Archivi del mese: dicembre 2012

«Pubblico»: Perchè Business Plan & Marketing NON Sono un Optional

Come ormai molti sapranno con oggi «Pubblico», dopo soli 103 giorni, cessa le pubblicazioni, chiude. L’iter del quotidiano diretto da Luca Telese potrebbe facilmente definirsi cronaca di una morte annunciata ripercorrendone le diverse fasi.

Certamente, come segnalano i redattori del giornale,  un capitale sociale di 750mila euro è un segnale importante di quanta improvvisazione vi sia stata sin dalla nascita del quotidiano, basti pensare che «Linkiesta», testata all digital che dunque non deve sostenere i costi di carta, stampa e distribuzione, è stata fondata con un capitale sociale di un milione di euro ed ha ricapitalizzato per un pari importo nella primavera di quest’anno, per capire che più che crederci ci si provava.

Anche la compagine societaria, con due dei tre soci di maggioranza, Tommaso Tessarolo e Maurizio Feverati, senza esperienza alcuna nei giornali e con il primo dei due con alle spalle già un fallimento editoriale con Current TV, non era elemento di rassicurazione sulle prospettive del giornale.

Le cronache narrano che il business plan prevedesse breakeven a 9mila copie e l’obiettivo di vendita in una forbice compresa tra 10 e 15mile copie vendute a fronte di una tiratura di 30mila.

Un business plan perchè possa definirsi tale si articola su diverse sezioni tra le quali figurano elementi di analisi di mercato, di strategia di penetrazione del mercato, di marketing ed ovviamente di analisi economica e finanziaria.

Che 19 giornalisti, 3 poligrafici e 10 collaboratori fissi interni, unitamente ai precitati costi di stampa e distribuzione, fossero un costo fisso che necessitava di una capacità finanziaria decisamente superiore al capitale sociale in caso le vendite non avessero mantenuto la soglia di break even è un elemento che in qualunque business plan, anche il più scalcagnato, il più approssimativo, va inserito, va considerato.

Che poco più di tre mesi non sia un tempo per raggiungere il break even è altrettanto un elemento che, senza nulla togliere, persino un neolaureato in economia aziendale inserirebbe a chiare lettere nella sezione economico-finanziaria di un qualsiasi business plan. I casi sono dunque due: o il business plan non è mai stato fatto o, in alternativa, è stato realizzato partendo da basi di eccesso di ottimismo [per usare un eufemismo] atte solamente a convincere gli investitori ad apportare il loro contributo.

Dopo il successo del primo giorno, con vendite nell’ordine delle 50mila copie, il giornale è immediatamente crollato al di sotto delle copie necessarie a garantirne la sopravvivenza. La mia frequentazione di alcuni gruppi di giornalai, di edicolanti [che colgo l’occasione di ringraziare per ospitarmi pur non avendone titolo]  già dopo una settimana mi aveva evidenziato con chiarezza che il giornale non si vendeva, ed infatti, secondo quanto dichiarato dallo stesso Telese, il venduto è intorno alle 4mila copie.

Se i segnali erano chiari e forti sin dall’inizio che il progetto editoriale non dava i frutti sperati come mai non è stato fatto nulla? Per quanto a me noto l’unica iniziativa è stata di procedere ad una distribuzione selettiva, di non fornire le copie a tutte le edicole. Aspetto che in assenza di una mappatura delle edicole, elemento sul quale mi soffermerò con la dovuta attenzione nei prossimi giorni, rischia solamente di deprimere ulteriormente le vendite generando rotture di stock laddove il giornale si vende.

Pubblico Edicola Ultimo Numero

Anche le visite al sito del giornale, che vengono sbandierate come un successo, erano invece un altro segnale che l’interesse intorno alla testata era scarso se vi fosse stato qualcuno in  grado di interpretare quei numeri.

Ed ancora qual’era il progetto editoriale, esisteva davvero? Quali le azioni di marketing? Da osservatore esterno balzano agli occhi diversi aspetti al riguardo.

Si procede ad abbassare ad un euro il prezzo del quotidiano, lanciato ambiziosamente a 1,50€, un altro errore nel posizionamento di prezzo per un giornale che dichiaratamente si rivolge agli “ultimi”, il 17 di novembre, dopo due mesi, quando ormai era evidente a chiunque che il giornale “non andava”.

Nessuna altra iniziativa, per così dire, di marketing risulta. Interazione e coinvolgimento pressochè nulli su Facebook, dove il numero di “fans” è decisamente basso per una testata nazionale, e la consueta autorefernzialità tipica dei mainstream media anche su Twitter facente funzione di megafono monodirezionale.

Oggi forse in molti, a cominciare paradossalmente dal quotidiano in questione come mostra l’immagine soprariportata tratta dal giornale di oggi, scriveranno che il problema è la carta, che pensare nel 2012 di lanciare un quotidiano in edicola oggi è una follia.

Personalmente non sono certo che sia davvero così ma quello di cui sono sicuro è che in qualunque settore si operi un piano strategico di medio periodo, ed i relativi aspetti economici che qualunque “buon padre di famiglia” deve considerare, un busness plan da utilizzare come bussola del proprio cammino e non come strumento per gettare fumo negli occhi e un’attività di marketing degna di questo nome non possono mancare in fase di avvio di un progetto, di una start up come è di moda dire.

