Come spiegato nell’articolo di ieri, questo spazio non sarà più aggiornato. Le pubblicazioni proseguono con la consueta regolarità all’interno di DataMediaHub.
Vi aspetto, vi aspettiamo a braccia aperte. Grazie per l’attenzione.
Come spiegato nell’articolo di ieri, questo spazio non sarà più aggiornato. Le pubblicazioni proseguono con la consueta regolarità all’interno di DataMediaHub.
Vi aspetto, vi aspettiamo a braccia aperte. Grazie per l’attenzione.
Archiviato in Comunicazione, Passaggi & Paesaggi, Personal
Sono stati – quasi – cinque anni molto intensi quelli della vita de “Il Giornalaio”. Anni nei quali credo davvero di poter dire di aver imparato molto dalla cura dei contenuti di questo spazio.
Nella definizione di zona temporaneamente autonoma, che ho sottolineato a più riprese, era evidentemente implicita la natura transitoria. È arrivato oggi il giorno della transizione. Da stamattina ci si trasferisce su DataMediaHub.
All’interno del nuovo spazio sono già stati trasferiti tutti gli archivi di “Il Giornalaio” ed a partire da stamane gli aggiornamenti quotidiani saranno disponibili all’interno di DatamediaHub.
La partenza è volutamente in beta, in evoluzione e contiamo di riuscire ad essere a regime entro la fine di febbraio. Quotidianamente saranno implementate nuove sezioni del sito web. Per farlo contiamo davvero sul contributo di tutti coloro che vorranno collavorare [ancora una volta, non è un refuso] alla definizione puntuale delle caratteristiche e dei contenuti di DataMediaHub.
A tale scopo una delle prime sezioni che verranno implementate nei prossimi giorni sarà quella dell’area community.
Tutti, professionisti e persone interessate al tema, sono invitati a partecipare. In un’ottica “web 2.0” vogliamo costruire DataMediaHub raccogliendo suggerimenti e contributi da parte di tutti coloro che vorranno fornire il loro apporto. Vogliamo costruire DataMediaHub con gli altri per gli altri.
Se avete già delle idee e siete desiderosi di comunicarle immediatamente senza attendere i prossimi giorni potete farlo attraverso la pagina Facebook, l’account Twitter o, volendo, per posta elettronica.
É in quest’ottica, posso anticiparlo, che settimana per settimana presenteremo un calendario editoriale, in modo da avere un feedback sui temi e le modalità di visualizzazione che interessano di più.
DataMediaHub vuole essere un riferimento ma anche uno stimolo. Una dimostrazione di come si possano – e si debbano – sperimentare nuovi format informativi. Vi aspettiamo a braccia aperte.
Grazie!
Archiviato in Passaggi & Paesaggi, Personal, Scenari Editoriali
Pinterest ha alcune utility per la condivisione di contenuti informativi, ma in realtà è più adatto per aggregare i preferiti e per la condivisione di foto, moda, design, ricette ed altri elementi.
Con una chiara ispirazione a Pinterest è stato lanciato in questi giorni Newspeg, piattaforma Web e mobile di social news che chiunque può utilizzare per raccogliere, curare e condividere le notizie con gli altri.
La sostanziale differenza rispetto ad altre piattaforme di content curation ed aggregazione è nel “fattore umano”, sono infatti gli individui, le persone che decideranno di utilizzare questa piattaforma a creare una collezione, una raccolta di ciò che gli appare interessante, contrariamente alle altre proposte che invece si basano fondamentalmente su algoritmi e/o aggregazione di contenuti da Twitter e Facebook, come il caso di Flipboard, Zite e Prismatic, per citare i più noti.
La condivisione avviene in maniera semplice, elementare, attraverso l’utilizzo di un “bottone” da inserire nel proprio browser. Su newspeg appare l’anteprima del contenuto che linka direttamente al contenuto originale; un elemento di correttezza nei confronti di chi produce i contenuti.
Naturalmente, Newspeg è integrato con Twitter e Facebook , così le storie, le notizie raccolte possono essere ulteriormente amplificate.
Osservando l’home page di Newspeg è impossibile non rilevare una rappresentazione iconografica dell’informazione. Elemento che, se posso dirlo, mi conferma che con DataMediaHub siamo sulla strada giusta.
Archiviato in Nuovi Prodotti Editoriali, Passaggi & Paesaggi, Scenari Editoriali
Le discussioni, le analisi ed i commenti sul redesign del sito web del «The New York Times» si sono concentrate principalmente sugli aspetti commerciali ed in particolare sull’adozione del native advertsing.
La riprogettazione di un sito web è un evento cruciale e molto delicato. Qualcosa accuratamente progettato da un piccolo team di professionisti e sottoposto alla forma più democratica di controllo: chiunque abbia occhi può vedere cosa c’è di sbagliato con quanto realizzato.
Ciò è aggravato dal fatto che il rapporto con il nostro sito web preferito è più intimo che con qualsiasi pubblicazione cartacea. Online c’è così tanto contenuto, e cambia così rapidamente, che imparare a utilizzare un sito web, familiarizzare con i suoi contenuti e imparare a leggere è molto più centrale per l’esperienza di lettura rispetto al layout di una pubblicazione cartacea, alla lettura tradizionale alla quale siamo più abituati e che ci giuda maggiormente nel percorso di lettura.
Dal redesign del sito del quotidiano statunitense emergono indicazioni chiare su quale dovrebbe essere il primo criterio nella riprogettazione. Il «The New York Times», probabilmente partendo anche dal successo di Snowfall, dà centralità al bianco, allo spazio.
