Archivi del mese: aprile 2012

SperimentAzioni & InterAzioni al Festival Internazionale del Giornalismo

Nella cornice della sesta edizione del Festival Internazionale del Giornalismo, splendido laboratorio creativo su tutto l’universo dei media, non poteva mancare uno spazio dedicato a Twitter, il newswire per eccellenza.

Il  progetto di “Social Network Analysis” è stato perciò realizzato conducendo un’analisi, sia quantitativa che qualitativa dei tweet contenenti l’hashtag ufficiale #ijf12, monitorati e analizzati per tutta la durata del festival.

Ne è emersa in tal modo una descrizione dell’evento che ha reso Twitter un protagonista del Festival, non solo come termometro sociale, ma anche come narratore delle giornate che si sono svolte al Festival del Giornalismo. Tutte le analisi pubblicate sono visibili sul sito del Festival ed è stato deciso, per correttezza e trasparenza, ma anche per consentire ulteriori elaborazioni a chi volesse, di rendere disponibili, open, i dati raccolti, oltre 25.000 tweets in cinque giornate di grandissa intensità.

L’analisi specifica di Social Network Analysis e le relative mappe sono state pubblicate a conclusione della manifestazione. Visualizzando la mappa si notano cluster [gruppi] di colore diverso, identificati attraverso le loro interazioni. E’ cosi possibile osservare con gli occhi di Twitter la fotografia più recente e completa dei media presenti al Festival Internazionale del Giornalismo.

La conferma della circolarità dell’attuale ecosistema dell’informazione.

#ijf12 Twitter Influence Graph

Oltre alla supervisione al progetto da parte del sottoscritto, le analisi sono state realizzate grazie all’apporto di:

Angelo Centini, coordinatore dell’iniziativa, Clarissa Massarelli e Matteo Di Renzoni, volontari del Festival Internazionale del Giornalismo assegnati al progetto dall’organizzazione del Festival.

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Copertine Rifiutate

«The New Yorker» deve sicuramente alle sue splendide copertine una fetta importante della propria notorietà ed autorevolezza nel panorama editoriale, tanto da averne fatto anche una fonte diretta di ricavo.

«The Guardian» pubblica oggi 10 copertine del periodico statunitense che furono rifiutate dalla redazione, dal 1993 ad oggi, per essere troppo polemiche o eccessivamente provocatorie. Come, ad esempio, quella nell’immagine sottoriportata che mostra come veniva interpretato l’affair tra Bill Clinton e Monica Lewinsky.

Interessante visione per ripercorrere una parte della storia degli ultimi 20 anni e la conferma di quanto importante sia il design, anche, in ambito informativo.

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Il Coinvolgimento del Lettore è un Gioco?

Nel mio minimo contributo pubblicato sul sito dell’International Journalism Festival 2012, propedeutico al confronto sul tema di come la gamification delle notizie possa essere elemento di coinvolgimento del lettore, che si terrà oggi sabato 28 aprile dalle 11,30 alle 13,00 presso la Sala Baldeschi del Palazzo Bonucci, del quale sono stato, incautamente, designato come moderatore,  scrivevo, testualmente: “Il gioco soddisfa motivazioni sociali, coinvolge, crea un senso di comunità spingendo alla condivisione dei contenuti e aumenta la permanenza, il tempo sul sito del quotidiano on line”.

Una tesi che chi mi conosce sa che sostengo da diverso tempo e che anche all’interno di questa TAZ è stata sostenuta a più riprese nel tempo a partire dalla vicenda, che forse ricorderete, del salvataggio dei 33 minatori cileni nell’ottobre 2010.

Adesso il «The New York Times» chiede ai bambini sotto i 12 anni di disegnare le notizie, elemento che, in qualche modo, richiamavo in apertura della mia presentazione di settembre sul tema dei giochi come contenitori, come media.

Sempre in tema di giochi, Nielsen in una sua recente indagine mostra dove è allocata all’interno della casa la consolle di gioco, con il salone a farla da padrone nel 50% dei casi. Consolle che, sempre secondo Nielsen, sono sempre più centro di intrattenimento per tutta la famiglia e crescente sistema di connessione ad internet della televisione. Aspetti che parrebbero delineare un ulteriore elemento sul quale porre attenzione nella “sofà war” in corso, in cui i giochi, così come avviene anche per tablet e smartphones, assumono rilevanza e centralità.

Lo slideshow realizzato da PSFK, riassume i principali trend emergenti in materia di gaming e gamification, evidenziando, anche in questo caso, come siano elementi centrali per coinvolgere e motivare l’audience.

