A causa della crisi in atto che sta colpendo, come noto, duramente il settore editoriale molte testate stanno chiudendo e molte altre stanno migrando realizzando la sola edizione on line.
Questo fenomeno per il momento è riferibile prevalentemente alle realtà editoriali al di fuori del nostro paese.
Se qualche editore anche a queste latitudini stesse accarezzando l’idea di riconvertire la propria testata solo on line, sarà interessato a sapere che l’esperienza del Seattle Post Intelligencer parrebbe sconsigliare il perseguimento di questa ipotesi.
Secondo quanto riportato, infatti, il sito web del quotidiano in questione dopo la chiusura dell’edizione cartacea a marzo avrebbe registrato un decremento del 23% di visitatori unici [rispetto al marzo 08] mentre, al contrario, il sito del quotidiano concorrente che mantiene l’edizione cartacea avrebbe visto crescere del 70% le visite al proprio.
La tentazione di ridurre redazioni ed abbattere i costi vivi [carta, distribuzione…..] in periodi di crisi è forte ma in questo modo si abbattono ulteriormente qualità e visibilità della pubblicazione decretandone ulteriormente il declino ed innescando una spirale viziosa al ribasso.
Parrebbe dunque che il giornale tradizionale [se ben realizzato evidentemente] sia complementare e rafforzi la versione on line e viceversa rendendo i due canali integrati anziché alternativi come molti sembrerebbero credere.
Certo la strada della convergenza è difficile e comporta, come tutti i processi innovativi, rischi ed errori ma sembra davvero l’unica perseguibile allo stato attuale.
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