuscito a sfondare in quest’ambito sempre più rilevante all’interno del grande oceano del web ed un suo ingresso potrebbe porre anche l’accento sulle informazioni che in questo modo entrerebbero in possesso di Eric Schmidt & Co, riproponendo scenari a tinte fosche come lo stesso Zuckerberg sta sperimentando ultimamente.

Quando sarà confermato e più chiaro  il disegno di Google Me, questo il nome che dovrebbe essere dato al nascente social network, saremo ovviamente in grado di valutare meglio, anche, questi aspetti.

Ad oggi resta solo una indiscrezione misteriosamente scomparsa.

Update: Grazie alla segnalazione su FF di Alex, il podcast in cui Kevin Rose spiega di essere stato costretto a cancellare il tweet.

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I 200 Momenti che hanno Cambiato il Giornalismo

Pointer Institute ha elaborato una raccolta interattiva dei 200 momenti tra il 2000 ed 2009 che hanno cambiato il giornalismo.

Sono 20 momenti che, nel corso di ciascuno degli anni presi in considerazione, hanno inciso sulla trasformazione del giornalismo.

La selezione è suddivisa in quattro aree: tecnologia, notizie, social media e business.

Il percorso proposto da Pointer è assolutamente da leggere con attenzione poichè, sintetizzando i momenti chiave dell’ultimo decennio, consente una retrospettiva complessiva che apre visioni d’interesse.

Ad esempio, si scopre che nel 2000, negli USA, secondo quanto riportava la NAA all’epoca, era già superiore il numero di famiglie che avevano sottoscritto un abbonamento ad internet rispetto a quelle che erano abbonate ad un quotidiano.

E’ spesso la capacità di leggere ed interpretare i “segnali deboli” che qualifica positivamente, o meno, il management e consente alle imprese di affrontare correttamente le dinamiche di sviluppo dei bisogni degli individui. E’ evidente che questo non avviene per quanto riguarda buona parte del comparto editoriale.

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Grazie

“Nessuna distanza temporale nè spaziale può indebolire l’amicizia di due persone che credono ognuna nel valore dell’altra”. – Robert Southey –

Non ho scattato neppure una foto ieri, non ne ho sentito il bisogno.

Conservo dentro di me l’immagine della felicità di una giornata di allegria trascorsa con amiche e amici che, con la loro disponibilità e simpatia, hanno saputo regalarmi momenti davvero speciali.

Grazie a voi tutti.

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Il Tempo dei Muri

La scommessa di Murdoch sul pagamento delle notizie on line inizia a dare i suoi, amari, frutti.

Secondo i dati diffusi da Hitwise, la quota di traffico del quotidiano The Times è scesa dal 4,37% al 2,67 della settimana scorsa, dopo l’introduzione del “paywall”, e, addirittura al 1,81% di ieri.

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Rapporto 2010 sull’Industria dei Quotidiani

In occasione della della 23esima edizione di WAN-IFRA Italia, conferenza internazionale per l’industria dell’editoria e della stampa quotidiana dedicata alla stampa industriale e alle nuove frontiere della stampa digitale, è stato presentato il Rapporto 2010 sull’industria Italiana dei Quotidiani.

Una sintesi dei dati del rapporto è stata rilasciata ieri e la maggior parte dei commenti si sono con centrati sulla sensibile riduzione delle vendite dei quotidiani.

Sia per evitare di contribuire all’info obesity dilagante che per fornire una prospettiva distinta, dalla presentazione mi pare interessante estrapolare i dati forniti relativamente ai ricavi dei giornali nel nostro paese.

Come è possibile rilevare dal grafico sottostante, l’incidenza dei ricavi derivanti dalla vendita dei quotidiani passa dal 53% del 2006 al 54,2% del 2009. Questo dato evidenzia quale sia la distanza dal panorama statunitense che ha un incidenza dei ricavi da pubblicità mediamente dell’80%. Richiama l’attenzione sulla necessità di lavorare su ciò che di concreto, ad oggi, esiste e, soprattutto, sull’attualità e la rilevanza del canale di distribuzione commerciale del prodotto: le edicole.

- Andamento dei Ricavi Editoriali 2006/09 -

Un altro dato che vale la pena di evidenziare è relativo al prezzo medio di un modulo pubblicitario, che si è dimezzato nell’ultimo decennio. Questo evidenzia la debolezza strutturale della stampa come mezzo di comunicazione in termini di proposta agli investitori pubblicitari e, poiché complessivamente i ricavi di quest’area sono diminuiti del 16%, evidenzia un affollamento sul mezzo che non fa che renderlo ulteriormente meno attrattivo per la pianificazione di campagne pubblicitarie.

Continuiamo pure a parlare dell’iCoso ®.

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Il Sito c’è ma Non si Vede

Pare che finalmente il sito del “Fatto Quotidiano” sia on line. La redazione ne dà comunicazione utilizzando quello che attualmente è il più elettivo dei social media in circolazione.

Cliccando sulla notizia fornita si legge: “Devi essere abbonato per leggere questo articolo! Per abbonarti clicca qui.”

Il sito, e le scuse, ci sono ma non si vedono.

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Valore del Brand

I media tradizionali all’interno del nuovo scenario, dell’ecosistema delle notizie, che si va delineando, godono del vantaggio di marchi consolidati nel tempo sul quale fare leva per [ri] costruire relazione e valore nella nuova relazione con l’utente-lettore.

E’ un vantaggio che, secondo quanto riferisce Digital Quarters, si sta assottigliando  poichè non riescono a trasferire questo valore a beneficio della partecipazione e soddisfazione del lettore.

I dati confermano che tutta l’area legata all’intrattenimento ed ai giovani sono in declino, testimonianza della distanza esistente tra il pubblico attivo degli internauti ed il mondo dei media tradizionali.

Gli strumenti sono disponibili. Resta il dubbio se sia carente la capacità o la volontà di utilizzo degli stessi.

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Tagli di Budget

La BBC fornisce la possibilità di decidere, o almeno di simulare, come e dove tagliare il budget dello stato, consentendo di scegliere e calcolare l’impatto economico di ciascuna delle voci di spesa del governo.

Interessante modalità di informazione pubblica che permette ad ogni cittadino che lo desideri di mettersi nei panni dei propri governanti.

Strumento che, nella sua relativa semplicità, insieme ad altri, sarebbe opportuno adattare alla realtà nazionale sia sotto il profilo informativo che per quanto riguarda la trasparenza dei dati della pubblica amministrazione.

[Via]

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