Vale evidentemente ancorpiù, se possibile, in un mercato quale quello editoriale attraversato da dinamiche che non ne fanno esattamente un segmento facile da approcciare nè sul fronte tradizionale e neppure online.

La prima pagina di oggi, l’ultima di questa breve storia di «Pubblico» titola a caratteri cubitali “Grazie”. Forse sarebbe stato più opportuno un “Chi è causa del suo mal pianga se stesso”[#].

pubblico prima pagina ultimo numero

[#] Il riferimento NON è ovviamente ai dipendenti del giornale.

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Previsioni Nefaste

eMarketer riprende i dati di comScore su i primi 10 quotidiani online al mondo pubblicati, anche, in  questi spazi a metà di dicembre. Vengono inoltre diffusi i ricavi pubblicitari dei quotidiani statunitensi dal 2010 ad oggi e le proiezioni sino al 2016 suddivise tra carta e online.

Come mostra la tabella sottostante, le previsioni sono di un calo significativo della raccolta pubblicitaria per il formato cartaceo dei quotidiani anche nel 2013. Calo che dovrebbe continuare negli anni a seguire seppur attenuandosi.

Quello che colpisce di più è come anche nel 2016 i ricavi dall’advertising online non peseranno che meno di un quarto del totale delle revenues pubblicitarie [incidenza che sale anche per effetto del calo della carta] e che  comunque non compenseranno le perdite della versione tradizionale dei giornali che resterà in ogni caso predominante.

Proiezione ADV US Newspapers

E’ l’ennesima evidenza della necessità sempre più pressante, assolutamente attuale, di passare dal piedistallo allo sgabello, di immaginare un insieme di fonti di ricavo che vadano al di là del binomio attuale vendite – pubblicità che è sempre più evidente non sarà, non è in grado di garantire sostenibilità economica per i giornali.

Una parte del ragionamento che avrei voluto fare ieri a Radio24 ma che purtroppo la ristrettezza dei tempi radiofonici non ha consentito. Credo sia importante averne definitivamente consapevolezza, per questo ho voluto riprenderlo.

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Le 10 Prime Pagine che Hanno Fatto il Giro del Mondo nel 2012

233 Grados, “superblog” specializzato sull’attualità dei media e del mondo editoriale, ha pubblicato prima di Natale le 10 prime pagine che hanno fatto il giro del mondo per la loro rilevanza o anche per le polemiche che hanno generato.

Nella speciale classifica, che in qualche modo riassume anche l’anno informativo, figura la copertina del settimanale satirico francese «Charlie Hebdo» che ridicolizzava il profeta Mahoama e che generò proteste e violenze nel mondo arabo e, sempre per restare in Francia, la prima pagina di «Liberation» che a caratteri cubitale “consigliava” a Bernard Arnault “chasse-toi riche con” [vattene ricco coglione], o ancora la recente prima pagina del «New York Post» che decise di mettere a tutta pagina la foto di un uomo che stava per essere investito dalla metropolitana.

Il podio della classifica, il primo posto spetta però ad «Il Giornale» del 3 agosto di quest’anno che sopra la fotografia delprimo ministro tedesco Angela Merkel recava a caratteri cubitali la scritta “quanto reich” con chiaro riferimento al nazismo e che ovviamente fece infuriare i tedesci e fu ripreso in tutto il mondo non esattamente come esempio di eccellenza giornalistica, per usare un eufemismo.

No comment!

Il Giornale 4° Reich

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Le Notizie più Social del 2012 in Italia

Human Highway, , società di ricerche di mercato che, tra l’altro,  ha realizzato UAC Meter, strumento di osservazione e analisi della diffusione dell’informazione online sui social network, ha reso disponibili i dati relativi alle condivisioni sociali delle diverse fonti d’informazione nel nostro Paese nel 2012.

Dall’analisi dell’amplificazione sociale delle notizie emerge come ogni giorno in Italia le diverse fonti d’informazione, dalle versioni online dei quotidiani ai blog passando per le testate all digital, vengano pubblicati mediamente 2mila articoli al giorno che vengono condivisi da 250mila persone quotidianamente.

Evidenza di come i social media siano, anche, mezzi di distribuzione e diffusione dei mass media, come segnalava Tom Foremski, autorevole [ex] giornalista del «Financial Times», che ne ha  riassunto l’idea appunto con l’acronimo di SoDOMM [The Social Distribution of Mass Media]. Evidenza inoltre sia del passaggio dall’impression all’expression, dalla pura esposizione ai contenuti di un media a quello di lettura, apprezzamento e condivisione che del passaggio dallo user generated content allo user amplified content.

Il tasso di amplificazione sociale delle notizie di una testata diventa così un indice che esprime adesione, consenso o dissenso, partecipazione e coinvolgimento.

Per il 2012 sono state analizzate 40 testate che hanno prodotto 644mila articoli generando 54 milioni di “like” su Facebook e 4 milioni di tweet.

