Archivi del mese: dicembre 2009

Duemila09

Una sorta di “best of” di quest’anno, una severa selezione tra i 259 articoli redatti, a partire dal The beginning of “Il Giornalaio” ad oggi.

Gennaio: Cambiamenti dell’informazione attraverso la stampa

Febbraio: Il futuro dei media

Marzo: Il marketing dell’ edicola

Aprile: Complementare vs Alternativo

Maggio: Newspapers outlook 2009

Giugno: La simulazione + “off topic”: Spunti & commenti sull’utilizzo corporate dei social media

Luglio: Public trust in the news – a constructivist study of the social life of the news

Agosto: Eravamo 4 amici al bar

Settembre: Non tutto il marketing vien per nuocere

Ottobre: Consumo di informazioni – Media classici e new media

Novembre: Personalizzazione della notizia & potenzialità dei media tradizionali

Dicembre: La reputazione on line dei quotidiani italiani

A latere una nota statistica di fine anno: Nei 27 paesi facenti parte della Comunità Europea, l’Italia non è 28esima a nessuno.

Auguri di buon 2010!

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Coerenza

Che siano tempi duri è divenuto un ritornello rispetto al quale si avverte la necessità di andare oltre, di avere una visione strategica, sul futuro del mondo degli affari e della comunicazione.

Per questo, a titolo esemplificativo, ho “pescato nel mazzo” due casi recenti che, mi auguro, possano stimolare dibattito e riflessione. Si tratta di due settimanali: “The Economist” e “Sette”.

The Economist è sempre stata una testata con buona sensibilità al mondo degli affari “eco friendly”, mantenendo nel tempo un occhio di riguardo verso i temi dell’ecologia, come testimonia banalmente anche una ricerca negli archivi on line che fornisce 2012 risultati alla “query” climate change. Adesso, con la campagna abbonamenti 2010, la rivista mantiene coerenza rispetto all’orientamento e, all’interno del pacchetto promozionale teso ad attirare i potenziali sottoscrittori, è contenuta la promessa di piantare un albero per ogni abbonato [mi pare venga chiamata supporting evidence].

Sette, il settimanale del Corriere della Sera, è stato recentemente rilanciato. Nuovo formato, ed una attenzione particolare alla carta non solo in termini estetici ma anche di sostenibilità ecologica della rivista; secondo quanto riportato si tratterebbe di un tipo di carta che vanta la certificazione dell’ Fsc – Forest Stewardship Council – un ente internazionale indipendente per la salvaguardia delle foreste noto per il rigore con il quale concede il proprio nulla osta. A conferma, non è un caso che tra le tante copertine possibili per la prima uscita sia stata proposta l’immagine di un orso polare sui ghiacciai dedicata al clima e vertice mondiale di Copenhagen, con un testo di Al Gore.

Peccato che tanta attenzione dei dettagli si scontri con la plastificazione della rivista in 3 casi su cinque sin ora [se non ho contato male] per consentire l’inserimento di leaflet ed altri elementi promo-pubblicitari; la plastificazione rende inutile l’attenzione dimostrata nella scelta della carta ed è certamente non ecocompatibile, una sbavatura, una caduta di tono, compiuta per oltre il 50% delle uscite. Una maggiore coerenza forse pagherebbe di più a lungo andare.

“La Strategia senza tattica è la via più lunga alla vittoria, la tattica senza strategia è il rumore che precede la sconfitta”. – Sun Tzu

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Internauti per Sport

Qualche giorno prima di natale sono stati diffusi i dati Audiweb [richiede registrazione] relativamente al mese di ottobre di quest’anno. Interessante estrapolarne le visite ai siti web dei quotidiani.

Come sintetizzato dalla tavola sottostante, ad ottobre cala complessivamente la lettura dei quotidiani on line fatta eccezione per L’Unità mentre crescono i visitatori dei siti web di quelli sportivi.

Perdono anche i portali di Ansa ed Adnkronos che registrano un calo rispettivamente del 13% e del 4,6%; buona al contrario la performance di Blitz quotidiano [+6,5%] anche se i valori assoluti del numero di visitatori è di entità decisamente modesta.

I valori assoluti degli utenti unici si prestano ancora a diverse considerazioni, se voleste integrare qui [nello spazio dei commenti] o altrove.

