Archivi del mese: febbraio 2011

Esplorazioni della Vita Digitale

Bloom, neo nata società specializzata nella visualizzazione di informazioni, ha creato Fizz, applicazione che fornisce una prospettiva diversa all’informazione testuale.

Al primo accesso viene richiesto se collegarsi con Facebook o Twitter, dopo aver effettuato la selezione desiderata viene mostrato sotto forma di cerchi di diverse dimensioni lo streaming della piattaforma prescelta.

Ogni circolo grande rappresenta una persona e quelli di minor dimensione al suo interno i singoli update.

Ricercando all’interno nell’apposita barra un termine, una parola chiave specifica, vengono visualizzati tutti i cerchi, e dunque tutti gli interventi, che fanno riferimento a quella parola.

Personalmente ho sperimentato entrambe le possibilità [nell’immagine quella relativa a Twitter] verificando i diversi risultati dati da una differenza, da una sovrapposizione solo parziale, dei contatti.

Siamo normalmente portati a ritenere che la visualizzazione delle informazioni sia solo un output, strumenti di questo tipo consentono di sovvertire l’ipotesi trasformandosi in elementi di input e controllo in tempo reale filtrando la rindondanza informativa digitale.

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Il Dilemma degli Editori

Frédéric Filloux su Monday Note esamina il caso del “Washington Post” a titolo esemplificativo di quello che è, sotto il profilo economico, l’attuale dilemma degli editori.

Secondo quanto riportato, nell’ultimo trimestre del 2010 il rapporto, in termini di ricavi, tra online e carta stampata ha raggiunto un’incidenza del 43% per il quotidiano statunitense.

Quella che in termini di prospettiva potrebbe apparire come una buona notizia, racchiude invece il problema di fondo del comparto editoriale. Infatti, come mostra il  grafico di sintesi sottoriportato, per ogni dollaro di ricavi recuperati dall’online ne sono stati persi cinque nella versione stampata.

Si tratta di una tendenza che non lascia speranza alcuna relativamente alla possibilità di compensazione delle perdite dall’area di business tradizionale attraverso l’online.

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Attualissimo

Il Presidente del Consiglio rispolvera ancora una volta il suo discorso del 1994, quello della discesa in campo perché – spiega – «mi sono reso conto che è attualissimo».

Sono andato a ripescare il discorso integrale di allora per produrre una “word cloud”, una nuvola di parole, che visualizzi i concetti espressi.

Una legge elementare di psicologia della comunicazione dice che più le parole ripetute sono astratte e interpretabili con larghezza di significati, più alto è il rischio che siano passepartout, che non impegnano l’emittente e possono essere equivocate.

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Intervista

Divenuta celebre grazie alla messa in onda su “Striscia la Notizia” del suo intervento alle spalle dell’Onorevole Bernini, Annarella viene intervistata mentre partecipa ad un presidio per la raccolta di firme contro il Governo.

Il video, dopo essere stato condiviso su Facebook il 17 Febbraio, ha già sorpassato le 400mila visualizzazioni su YouTube e la ricerca su Google fornisce oltre 34mila risultati.

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Houston Abbiamo un Problema

The Indipendent nell’edizione di oggi pubblica un articolo di Harold Evans, giornalista e scrittore anglosassone di fama, sull’importanza del ruolo di un’ informazione corretta, elemento cruciale di difesa della libertà dei popoli.

L’ex direttore del “Times” effettua un analisi storica, di grande attualità, del contributo fornito dai media, ed in particolare dalla stampa, nella salvaguardia della democrazia, e sulla responsabilità affidata al giornalismo al quale sono richieste responsabilità, affidabilità ed imparzialità.

Sono elementi assolutamente condivisibili che la stragrande maggioranza degli utenti si attende ma non ritrova nella propria esperienza quotidiana.

Secondo i risultati di un sondaggio condotto da Financial Times/Harris Poll negli USA ed in 5 stati Europei, Italia inclusa,  i media non sono nè neutrali nè imparziali e la loro affidabilità, la loro credibilità, è sempre meno riscontrata.