Se si conferma, come era già emerso dalle precedenti analisi,  che a primeggiare sono «La Repubblica» ed «Il Corriere della Sera», che da soli accorpano il 66,1% del totale delle condivisioni, la sorpresa viene da «Giornalettismo», testata all digital che si colloca al quarto posto, dopo «Il Fatto Quotidiano», per numero di condivisioni e che colpisce l’immaginario collettivo con un articolo su distrazione e potenzialità cerebrali dell’uomo che colleziona 112.749 condivisioni facendone la notizia più condivisa in assoluto nel 2012.

E’ interessante notare come la quarta notizia più condivisa [76.648 condivisioni] sia relativa ad una “bufala” pubblicata da «Il Mattino» di Napoli e poi dallo stesso corretta.

Grazie alla collaborazione di @nelsonmau, data journalist e recente co-fondatore di Dataninja, sito di recente creazione nato per raccogliere una serie di esperimenti di data-journalism, i dati pubblicati da Human Highway sono stati ulteriormente elaborati per approfondire il tema.

Emerge come il 72,2% delle condivisioni sia attinente ad argomenti relativi alla cronaca o alla politica del nostro Paese mentre lo sport raccoglie solo il 5,2%. O gli  sportivi dunque preferiscono continuare a discutere al bar oppure i quotidiani sportivi non stanno facendo un buon lavoro sui social network.

Si evidenzia inoltre la conferma dell’assoluto strapotere di Facebook rispetto a Twitter e Google+. Picchi nel numero di condivisioni si osservano il 23 febbraio, l’11 marzo, il 9 maggio ed il 24 di giugno. Date che non corrispondono agli hashtag più utilizzati su Twitter, quali terremoto o Brindisi per citarne alcuni, e che evidenziano le differenze tra Facebook e Twitter.

Argomenti più condivisi 2012

Differenza che emerge anche dalla spaccatura di quali siano le testate maggiormente condivise su Facebook e quali invece su Twitter con il primo più tradizionalista ed il secondo che lascia maggior spazio a testate all digital quali «Il Post» o «Linkiesta».

Come “sottoprodotto” infine, emerge, o meglio si conferma, la profonda differenza tra “like” e coinvolgimento, tra contare i “followers” e avere una conversazione con loro, come testimonia, a titolo esemplificativo, «La Gazzetta dello Sport» che su Facebook ha 773.569 “mi piace” ma non compare tra i primi dieci, e che altrettanto su Twitter conta 623.125 “followers” ma raccoglie un numero di condivisioni infinitesimale.

Condivisioni per SNCliccando sulle immagini avrete accesso ai grafici qui pubblicati in forma interattiva ed altre infoirmazioni che consentono di approfondire ulteriormente.

Update: Poichè attraverso commenti sui social network si rileva che forse non era stato espresso originariamente con sufficiente chiarezza, si segnala che le analisi che sono state fatte in collaborazione con Dataninja [confronti tra testate, classificazione delle news, incidenza dei tre SN] non possono dirsi rappresentative del totale dell’informazione – i 644mila articoli – poichè sono prodotte solo sui top articoli censiti, analizzati da HH, pari a meno dell’1 per mille degli articoli pubblicati. La specificazione non è mai ovvia; sorry.

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Il Sole24Ore: Nuovi Prodotti, Multimedialità & Content Paywall in Arrivo

Sono ormai un paio di mesi almeno che le indiscrezioni circa l’adozione di un paywall da parte di alcuni dei principali quotidiani nazionali del nostro Paese si fanno sempre più insistenti. Dopo la conferma da parte del presidente del gruppo editoriale Espresso-Repubblica dell’adozione di un  metered paywall per quanto riguarda l’edizione online di «La Repubblica» è adesso la volta del quotidiano di Confindustria.

In base alla documentazione ottenuta dal sottoscritto è certo che «Il Sole24Ore» adotterà quello che, forse coniando un neologismo, definirei un content paywall, ovvero l’offerta di notizie, di contenuti in parte ancora gratuiti ed in parte invece a pagamento. Se il 2013 sarà l’anno del paywall in Italia, dico subito che fra tutti, osservando anche quanto avviene in altre nazioni, il quotidiano color salmone è quello che a mio avviso ha migliori chances di successo in tal senso per la sua vocazione alla specializzazione.

L’adozione di un content paywall rientra in un piano editoriale di rinnovamento decisamente più ampio che è stato approvato anche dal comitato di redazione del quotidiano la scorsa settimana. Interessante, credo davvero, entrare nei dettagli.

Il progetto non è solo editoriale ma necessariamente anche organizzativo, nelle intenzioni mira a promuovere l’evoluzione digitale del «Il Sole24Ore» in un’ottica di completa integrazione carta-online e, ovviamente, di valorizzazione economica dei contenuti distribuiti attraverso il web o altri device/piattaforme.

Il Sole24Ore il giornale del giorno dopo

Il Progetto Editoriale:

1. Buongiorno dal tuo amico Sole

Un nuovo servizio con contenuti esclusivi che anticipa alle 6 della mattina alcuni contenuti della giornata del «Il Sole24Ore». Sono previsti:

  • Dall’America: chiusura di Wall Street e “Inside Usa” [settori, casi, report]
  • Dall’Asia: apertura dei mercati e “Inside Asia”
  • Il Mondo raccontato dal mondo: selezione della stampa internazionale
  • L’Italia raccontata dalla stampa internazionale

2. Quotidiano di carta

La chiusura anticipata alle 22 e la riduzione della foliazione, che interesserà anche altri giornali italiani, comportano una rapida evoluzione verso un nuovo modello di giornale, più snello nella struttura e meno scontato nei contenuti.