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Giocate il vostro [social] Jolly

Martedì 05 Gennaio dalle 20.00 in poi a Modena, presso il ristorante/pizzeria Jolly, cena e chiacchiere con Valeria Maltoni & Gianluca Diegoli.

Per motivi organizzativi la raccolta delle adesioni verrà chiusa il 03 Gennaio.

Vi aspettiamo per far diventare la conversazione  [un pò più] reale.

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Nuovi mezzi, vecchi problemi

La rivista Sport Illustrated mostra un eccellente esempio di come i nuovi supporti permettano potenzialmente esperienze di grande interesse per gli utenti più evoluti della produzione editoriale.

Il video dimostrativo, realizzato da The Wonderfactory, illustra magnificamente le potenzialità dei tablet per utenti, editori e agenzie di comunicazione.

Si conferma, dunque, come gli e readers siano concettualmente già sorpassati nonostante volumi di vendita complessivamente interessanti anche perchè scarsamente affidabili sotto il profilo della protezione dei contenuti per gli editori.

Non è questo il solo cappio al collo dei nuovi supporti digitali. Permangono irrisolti, infatti, i problemi relativi all’organizzazione del lavoro nelle imprese editoriali, i criteri del fare informazione e, non ultimo, un livello di apertura verso l’esterno davvero ridotto.

I nuovi mezzi possono essere tanto interessanti quanto inutili, se si continuerà a focalizzarsi solo sulla tecnologia più attraente, perdendo di vista modalità di fruizione e contenuti, i problemi attuali del comparto editoriale non potranno, ahimè che restare irrisolti.

Il futuro delle notizie e dei giornali non può restare alieno, da un lato, alle logiche di buona gestione manageriale di una qualunque impresa e, dall’altro, dalla implementazione di modalità comunicazionali bidirezionali e, dunque, efficaci; l’epoca in cui i mass media nutrivano i lettori volge al termine sempre più rapidamente oggi, molto spesso, sono i lettori a nutrire i mezzi di informazione.

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Auguri Allargati

Ci si accinge a gustarsi 72 ore di libertà vigilata delle quali si avverte davvero il bisogno.

Sarà il mio un natale “allargato”, almeno in termini familiari, poiché faccio parte di quella nutrita schiera di persone che vive in una famiglia non tradizionale condividendo con compagna attuale, figlia ed uno dei due nati dalla precedente esperienza lo stesso tetto.

Sono certo che sarà un natale bellissimo per l’amore che vedo e vivo tutti i giorni in quella che, in barba a legislazioni preistoriche, è un nucleo familiare che si sostiene reciprocamente e dona costantemente affetto “against all odds”.

Auguri allargati a tutti voi che vivete una situazione similare alla mia, trattatati da cittadini di serie B, in attesa di vedere rispettati i vostri [i nostri] diritti godetevi la gioia di verificare, anche in questi giorni di festività tradizionalmente legati alla famiglia, come amore e dono non si possano sancire per decreto.

Auguri allargati a tutti i miei amici di fede [vorrà dire quello friendfeed, immagino], ai vecchi amici ritrovati ed ai nuovi conosciuti in questo 2009. Auguri allargati a tutti coloro che passando hanno lasciato un commento, a quelli che non l’hanno lasciato ma sì pensato ed anche a chi ha “lurkato“.

Può darsi che con l’amico Gianluca si riesca a fare una sorpresa di quelle che non capitano tutti i giorni in queste festività, stay tuned.

Buon Natale!

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Indice di Trasparenza

Tutti gli addetti ai lavori sanno come le interviste siano diventate la rappresentazione fattuale più evidente del servilismo al potente intervistato dal giornalista di turno. Le domande vengono concordate preventivamente e non esistono deroghe o concessioni, chi sgarra è, alternativamente, querelato o espulso di fatto dal circuito professionale di riferimento.

In considerazione sia di questo aspetto di degrado nella professione del giornalista, sia stimolato dall’indice creato recentemente da Ramon Lobo che ha sviluppato una metrica per stabilire quanto un quotidiano possa essere annoiante, ho ritenuto possa essere una “provocazione” complementare e, mi auguro, stimolante la creazione di un indice di trasparenza da utilizzarsi per la valutazione dei quotidiani generalisti nazionali.

Se su questo aspetto vi viene in mente una idea, un indicatore, migliore lo spazio dei commenti è a vostra disposizione ancora una volta.