Tra tutte le nazioni prese in considerazione dalla ricerca è proprio l’Italia il paese in cui il livello di fiducia nei media è ai minimi termini, con il 74% degli intervistati che dichiara di non ritenere affidabili, veritiere, le informazioni trasmesse relativamente a politica ed economia dai mezzi di comunicazione.

L’indagine ha misurato anche la tendenza rispetto a 5 anni fa relativamente all’affidabilità che viene accordata ai media evidenziando come sia, ancora una volta, il nostro paese quello nel quale vi è la maggior percentuale di persone che ritiene l’informazione meno accurata rispetto al passato.

Albert Camus, nella sua narrativa filosofica caratterizzata dai turbamenti esistenziali, scriveva che “una sola frase basterà a descrivere l’uomo moderno: egli fornicava e leggeva i giornali”. La coincidenza dei due temi nelle cronache italiane degli ultimi anni dovrebbe ulteriormente indurre a riflettere circa i risultati della ricerca.

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Quello che Google ha Imparato nel 2010, da Google

Il video, pubblicato all’inizio di questo mese, riassume, a fini evidentemente promozionali, alcune delle principali evidenze raccolte da Google relativamente al comportamento dell’utenza online, alla tipologia di ricerche ed all’influenza delle stesse.

Si scopre così, tra l’altro, che:

  • Gli acquirenti di un pc portatile effettuano mediamente 14 ricerche sul tema prima di comprare
  • Il 60% delle responsabili d’acquisto ricerca coupons ed offerte speciali online
  • Il 25% di coloro che sono intenzionati a cambiare la propria auto utilizzano internet in mobilità per effettuare le loro ricerche sul tema
  • Il 75% dei pazienti ricerca i sintomi della propria malattia sul web prima di discuterne con il medico
  • Il 40% dei turisti consultano opinioni e commenti online prima di scegliera destinazione e struttura del viaggio

Se i dati forniti confermano ancora una volta l’influenza del web rispetto alle dinamiche di acquisto, secondo i risultati dello studio sull’ Europa Digitale pubblicati da comScore  nei prossimi cinque anni potrebbe esserci una inversione di tendenza, o quantomeno di ruoli, con Facebook in qualità di motore di ricerca e Google, al contrario, in veste di rete sociale.

Se il valore dei motori di ricerca è attualmente indiscutibile, anche nel nostro paese, certamente le reti sociali, i social media sono contesto di aggregazione, condivisione e di forte influenza.

Difficile dire oggi chi dei due competitors trarrebbe maggior vantaggio da un eventuale switch di ruoli. Se fossi chiamato ad una imponderabile previsione personalmente propenderei, visto anche l’enorme gap di redditività, per  la casa di Mountain View.

A margine, si segnala che da ieri Google, come aveva anticipato, ha rilasciato una nuova versione, un aggiornamento del proprio algoritmo per arginare la scalata nei risultati forniti dalle ricerche  di contenuti di bassa qualità.

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L’Italia è più Democratica della Francia

Il New York Times, in un articolo dedicato alla decadenza della potenza statunitense, pubblica una tabella comparativa che sintetizza i fattori salienti delle principali economie avanzate del pianeta.

Nonostante le fonti dalle quali sono stati estrapolati i dati siano di assoluta attendibilità, lascia perplessi apprendere, ad esempio, che il nostro paese avrebbe un maggior tasso di democrazia rispetto ai cugini transalpini.

E’ uno degli elementi riportati che stride rispetto a molte altre rilevazioni e indagini sul tema, che induce a riflettere sull’affidabilità dei dati e, soprattutto, sulla necessità di interpretazione degli stessi.

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Il Mondo è Ossessionato da Facebook

Il video riassume i dati più aggiornati sul social network più popoloso del mondo dal numero di richieste d’amicizia alle dimensioni del caricamento delle foto ed altre numerose transazioni che avvengono su Facebook nell’arco di 20 minuti.

Motiongraphic che offre uno spaccato dell’amore mondiale, quasi ossessivo, per Facebook.

Visti i numeri dirompenti, è opportuno ricordare anche che, nonostante 1 su 13 abitanti del pianeta utilizzi la creazione di Mark Zuckerberg, l’impresa è attualmente ancora lontana dall’essere profittevole.