  • Notizie in esclusiva, analisi e grandi inchieste
  • Valorizzazione del metodo giornalistico del nuovo servizio “Rating24”, strumento di valutazione originale e rigorosa dei fatti davvero interessante
  • Rubriche che esaltano l’interazione con il lettore come “Dillo al Sole24”
  • Strumenti operativi come le Guide pratiche, L’esperto risponde e altro ancora
  • Filiera della divulgazione economica dalla Parola chiave al Dizionario e alla Bussola del risparmiatore

3. Sito Web e altri device/piattaforme

Riprogettazione sia grafica sia di contenuti del sito con l’obiettivo di aumentare la ricchezza informativa, sia free che a pagamento e rendere più fruibile l’informazione. Due, quindi, gli obiettivi. Da una parte, enfatizzare l’identità del Sole 24 Ore e facilitare il percorso di navigazione offrendo al lettore punti di riferimento molto intuitivi e facilmente riconoscibili. Dall’altra, declinare un’offerta strutturata su più livelli, tra contenuti free e quelli a pagamento, per assecondare al meglio le due domande con una segnaletica molto chiara e immediata. In sintesi:

Nella fascia principale di navigazione – sotto la testata – i punti di accesso alle informazioni sono identificati con i nomi delle stesse sezioni del quotidiano cartaceo [come Finanza & Mercati, Norme e Tributi, Impresa & Territori, Commenti & Inchieste, Italia Mondo] o dai brand classici per gli approfondimenti del Sole sull’innovazione tecnologica (Nova24) e sulla finanza personale (Plus24). Queste sezioni sono aree pregiate dove proporre contenuti e tool a pagamento; questa fascia principale si completa con due nuovi servizi:

  • “Strumenti di lavoro”: statistiche e informazioni tecniche comparate con la valorizzazione online di prodotti già sviluppati sul quotidiano di carta e tool di calcolo per gli utenti [ad esempio per l’Imu]
  • “Documenti”: una sezione che consente l’accesso rapido a testi ufficiali legati all’attualità, come accordi internazionali, leggi, circolari, nuovi contratti di lavoro etc. La rubrica viene riproposta all’interno di ogni singola sezione del sito
  • La sezione Store24,  la vetrina commerciale di tutte le offerte del Sole 24 Ore verrà posizionata al lato destro dell’home page generale del sito e delle home page dei singoli settori
  • Il Sole e suoi satelliti: In home page, nella fascia di navigazione trasversale (sopra la testata) sono indicati i settori satelliti del giornale e gli altri canali editoriali specializzati come Agricoltura24, Diritto24, Domenica24, Moda24, Casa24, Job24, Luxury24, Viaggi24, Radio24, Motori24. Shopping24 e Salute24. Tutti questi satelliti avranno una loro home page per rispondere con più ordine e spazi alla domanda di riferimento.

a) Area free

L’area free del sito è il luogo delle notizie in tempo reale:

  • Breaking news, primi dettagli di cronaca e significativo rafforzamento dei contributi audio-video
  • Trattamenti originali di notizie non coperte dal quotidiano cartaceo, ma molto apprezzate dai lettori online

 b) Area pay

Tipologia di contenuti a pagamento:

  • Aggiornamento/approfondimento delle news nelle sezioni verticali [Finanza, Norme, Impresa… etc.] con analisi, scenari e resoconti d’autore
  • Documentazione
  • Contenuti aggregati con correlati e contributi multimediali
  • Strumenti di formazione video/forum
  • Guide+ ed ebook
  • Prodotti da siti professionali specializzati

c) Versione digitale del quotidianoreplica

E’ la riproduzione integrale su tablet o pdf proposta già attualmente.

d) Replica arricchita e aggiornata del quotidiano

E’ la versione arricchita con contenuti aggiuntivi, correlati da banche dati,  contenuti d’archivio come puntate precedenti di inchieste, blog, grafici e strumenti di lavoro e multimediali photogallery e video tematici.

e) Quotidiano digitale del giorno dopo

Un nuovo prodotto. E’ il quotidiano digitale di transizione tra il giornale cartaceo già in edicola e quello in uscita il giorno dopo [vd immagine mock up sopra riportata prima del dettaglio sul piano editoriale]

f) Filiera nuovi prodotti digitali a pagamento [microacquisti] o in abbonamento

Questi nuovi prodotti sono verticalmente a cura delle redazioni di riferimento e integrano i contenuti tecnici con la nuova area di info-design [Ufficio grafico e sviluppo multimediale]. Ad esempio:

  • Manifattura 24: resoconto testuale dell’inchiesta sui nuovi distretti pubblicata dal giornale, arricchita con un’introduzione, un’appendice scientifica e ricostruzioni visualizzate a cura dell’ufficio grafico multimediale. E’ l’Enciclopedia Treccani dell’economia reale, in formato digitale e duplice versione italiana e inglese.
  • Start up [Nòva24] e Mondo & Mercati [Esteri e Lunedì]
  • Contenuti digitali tecnico-normativi

Seppure non siano disponibili i livelli di prezzo delle diverse offerte, verrà spinto, incentivato sempre l’acquisto di soluzioni che includono il quotidiano. In particolare, in tutte le modalità di abbonamento, verrà reso conveniente l’acquisto delle soluzioni “premium digital”  e “print + online”, rispetto alla versione “standard online [vd immagine per dettagli]. Previa registrazione sarà possibile accedere ad un massimo di 10 contenuti a pagamento, sulla falsariga di quanto già avviene per «The Economist».