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Liberalizzazione non è Libertà

Nell’indifferenza mediatica generale il Consiglio dei Ministri ha approvato lo schema di decreto che recepisce la direttiva servizi europea [2006/123/CE]; al suo interno è contenuta la parte relativa alle rivendite di giornali [articolo 71 del testo] che viene riportato integralmente al fondo del testo.

Si tratta per ora dell’approvazione in via preliminare del decreto di attuazione della direttiva 2006/123/CE, relativa ai servizi nel mercato interno, il cui termine di recepimento è fissato al 28 dicembre 2009.

In pratica, mentre si dichiara sostanzialmente di continuare per il 2010 con le prebende all’editoria, si recepisce solamente una parte delle raccomandazioni dell’Antitrust sul tema, applicando, in caso di approvazione definitiva del testo, solo la parte relativa alle edicole e tralasciando di intervenire sul resto della filiera. I richiami dell’Autorità alle disefficienze della rete di distribuzione nel suo insieme ed alla necessità di revisione di sedicenti pubblicazioni editoriali, che pur non essendolo ingolfano il sistema e godono di sovvenzioni statali, sono molteplici e di straordinaria chiarezza ma non vengono considerate.

Le edicole, gli edicolanti, soggetto debole della catena vengono duramente colpiti da questo provvedimento governativo unilaterale perchè evidentemente, al contrario di altre categorie, frammentati, disuniti e mal rappresentati sono incapaci di reagire all’ennesima mannaia che si abbatte sulle loro imprese. Testimonianza di una debolezza contrattuale sancita dal silenzio degli organi di informazione assolutamente disinteressati [se non avversari] paradossalmente alle sorti di quello che continua ad essere il canale di sbocco delle loro pubblicazioni.

La morte silenziosa di circa 38mila nuclei familiari è temporaneamente funzionale, da un lato, ad un governo quale quello attuale incentrato solo sui poteri forti e, dall’altro lato, a degli stati generali dell’editoria tanto malinconici quanto “scaricabarile”.

Il terreno su cui le relazioni di potere operano è principalmente costruito attorno a globale e locale ed è organizzato attorno a reti, non a singole unità. Le reti sono molteplici e le relazioni di potere sono specifiche di ciascuna. Una norma fondamentale di esercizio del potere, comune a tutte le reti, è l’esclusione dalla rete [Cit.]. L’aver vissuto troppo a lungo in questa condizione, non informatizzati, rannicchiati ciascuno nel proprio chioschetto, è la naturale causa di questo regalo natalizio.

A nessuno importa che l’ Authority ricordi come: “È cruciale che la revisione delle modalità di funzionamento del sistema sia compiuta in modo organico, con l’intento di rimuovere, per quanto possibile, tutte le restrizioni o anomalie che vincolano ingiustificatamente l’efficiente svolgimento dell’attività distributiva. L’esperienza di parziale liberalizzazione dell’attività di rivendita avviata nel 1999 ha mostrato che il pieno successo di simili iniziative richiede l’applicazione di un pacchetto integrato di misure tra loro coerenti e orientate allo stesso obiettivo”.

E’, purtroppo, anche questo il prezzo da pagare quando si vive in una nazione in cui pretestuosamente si confonde troppo spesso concetti quali la liberalizzazione e la libertà finendo, inevitabilmente, per travisare e tradire entrambi.

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Art. 71

Sistema di diffusione della stampa quotidiana e periodica

1. All’articolo 1, comma 2, lettera b) del decreto legislativo 24 aprile 2001, n. 170 le parole “sono autorizzati alla vendita di” sono sostituite da “possono vendere”.

2. Al dell’articolo 2, comma 2, del decreto legislativo 24 aprile 2001, n. 170 le parole “al rilascio di autorizzazione da parte dei comuni” sono sostituite dalle parole “alla dichiarazione di inizio di attività da presentare allo sportello unico del comune competente per territorio ai sensi dell’articolo 19, comma 2, primo periodo, della legge 7 agosto 1990, n.241”.

3. All’articolo 2, comma 2, del decreto legislativo 24 aprile 2001, n. 170 il secondo periodo è sostituito dal seguente: “La dichiarazione di inizio attività deve contenere altresì l’impegno a rispettare le disposizioni di cui al comma 6 del presente articolo nonché le modalità di vendita di cui all’articolo 5.” .