Considerateli, cortesemente, spunti e appunti ai quali daremo concretezza massima oggi qui al Festival Internazionale del Giornalismo, nel panel di discussione “Gamification: Il Convolgimento del lettore è un gioco” con Garett Goodman, coordinatore internazionale di Citizenside il social network pioniere del giornalismo collaborativo con una community di 70.000 cittadini-giornalisti locali in oltre 150 paesi, che utilizza dinamiche di gioco per creare interessanti esperienze interattive che attraggono, motivano e fidelizzano la community, Federico Fasce, sicuramente uno dei migliori [se non il migliore] game designer in circolazione sul suolo italico. fondatore di Urustar e docente presso UILM e IED, e, last but not least, Andrea Grassi, publisher dell’area IT di Play Media Company, che porterà una case study di grande interesse sul tema. Con il sottoscritto in veste di valletto, facilitatore del dibattito con tutti coloro che vorranno intervenire.

Mi raccomando, ci vediamo lì.

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Il Piacere di un Tweet

Come anticipato ieri, sto collaborando alla realizzazione della raccolta e dell’analisi di tutti i tweet che hanno come argomento il Festival Internazionale del Giornalismo. Le prime elaborazioni sono già disponibili. Continueremo a pubblicare un resoconto quotidiano di tutti i tweet con hashtag #ijf12 integrando progressivamente le analisi quantitative con quelle qualitative e di social network analysis.

Nel video animato sottostante David J. Linden descrive quelli che sono gli effetti, i meccanismi psicologici di ricompensa legati a Twitter, ne emerge una visione tanto scanzonata quanto efficace degli effetti dell’always on di smartphones e tablets che fornisce più di un elemento di riflessione sul tema.

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Informazione Molecolare

Arrivato ieri qui al Festival Internazionale del Giornalismo a Perugia dove resterò sino alla conclusione dei lavori. Una prima giornata tra precari, esiliati e ricordi in cui si è respirata un aria davvero vivace di interesse, curiosità e dibattito. Se i giornali stanno male, continuano a perdere terreno, il giornalismo, nella sua accezione più ampia, non è mai stato così bene a giudicare dalla professionalità e dalla voglia di fare di tutti coloro che sono qui presenti.

Tra le diverse cose che sono venuto qui a fare, vi segnalo, in attesa di svelare a breve di più, l’iniziativa in collaborazione con Angelo Centini, resa possibile grazie all’apporto di due volontari messi a disposizione dall’organizzazione di #IJF12 forza viva di questo evento, con il quale stiamo raccogliendo tutti i tweet relativi al festival [usate #ijf12 tag ufficiale, grazie] per realizzare una serie di elaborazioni quantitative e qualitative che daranno vita, anche, a delle mappe di social netwok analysis sul Festival Internazionale del Giornalismo visto attraverso la lente di Twitter. Sotto, ad esempio, la tag cloud dei tweet di ieri, tra cui spicca l’abbraccio ad Arianna Ciccone che colgo l’occasione per rinnovare anche da questi spazi.

Informazione molecolare, informazione liquida e, finalmente, modelli sostenibili di revenues sharing al centro della presentazione di di Etalia, la piattaforma web che punta a rivoluzionare l’esperienza di lettura e produzione delle notizie, che avrà luogo domani Venerdì 27 a partire dalle 11.30. Vi lascio alla mia presentazione introduttiva alle parole di Aldo Daghetta, Country Manager della start up,  ed al confronto che, ne sono certo, ne nascerà dopo aver chiarito la natura dell’iniziativa. Ci vediamo lì.

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Nuove Metriche per la Pubblicità Online

Google ha presentato la settimana scorsa due nuovi sistemi, due nuove metriche per la misurazione della pubblicità on line.

Brand Active, progetto che introduce due nuove modalità e metriche per la valutazione dell’efficacia della comunicazione pubblicitaria in Rete, si propone di diventare un nuovo standard di riferimento soppiantando gli attuali standard che adottano criteri  eccessivamente semplicistici e riduttivi.

Il primo sistema proposto da Google è stato denominato Active View ed è il più innovativo. Si tratta fondamentalmente di un sistema che permette di fornire agli investitori pubblicitari dati basati sulla durata dell’annuncio e la visione effetiva dello stesso, ed il tempo di permanenza, di visione. I parametri saranno integrati nelle prossime settimane all’interno di Google Display Network Reserve e farà si che le aziende che investano in pubblicità online paghino solamente per gli annunci effettivamente visti.