Il Sole24Ore Offerte

Il Piano Organizzativo:

1. Strutture di gestione

a) Superdesk carta-online

Aggiunta di almeno 5 unità e ha tre responsabili. E’ articolato su due turni, alla testa di ognuno dei quali ci sono un vicedirettore responsabile e un caporedattore responsabile. Alcuni dei  compiti del superdesk sono:

  • Gestione centralizzata del “news planning” attraverso il sistema editoriale: agenda degli eventi, assegnazione degli incarichi, coordinamento e feedback con tutta la redazione. Il sistema è alimentabile e consultabile dal superdesk e dai responsabili online dei singoli settori
  • L’attivazione in tempo reale di tutta la filiera informativa legata a una notizia [dalla breaking news sul sito all’inchiesta per il quotidiano] e il monitoraggio sull’attività dei settori/redazioni
  • Un caporedattore del superdesk assume il ruolo di “social media editor”, con il compito di promuovere nelle community della rete i contenuti del Sole 24 Ore e di coordinare l’attività social media dei settori

Questi, ed altri dettagli che ho ritenuto di non pubblicare, [di]mostrano come cambi il lavoro del giornalista e l’organizzazione del lavoro

b) Rafforzamento desk per il Web

Il desk del web viene potenziato con 3 nuove unità al fine di garantire il massimo della velocità e dell’utilità nel confezionamento dell’offerta informativa e specializzata. Si occupa anche di realizzare approfondimenti esclusivi per l’online.

c) Ufficio grafico e sviluppo multimediale [nuova area precedentemente non esistente]

L’ufficio grafico e sviluppo multimediale progetta e coordina tutta l’attività grafica e visual: design, infografiche, fotografie e strumenti digitali interattivi. Saranno inserite allo scopo due nuove persone a tempo pieno e  una rete di collaboratori tecnici specialistici free lance o comunque non assunti a tempo pieno nell’area photo editor e digital media

d) Responsabili digital e social media per tutte le redazioni e relativi canali tematici

  • Tutte le redazioni parteciperanno al ciclo integrale trasversale di produzione e aggiornamento delle informazioni con programmi mirati di servizi sia per l’edizione cartacea, sia per l’attività online free e pay, sia per i prodotti digitali specializzati per abbonamento o diretti al mercato dei singoli micropagamenti
  • Ogni singola redazione deve individuare specifiche responsabilità di coordinamento dei contributi per l’online e per l’informazione digitale nel suo complesso. Tra le responsabilità rientra anche la gestione degli account di settore per i social media

2. Nuovo layout della redazione

Risistemazione degli spazi della redazione e degli assistenti poligrafici finalizzata a valorizzare la centralità del superdesk, dell’ufficio grafico e sviluppo multimediale e del desk online nel ciclo dell’informazione multipiattaforma.

3. Formazione della redazione

  • Nell’immediato: Formazione specifica on-the-job per il superdesk, il desk online e i responsabili di settore, con particolare riferimento alla creazione e alla gestione di contenuti a pagamento oltre al planning digitale
  • In futuro: Formazione sulle tecniche di scrittura per il web [taggatura, metadati e motori di ricerca], gestione e moderazione dei commenti online, formazione sull’utilizzo dei social media e sull’engagement con gli utenti

Il Sole24Ore Paid Content

Come si suol dire in questi casi, “my 2 cents”. In sintesi:

  1. Operazione complessivamente condivisibile e ben congegnata [resta da vedere il pricing delle diverse opzioni di abbonamento]
  2. Personalmente spingerei di più su acquisto singoli contenuti premium, magari anche su altre aree, se del caso appoggiandosi a content providers esterni in fase iniziale
  3. Si parla poco di social media se non per quanto riguarda la parte di formazione, che però viene rinviata ad un futuro non meglio specificato, e soprattutto si parla poco di social, di creazione di community d’interesse NEL sito, e sempre in maniera generica mentre le altre aree sono ben dettagliate. Questa è un area da ampliare a mio avviso soprattutto per l’area free che, se resta strategica per la raccolta pubblicitaria dell’online come viene detto nella documentazione, ne ha assolutamente bisogno.
  4. Da quello che capisco io, bene anche area organizzazione con incremento personale; è ovviamente importante
  5. Tanto condivisibile quanto necessaria la logica di intregrazione e di complementarietà tra carta e online; finalmente ci siamo arrivati
  6. Non si ragiona di contenuti più adatti a pubblico meno istituzionale e più smaliziato né di servizi online dedicati ai canali specialistici. Basterà cambiare guscio? Non è che si rischi che il piano parta già un po’ datato? [Chiedo eh?]
  7. Nella documentazione non ci sono previsioni di target di risultato che invece dovrebbero esserci assolutamente

Buon lavoro e buon 2013. Speriamo che il sole splenda l’anno prossimo.