Avvertenza strettamente legata alle valorizzazione di Facebook ed altri social network che sta facendo tornare a parlare gli analisti di “bolla 2.0“.

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Il Piano Strategico 2011 – 2013 di RCS

Il piano strategico di sviluppo di RCS per il periodo 2011 – 2013, rilasciato definitivamente la scorsa settimana, si articola attraverso le seguenti direttrici strategiche:

– Consolidare e rafforzare la produzione editoriale di qualità, con il ripensamento dei prodotti e dell’offerta.

– Sviluppare relazioni durature con i lettori e gli investitori, con l’obiettivo di aumentarne e consolidarne la fidelizzazione.

– Potenziare l’evoluzione multimediale e digitale dei Power Brand Quotidiani italiani e spagnoli, dei Periodici Verticali e dei Libri.

– Riprogettare i modelli di business con particolare riferimento ai ricavi, all’assetto organizzativo generale, ad una nuova organizzazione del lavoro e soprattutto al patrimonio di competenze aziendali.

– Focalizzare gli investimenti e le ambizioni di crescita in Italia e all’Estero per la difesa dell’editoria tradizionale e per lo sviluppo del business multimediale e digitale, disinvestendo da asset non core.

In termini economico – finanziari, l’obiettivo del gruppo RCS è di raggiungere un incremento di 536 milioni di euro a fine 2013 nel settore dell’editoria digitale stabilizzando gli attuali ricavi dal comparto tradizionale che attualmente ammontano a 1.917 milioni di euro.

Complessivamente dunque l’area digitale dovrebbe pesare in prospettiva poco più del 20% rispetto ad un totale di ricavi attesi per 2.453 milioni di euro.

Con specifico riferimento all’area dei quotidiani online ed all’informazione digitale il gruppo editoriale ripone le sue speranze fondamentalmente sul mercato spagnolo, mentre sono decisamente meno rosee le ipotesi per quanto riguarda direttamente il nostro paese che vedrebbero una forte contrazione dei ricavi dalla raccolta pubblicitaria online.

In particolare è grazie all’area di business che fa capo al  quotidiano “El Mundo” ed alla sua piattaforma digitale a pagamento che si attende di raggiungere 103mila sottoscrizioni tra web, smartphones e tablets.

Il Piano strategico 2011 – 2013, comprensivo dei risultati preliminari del 2010, è liberamente scaricabile e la lettura del documento completo è caldamente raccomandata.

Emerge con assoluta chiarezza come il futuro dei quotidiani a medio termine non sia online né in termini di raccolta pubblicitaria né a livello di possibili ricavi significativi dal pagamento delle edizioni online/digitali.

Credo che definitivamente non possa esserci dubbio relativamente al fatto che, in prospettiva, il futuro dei quotidiani si giochi sulla capacità di realizzare sinergie, convergenza, tra le versioni digitali e quelle tradizionali, utilizzando ciascun mezzo, ciascuna versione a supporto dell’altra.

So che risulta sgradevole ricordarlo, ma da queste parti è da un pezzo che lo stiamo dicendo.

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Interattività Vò Cercando

L’utilizzo delle mappe come strumento di sintesi grafica ed interazione in ambito informativo è sempre più diffuso.

Dal ciclone WikiLeaks in poi non c’è versione online dei principali quotidiani del pianeta che non abbia prodotto una propria versione come supporto alla massa di informazioni.

La rivolta araba e gli avvenimenti in Libia di questi giorni sono stati l’ennesima dimostrazione della diffusione di questo mezzo d’informazione, come testimoniano le diverse mappe segnalate sabato, alle quali si aggiunge ora quella prodotta da “La Informaciòn” che effettua una radiografia delle condizioni delle nazioni di Nord Africa e Medio Oriente.

Dopo l’assoluta carenza dei quotidiani italiani anche sotto questo profilo, “La Repubblica” propone da ieri  una propria versione di questa modalità informativa con quella che dovrebbe essere la mappa interattiva della rivolta in Libia.

Il risultato è a dir poco deludente con grafica, interattività e livello di informazione davvero ai minimi livelli.

Unica attenuante è che sia colpa del freddo.

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