4. All’articolo 2, comma 3, del decreto legislativo 24 aprile 2001, n. 170 le parole “possono essere autorizzate” sono sostituite da “possono presentare la dichiarazione di inizio di attività”.

5. All’articolo 2 del decreto legislativo 24 aprile 2001, n. 170 il comma 5 è abrogato.

6. All’articolo 2 del decreto legislativo 24 aprile 2001, n. 170 il comma 6 è sostituito dal seguente: “ Resta ferma la necessità di assicurare un corretto sviluppo del settore distributivo della stampa quotidiana e periodica con particolare riguardo alla necessità di favorire l’accesso all’informazione e garantire la fruizione del servizio. In ogni caso, eventuali limitazioni alle nuove aperture possono essere correlate esclusivamente alla finalità della tutela e salvaguardia delle zone di pregio artistico, storico, architettonico e ambientale. A tal fine sono vietati criteri legati alla verifica di natura economica o fondati sulla prova dell’esistenza di un bisogno economico o sulla prova di una domanda di mercato, quali entità delle vendite di prodotti editoriali e presenza di altri punti esclusivi e non esclusivi di vendita di quotidiani e periodici. Esclusivamente con riferimento alle disposizioni del presente comma i comuni possono adottare provvedimenti di programmazione delle nuove aperture”.

7. All’articolo 3, comma 1, primo periodo del decreto legislativo 24 aprile 2001, n. 170 la parola “autorizzazione” è sostituita da “dichiarazione di inizio di attività”.

8. All’articolo 4 del decreto legislativo 24 aprile 2001, n. 170, dopo il comma 2, inserire il seguente: “2bis. Le disposizioni di cui al presente articolo non si applicano alle testate contenenti prodotti diversi da supporti integrativi o da beni ad esse funzionalmente connessi, che non siano commercializzate anche autonomamente nei punti vendita”.

9. L’articolo 6 del decreto legislativo 24 aprile 2001, n. 170 è abrogato.

10. All’articolo 16 della legge 5 agosto 1981, n. 416 dopo il comma secondo inserire il seguente: “Le disposizioni di cui al primo comma del presente articolo alle testate contenenti prodotti diversi da supporti integrativi o da beni ad esse funzionalmente connessi, che non siano commercializzate anche autonomamente nei punti vendita”.

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“Il prezzo della libertà è l’eterna vigilanza” – Thomas Jefferson

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Odio Mediatico

Che l’agenda setting proposto dai media [ad esclusione di rare eccezioni] fosse strumentale alla manipolazione dell’opinione pubblica è un aspetto che è stato documentato e che fa parte della cornice nella quale va contestualizzata l’attuale crisi nazionale ed internazionale dell’editoria.

Una conferma, purtroppo, viene dalla ricerca presentata venerdì 18 dicembre dall’Osservatorio sui media della Carta di Roma relativamente a immigrazione e asilo nei media italiani.

Lo studio è riferito ai primi sei mesi del 2008 e riguarda le edizioni serali dei telegiornali delle principali emittenti in chiaro del nostro paese [Rai, Mediaset e La7] oltre ad un campione di sei quotidiani [Corriere della Sera, La Repubblica, l’Unità, Il Giornale, Avvenire e Metro]. Su un totale di 5.684 servizi di telegiornale andati in onda durante il periodo di rilevazione, solo 26 affrontano l’immigrazione senza contemporaneamente legarla a un fatto di cronaca o al tema della sicurezza.

Il ruolo dell’immigrato viene discriminato pesantemente sia dalla stampa che dalle televisioni generaliste nazionali sia per terminologia utilizzata che per la contestualizzazione delle notizie; sono aspetti che erano emersi già nel 2002 nei risultati di uno studio effettuato dal Censis sul medesimo tema di fondo. Cattive notizie confermate per l’editoria nostrana.

Più odio nei prossimi notiziari

Che il Ministro Maroni si occupi urgentemente di questa permanente campagna d’odio che ha permanenza e amplificazione di gran lunga superiore a quella che pare lo animi tanto in questi giorni; sarebbe un atto responsabile e doveroso.

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Il Banchiere Inutile – Filtr

Un’ora di lavoro dell’addetto alle pulizie crea dieci sterline di profitto contro una di stipendio mentre il banchiere per ogni sterlina guadagnata ne causerebbe addirittura sette di perdita alla comunità.

Cliccando sull’immagine potrete, se d’interesse, proseguire la lettura.

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