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L’Irresistibile Tentazione dei Luoghi Comuni

Ogniqualvolta che si verificano atti di violenza straordinaria, che sia la strage ad Utoya in Norvegia o il massacro di bambini nel Connetticut per citare solo due dei casi più recenti, qualche idiota, soprattutto se l’assassino è di giovane età, attribuisce la colpa di quanto avvenuto ai videogames.

Anche questa volta nel caso della strage di Newton, dopo una settimana di silenzio, la National Rifle Association nella conferenza stampa convocata per cercare di arginare il montare di proteste negli Stati Uniti contro l’attuale legislazione sulle armi ha detto che le cause del massacro nell’asilo sono da imputare ai videogiochi. Tesi ripresa dal «National Post» come segnala Giuseppe Granieri in un suo articolo ricco di approfondimenti sul tema.

Anche il «The New York Times» interviene sulla questione sostenendo che alcuni videogiochi sono usati dalle società produttrici per promuovere le armi presso i potenziali clienti, parlando di product placement e di marketing delle armi attraverso i videogames confondendosi clamorosamente rispetto a quelli che invece sono semplici accordi di licensing che avvengono, ad esempio, anche nei giochi di corse d’auto o nelle simulazioni dei tornei di calcio.

E’ l’irresistibile tentazione dei luoghi comuni unita ad una totale assenza di cultura videoludica.

Cultura Videoludica

Uno studio del 2010 evidenzia con chiarezza che non vi è correlazione alcuna tra comportamenti violenti e  videogames. Un articolo di «Forbes», pubblicato ad aprile di quest’anno,  mostra come a fronte di un costante aumento delle vendite di videogiochi, anche, negli Stati Uniti corrisponda una diminuzione dei crimini violenti.

Il «The Washington Post» riprende uno studio comparativo in dieci nazioni nel mondo che conferma ulteriormente come non vi sia evidenza alcuna di una relazione effettiva tra diffusione dei videogames e violenza, anzi. Dai dati pubblicati il 17 dicembre scorso emerge chiaramente come le nazioni con una maggiore spesa procapite in videogiochi siano quelli con un tasso di omicidi con armi da fuoco tra i più bassi.

- Clicca per Ingrandire -

– Clicca per Ingrandire –

Come scrivevo tempo fa su Twitter, se i videogames istigano alla violenza allora la tv istiga alla menzogna ed alla mercificazione sessuale, nel nostro Paese ahimè più che in altri. Speriamo di aver messo un punto fermo sulla questione.

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Jesus Christ Superstar

“Jesus Christ Superstar”, film prodotto nel 1973, tratto dall’ opera musicale andata in scena per la prima volta a Broadway nel 1971, racconta gli ultimi 6 giorni di vita di Gesù Cristo nella maniera più anticonvenzionale, ma forse anche più realistica, con cui possa essere narrata.

Il film ha ottenuto numerosi riconoscimenti internazionali sia per il girato che per la musica ed ancora oggi, ad oltre 40 anni dalla prima rappresentazione teatrale, continua ad andare in scena a testimonianza del suo successo e della sua attualità.

La versione integrale del film è stata caricata su YouTube meno di 4 mesi fa e, in questi giorni in cui le televisioni trasmettono la decima replica di “Una poltrona per due” [et similia], trascorrere circa un’ora e mezza per [ri]vederlo è secondo me un’opzione molto interessante, con rappresentazioni di Maria Maddalena e di Giuda davvero straordinarie ed una musica che ha fatto la storia del rock.

Auguri e Buon Natale!

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Elogio della Carta

Newspaperwork piattaforma di marketing degli editori di giornali del Belgio creata per promuovere il valore e l’impatto positivo della comunicazione pubblicitaria sui quotidiani cartacei ha realizzato un video per dimostrare come i contenuti di un giornale siano talmente ricchi ed interessanti da catturare completamente l’attenzione del lettore.

Nel video a tre responsabili della comunicazione, tre importanti investitori pubblicitari: Telnet, BNP Paribas e Coca-Cola, viene offerto un giro in auto affinchè possano leggere il giornale. Mentre vengono trasportati sono esposti a situazioni paradossali per tentare di distrarli dalla lettura, come un signore che si incendia o una banda di rapper in una cabriolet giudata da un orso, ma la loro attenzione resta sino alla fine del tragitto completamente dedicata al quotidiano.

Il video è stato caricato su YouTube il 20 dicembre e in 72 ore ha avuto più di 46mila visualizzazioni. Il primo a commentare il filmato, due giorni fa, si chiede come mai allora il video non sia stato messo sulla carta, sul giornale. Nonostante la battuta sia facile ironia la domanda è corretta da ogni punto di vista.

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Racconto di Natale 2012

Sandro, l’amico al quale avevo già dedicato il racconto di Natale nel 2011, era andato dal dentista, una piccola caria e soprattutto una specie di bolla che sentiva in fondo al palato con la lingua e che, quando qualche volta si concedeva “un’ammazzacaffè” dopo cena, gli bruciava.