Si tratta di una rassicurazione fondamentale sia per quanto riguarda la quantità, che i criteri legati ai CPM non garantiscono a causa, banalmente, degli ad block integrati nei browser [come, non ditemi che non lo sapevate], che per quanto attiene alla qualità, alla profilazione accurata degli annunci in funzione delle caratteristiche e degli interesse effettivi delle persone.

Il secondo sistema: Active GRP, è un tool, uno strumento che consente in prospettiva di misurare l’impatto degli annunci pubblicitari in funzione del loro rating, in fuzione del numero di persone che in quel momento stanno consumando, fruendo di un determinato media, di una certa pagina o spazio. Formula simile a quella che viene utilizzata attualmente per sapere quali canali/programmi televisivi hanno maggior successo.

Ed è proprio alla televisione, alle aziende che vi investono che mira Google consapevole che senza criteri di affidabilità e trasparenza non si riesca ad attrarre in maniera significativa le tante imprese che allocano sul Web una quota ancora marginale dei propri investimenti.

Si tratta di sistemi di misurazione, di metriche che vanno al di là della semplice analisi dei click e iniziano a prendere, finalmente, in considerazione il tempo di permanenza all’interno di una pagina Web.

Come è stato detto più volte all’interno di questi spazi, c’è vita per i quotidiani online oltre i CPM, iniziate, iniziamo, a rifare i conti e, soprattutto, a ridefinire le strategie.

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Analisi della Condivisione Sociale delle Notizie Online in Italia

Verificato il grande interesse, sia da parte dei professionals del settore che delle imprese coinvolte, che si è generato in seguito alla pubblicazione dei dati relativi alle connessioni ed alle condivisioni  delle fonti d’informazione principali nel nostro paese, il cui obiettivo di fondo era di verificare la centralità, o meno, di social media e reti sociali, il ruolo ed il valore per le principali testate del nostro Paese, Human Highway ha realizzato delle nuove elaborazioni sul tema.

I dati si basano sull’incrocio tra i dati Audiweb e quelli di UAC Meter, strumento di misurazione della social popularity delle notizie messo a punto dal precitato istituto di ricerca. Rispetto a quelli precedentemente pubblicati, oltre ad essere attualizzati, è stata effettuata l’analisi del peso di ciascun social network, offrendo il dettaglio di Facebook e di Twitter per ciascuna delle testate giornalistiche prese in considerazione.

Si conferma, e non poteva essere altrimenti, la predominanza assoluta di Facebook che pesa complessivamente il 91,4% degli sharing acts, delle condivisioni, Twitter, il newswire per eccellenza, incide l’8%; irrisoria l’inicidenza di Google+.

La mappa di affinità tra le testate e le due piattaforme principali consente di verificare il diverso posizionamento delle singole testate al loro interno con, ad esempio, «Giornalettismo» che raccoglie il 98% delle condivisioni da Facebook mentre per «Il Post», per restare nelle testate all digital, l’incidenza dei tweet sul totale delle condivisioni è superiore al 40%.

Elementi ulteriormente confermati dall’analisi specificatamente condotta sui dati relativi alla condivisione delle notizie su Twitter che vede un ribaltarsi delle posizioni con «Il Corriere della Sera» che scavalca «La Repubblica”.

Se la gerarchia delle condivisioni su Twitter  complessivamente rispecchia i dati generali che facevano emergere come, ad  esclusione di «Lettera43», fossero i “superblog”, i quotidiani all digital, ad avere l’indice di partecipazione più elevato, è il rapporto tra le condivisioni su Twitter e quelle su Facebbok che aiuta ad inquadrare meglio il panorama attuale.

Si evidenzia una sorta di bipolarismo con una generale elevata affinità tra i pure players all digital fortemente concentrati su Twitter e le testate tradizionali che invece la fanno da padrone, per così dire, su Facebook. Parebbe quasi di vedere in Twitter un pubblico, minoritario, fatto di avanguardie, al quale si contrappone la grande massa multiforme di persone attive su Facebook. Il nuovo viaggia su Twitter, come testimonia anche l’affinità con «SKI.it», la testata giornalistica digitale di Sky che si è recentemente rifatta il look, ed il vecchio, o perlomeno ciò che è più tradizionale resta su Facebook, pare.

La testimonianza [in]diretta di pubblici diversi con attitudini distinte per le varie testate che non si può che portare alla conclusione della necessità di utilizzare, in chiave di comunicazione e di relazione da parte delle testate, i distinti mezzi in maniera diversa e, possibilmente, complementare.

Aspetti che avremo modo di approfondire ulteriormente al Festival Internazionale del Giornalismo grazie ai dati che verranno presentati in quella sede da Vincenzo Cosenza.