Erano già un paio di mesi che ce l’aveva, lui con i medici non andava tanto d’accordo, ma adesso aveva deciso di farsi vedere. Seguirono un paio di mesi di analisi, di visite specialistiche e di dentisti, tre, che dicevano la loro, spesso diversa. L’ultimo dentista al quale si rivolse, “un professorone” con pubblicazioni scientifiche e lavori statunitensi appena lo vide lo mandò di corsa al laboratorio di analisi dell’università con la quale collaborava a fare un biopsia. “Non sarà niente sicuramente, alla sua età è molto difficile che…, non si preoccupi è solo per sicurezza” disse il professore a Sandro.

Passarono due lunghe settimane di attesa e arrivarono, finalmente, i risultati dell’esame. Il primario del reparto volle consegnarglieli personalmente. Arrivò con al seguito uno stuolo di medici e praticanti, come spesso accade, lo sguardo sfuggente e gli disse: “è quello che avevamo detto”, “cioè?” replicò Sandro, lo sguardo si abbassò e pronunciò solo poche parole, quelle che nessuno vorrebbe mai sentirsi dire, “è un tumore, bisogna operare il prima possibile”.

Sandro, sguardo da duro, da uno che nella vita ne ha viste tante, ma cuore tenero, volle sapere tutto sul tipo di intervento, la durata, le probabilità di salvezza e mille cose ancora. Il professore si manteneva distante da lui accerchiato dagli altri camici bianchi, gli disse che erano necessari altri esami ma che orientativamente l’intervento sarebbe durato almeno 8 ore e che però era risolutivo; al 90%. Sandro guardò Carla, la moglie, che per l’occasione l’aveva accompagnato, si girò verso il professore e disse: “va bene operiamo”.

Dopo una decina di giorni fu chiamato dalla segreteria dell’ospedale, “si presenti a digiuno giovedì prossimo, dobbiamo farle gli esami di pre ricovero e farla parlare con l’anestesista”. Lo sguardo sfuggente ancora una volta del primario che avrebbe dovuto operarlo e l’approssimazione dell’anestesista lo convinsero che no, non era con quelle persone, in quella struttura, che voleva giocarsi la vita e grazie ad amicizie [si sa come funziona, ahimè, in Italia] riuscì ad ottenere una visita allo IEO [*], la miglior struttura in Italia per questo tipo di patologie.

Fu così che in capo a un mese, dopo altri esami ed approfondimenti, lo contattarono “si presenti il 9 gennaio qui da noi a Milano, il 10 mattina sarà operato” gli dissero.

E’ iniziato così il 2012 di Sandro, entrato in sala operatoria il 10 mattina ed uscito l’11 dopo 12 ore di intervento e 10 in terapia intensiva in osservazione e un altro intervento di altre 4 ore l’11 notte per delle complicazioni post operatorie. Doveva stare un paio di settimane in ospedale ma vi rimase invece per circa un mese, altre complicazioni proprio la mattina del giorno in cui doveva essere dimesso, da solo tranne qualche visita di amici, poiché lui non abitava a Milano e la moglie dopo i primi giorni era rientrata a casa a curare la loro figlia di soli tre anni.

La gioia del ritorno casa fu minata dalle difficoltà post operatorie. Ancora non riusciva a mangiare se non qualche pappina, gli omogeneizzati che si danno per lo svezzamento ai bimbi, faticava a deglutire ed anche la parlata non era fluida. Tutto questo lo rendeva molto teso, nervoso mi disse quando andai a trovarlo pochi giorni dopo. Lui era un uomo d’azione, sempre in movimento, quando andò dalla logopedista per migliorare sia l’alimentazione che il verbale la prima cosa che le disse fu che entro due mesi doveva partecipare come relatore ad un convegno che non voleva perdersi per nessuna ragione al mondo, dovevano metterlo in condizione di parlare bene per allora. “Io a quel convegno ci vado anche sui gomiti” fu una delle prime cose che mi raccontò durante il nostro incontro.

Stringendo i denti come era nel suo carattere Sandro partecipò a tutti e cinque i giorni della manifestazione e i suoi interventi furono apprezzati dai partecipanti ma Sandro, che appassionato del suo lavoro ne aveva sempre fatto la priorità assoluta nella vita, questa volta non era contento. Sua moglie Carla all’ultimo momento non aveva voluto venire, nonostante lui l’avesse sollecitata più volte in tal senso, accampando motivi che a lui parevano banali, delle giustificazioni più che delle reali motivazioni; c’era qualcosa che non andava, se lo sentiva.

Lo chiamai il 20 maggio sera, nella zona dove abitava c’era stato il terremoto e volevo assicurami che lui e la sua famiglia stessero bene, che la sua casa non avesse subito danni. Mi rispose quando preoccupato stavo per riattaccare dopo tanti squilli a vuoto. “Sai Pier Luca, non avevo voglia di rispondere, non te la prendere non ce l’ho con te ovviamente, ma, davvero, non ho voglia di parlare con nessuno oggi” furono le sue prime parole. Gli chiesi se la casa avesse avuto gravi danni, se lui, sua moglie e sua figlia stessero bene ancor più preoccupato dalla sua risposta. “No alla casa non è successo nulla e stiamo tutti bene di salute grazie, ma da stamattina dopo una furiosa litigata sono andato via di casa, Carla mi ha detto di fare le valigie e di lasciarla in pace. Quando ti si dice così non puoi far altro che togliere il disturbo” mi disse con la voce rotta dai singhiozzi del pianto.