Una cosa è certa, come segnala Giuseppe Granieri, “Non coglieremo mai le nuove opportunità se le raccontiamo con la nostalgia per come andavano le cose prima, se continuiamo a descrivere le spinte della cultura digitale in termini generazionali, o se continuiamo ad assolverci dalla responsabilità di usare queste possibilità per creare un mondo in cui la qualità delle connessioni è la norma e non l’eccezione”.

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I Giornali si Possono Risanare

Continuiamo, continuo, dalle colonne dell’Osservatorio Europeo di Giornalismo, ad esaminare sperimentazioni e modelli di proposta ai lettori da parte di alcune delle principali testate giornalistiche del vecchio continente, dopo l’analisi della settimana scorsa del «Sole24Ore» ed il contributo di grande valore fornito dalla pubblicazione dello studio del Reuters Institute for Journalism,  è oggi la volta di un giornale generalista di grande tradizione, il francese «Le Monde».

Continueremo, continuerò nelle prossime settimane ad analizzare altre testate internazionale cercando di arrivare nel tempo, attraverso l’analisi di diversi case studies, ad offrire un panorama completo su i diversi modelli di business e le distinte soluzioni che vengono adottate.

Buona lettura.

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Il Trade Marketing Questo Sconosciuto

Se per l’industria editoriale del segmento quotidiani e periodici già il marketing è una disciplina esercitata prevalentemente per dedicarsi all’acquisto di monili e collanine made in china et similia da termoretrarre, incellophanare al prodotto editoriale, il trade marketing è un’area assolutamente sconosciuta, non esercitata.

Non si spiega altrimenti la lentezza con la quale la FIEG [e i sindacati di rappresentanza] stanno approcciando la vitale questione dell’informatizzazione delle edicole che di questo passo non sarà attiva neppure per fine 2013.

Una situazione ancora più paradossale se si tiene conto che dall’analisi sulla stampa nel nostro Paese tra il 20o9 ed il 2011, realizzato sempre dalla FIEG stessa, si evidenzia come oltre l’80% delle vendite di quotidiani passino per il canale edicole e che i ricavi del digitale pesavano a fine 2011 solo l’1,4% dei ricavi dell’intero settore.

Sono proprio gli abbonamenti, insieme alle operazioni di cut price, una delle principali evidenze della disattenzione, del disinteresse degli editori nei confronti del trade, delle edicole, con il riproporsi quotidiano di proposte che arrivano sino all’80% di taglio del prezzo di copertina e che, paradossalmente, vengono veicolate proprio attraverso il canale edicole. Operazioni di concorrenza tra canali che, davvero, non mi pare esistano in nessun altro settore o segmento di mercato.

Il video sottoriportato, realizzato da un gruppo di giornalai, che sta imparando ad usare la Rete ed i suoi diversi mezzi, uscendo dal recinto di Facebook dove vi sono molti gruppi di edicolanti che spesso divengono solo degli sterili “sfogatoi”, testimonia il conflitto esistente su quest’area.

Il trade marketing questo sconosciuto.

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Tutti giù per Terra

«Terra», il quotidiano dei verdi, apparso e scomparso con una rapidità che credo non abbia sorpreso nessuno tra gli addetti ai lavori, è al centro di polemiche in cui si intrecciano finanziamenti all’editoria, vertenze sindacali e dintorni che, per dirla con le parole di Luca Bonaccorsi, ex direttore e azionista del quotidiano, creano un ambiente, di cricche e amici degli amici. Storie, ahimè, alle quali ci siamo tristemente abituati, tanto da ritenerle di ordinaria amministrazione in questo Paese di popolo e populismi.

Oggi, come certamente molti di voi sapranno, come ogni anno si celebra in tutto il mondo il giorno della terra, nome usato per indicare il giorno in cui si celebra l’ambiente e la salvaguardia del pianeta Terra al quale inmancabilmente  il Doodle di Google, come ormai di tradizione, rende omaggio.

E’ questa l’occasione per il quotidiano torinese «La Stampa» di annunciare a tutta pagina di essere il primo quotidiano a impatto zero.

Se il senso dell’iniziativa, che si basa fondamentalmente sulla certificazione PEFC, è certamente apprezzabile, personalmente resto abbastanza scettico sul vantaggio competitivo che il posizionamento come quotidiano ecologico potrà portare al giornale diretto da Mario Calabresi.

La mia impressione è che sposti davvero poco del mercato contendibile cartaceo, fatto più del rubare quota agli altri quotidiani che di nuovi lettori, rischiando di essere anche sotto questo profilo un’operazione a impatto zero.

Insomma, come nella miglior tradizione, un bel girotondo nel quale ci si ritrova tutti giù per terra.

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