Lui amava tantissimo sua moglie, quando me ne parlava nei nostri incontri gli brillavano gli occhi tutte le volte che la nominava era evidente a chiunque che lei fosse molto importante per lui che 7 anni prima si era trasferito nella zona di residenza della moglie proprio per andare a vivere insieme.

Da allora, nonostante Sandro abbia tentato di ricucire la relazione, non c’è stato un seguito positivo e, dopo le consuete pratiche legali, lui ha scelto di allontanarsi dalla località dove vivevano insieme, anche se non troppo per stare, almeno, vicino a sua figlia, per provare a dimenticare, a rimuovere grazie alla distanza quel che ha nel cuore straziato dal dolore della separazione.

Per fortuna la malattia ormai è alle spalle, curata con successo, pare, ed anche il lavoro gli “gira bene” e lo tiene impegnato, una cosa importante, ma quando ci vediamo [ora che è solo capita più spesso] non posso fare a meno di notare come sia cupo, quanto sia svanito il sorriso sul suo volto che invece prima, anche nei giorni duri del cancro, era gioioso, con quel suo fare che sino a pochi mesi fa si caratterizzava per avere sempre una battuta scherzosa che a mi strappava sempre un sorriso se non una risata.

Una storia, ahimè triste, che ho voluto raccontare, uscendo dai temi normalmente trattati in questi spazi, per narrare, per ricordare a quanti troppo spesso lo dimenticano, quanto sia importante nella vita di tutti noi l’amore e quanto importante sia altrettanto non dimenticarsene mai neppure nei momenti in cui ci facciamo sopraffare da altri eventi, da cose che in quel determinato momento ci appaiono più rilevanti, altrimenti, prima o poi ci troveremo nella situazione di pentircene.

Tenetelo, teniamolo a mente, anche, in questi giorni che tradizionalmente sono dedicati alla famiglia, qualunque essa sia dal mio punto di vista, di fatto, tradizionale o di persone dello stesso sesso che si vogliono bene.

Un abbraccio sincero a voi e ai vostri cari, con l’augurio di un buon Natale pieno d’amore. Davvero.

Christmas Life

[*] Sandro, al quale per correttezza ho fatto leggere in anteprima questo racconto nonostante venga utilizzato uno pseudonimo, mi ricorda che è possibile fare acquisti o donazioni allo IEO, io l’ho fatto. Anche questo è Natale; auguri ancora.

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Il Paywall del NYTimes Genera il 12% dei Ricavi da Vendite

Il tema dell’introduzione dei paywall è argomento caldo anche in Italia dove si fanno sempre più insistenti e concrete le voci di una sua adozione anche da parte delle principali testate nazionali del nostro Paese.

Bisogna riconoscere che lo scetticismo che era stato espresso da molti, incluso il sottoscritto, al tempo dell’introduzione del metered paywal del NYTimes circa 18 mesi fa è smentito dai fatti. Ora per il quotidiano le vendite del giornale pesano più della pubblicità e la versione digitale nel suo insieme [versione per pc, tablet, smartphone] rappresenta circa il 30% delle vendite in quantità.

Secondo quanto riporta Bloomberg, che cita i dati di un’analista finanziario specializzato proprio nella area dei media, il paywall pesa il 12% del totale dei ricavi delle vendite del giornale, che quest’anno dovrebbero raggiungere complessivamente 768,3 milioni di dollari, pari a circa 92,2 milioni di $.

Se certamente si tratta di ricavi importanti bisogna ricordarsi che il sito del giornale statunitense è il secondo al mondo, dopo il «Mail Online», per numero di utenti unici che vi accedono , con 48,7 milioni di utenti unici nel mese di ottobre di quest’anno secondo le rilevazioni diffuse recentemente da comScore.

Come sottolinea anche paidConten commentando la notizia, non sono ricavi che da soli potranno consentire al «The New York Times» una sostenibilità economica che dovrà sostenersi inevitabilmente utilizzando altre leve, arricchendo il mix, anche perchè ovviamente il trend di grande crescita delle vendite della versione digitale nel tempo si stabilizzerà cessando di generare ricavi supplementari.

E’ opportuno infine ricordarsi, per avere un quadro il più completo possibile, che le vendite della versione digitale sono effettuate a caro prezzo, sostenute da una fortissima promozionalità, ed infatti i ricavi anche in quest’area continuano ad essere calanti nel complesso come evidenzia un altro analista finanziario che ha pubblicato recentemente i dati storici e le proiezioni sino al 2016 al riguardo in base alle quale consiglia di vendere il titolo azionario del quotidiano.

Scrive Marco Pratellesi che “in un contesto di grandi cambiamenti, aspettare che qualcuno trovi un nuovo modello di business che sostituisca il precedente per poi seguirne la strada potrebbe rivelarsi letale”. Che sia quello che sta succedendo con le aspirazioni di erigere dei muri dei quotidiani generalisti nazionali?

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