Elemento che nelle pagine dei singoli articoli viene ancor più rimarcato. Il testo viene centrato in uno spazio bianco e pulito, rendendo il carattere apparentemente ancora più grande di quanto effettivamente sia e dando gli articoli maggior chiarezza e facilità di lettura.
Il bianco vince.
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Come anticipavo qualche giorno fa il 2014 deve essere, e sarà, l’anno del fare, dello sperimentare. Meno “chiacchiere” e più azione come, a modo suo, invitava a fare Elvis Presley.
Nasce oggi DataMediaHub. L’idea di fondo è quella di creare un hub sui media italiani e sul giornalismo, aggregando dati sul tema e presentandoli con una forma grafica interattiva che abbia un impatto visivo e, soprattutto, che aiuti la comprensione dei fenomeni.
L’ambito di intervento sarà relativo esclusivamente alla realtà italiana, eventuali dati ed analisi su media, comunicazione e giornalismi dall’estero saranno inseriti esclusivamente come elemento di raffronto con la realtà nazionale nostrana. Verranno inseriti tutti i dati relativi ai diversi media, agli investimenti pubblicitari ed al mondo dell’informazione nel senso più ampio del termine.
Le diverse visualizzazioni, oltre alla precitata interattività, si distingueranno per essere elemento di sintesi e di comprensione dei fenomeni. Ogni visualizzazione sarà sempre corredata da una introduzione metodologica “tecnica” su scelta del tipo di visualizzazione e da un commento, un’interpretazione del significato del dato. A questi elementi, sempre con cadenza giornaliera, si aggiungerà una rappresentazione iconica di fatti attinenti ai temi trattati.
In questa fase in un’ottica “web 2.0” chiederemo alle persone, a voi tutti, come strutturare il sito e, soprattutto, quali informazioni e che tipologia di visualizzazioni possano essere di loro interesse. A tale scopo, oltre ai consueti canali social, sarà aperta all’interno del sito un’area community per raccogliere idee, adesioni e, perchè no, critiche.
Oggi abbiamo caricato una breve pre-emption, una dichiarazione di intenti, sul tipo di lavoro che intendiamo fare, ed un assaggio del format grafico che avremmo pensato di adottare.
Dalla prossima settimana continuerà il work in progress, speriamo con il contributo di tutti coloro che vorranno collavorare al progetto, con l’apertura progressiva delle varie aree di DataMediaHub.
Se avete voglia di iniziare a dire la vostra sul progetto potette farlo attraverso Twitter, Facebook e, se non vi basta lo spazio, anche per posta elettronica. Ben [ri]trovati.
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Outbrain, la piattaforma di content discovery che permette a brand, editori e agenzie di incrementare l’engagement della propria audience, ha analizzato i dati sulla base di tutti i link a pagamento all’interno del proprio network, di circa 10mila testate giornalistiche a livello internazionale, Italia inclusa, tra metà gennaio e metà aprile 2013.
Dai dati pubblicati, in un “guest post” su «The Wall» di Sarah Gavin, Direttore Marketing di Outbrain Europa, emergono due aspetti d’interesse.
In primis si evidenzia come a livello internazionale vi siano variazioni significative a livello di orario in termini di picco di consumo di informazioni, di contenuti in Rete. Se siete un’azienda che opera a livello internazionale, un associazione di categoria e/o una fiera che guarda al di là dei confini nazionali l’informazione non è da trascurare.
Di ancora maggior interesse è la classificazione dei dati per nazione e tipologia di contenuto, argomento.
Per quanto riguarda le notizie, l’informazione, si tratta della categoria che crea maggior engagement, misurato in termini di bounce rate medio, in 8 nazioni delle 10 analizzate. Non è così per l’Italia che invece si colloca all’ultimo posto per engagement, così come definito, per quanto riguarda le notizie.
Se “content is king e distribution is queen” sapere quali sono i contenuti che maggior interesse generano presso il pubblico potenziale di riferimento è un’informazione preziosa nell’era del brand journalism in cui le aziende, i brand diventano media.
Nel caso dell’Italia pare che non sia l’informazione. Come sempre accade, ci sarà un perchè.
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Vede ufficialmente la luce con l’inizio del 2014 «Contributoria» una piattaforma per i giornalisti, dei giornalisti.
«Contributoria» è una piattaforma collaborativa di scrittura “peer-to-peer”. Il progetto editoriale, vincitore nel 2012 dell’ International Press Institute’s News Innovation Contest, permette ai giornalisti di collaborare su tutti gli aspetti del processo di scrittura, tra cui la vendita, l’editing e la pubblicazione.
Il progetto è supportato dal Guardian Media Group con cui collaborano, o hanno collaborato in passato, i tre soci fondatori.
Nell’editoriale di lancio dell’iniziativa si legge:
Volevamo fare qualcosa, non solo parlarne. Abbiamo pensato che fosse il momento di provare un approccio completamente diverso, una combinazione di nuove tecnologie, nuovi metodi di lavoro e nuovi modelli di finanziamento.
Ecco è probabilmente questo, a mio modo di vedere, lo spirito giusto per il 2014. Meno tavole rotonde, meno convegni e “chiacchiere” e più realizzazioni e sperimentazioni. Il 2014 deve essere l’anno del fare.
Per quanto riguarda l’Italia, mossi da questo spirito, il sottoscritto ed un gruppo di altri quattro professional, con competenze diverse e complementari, si apprestano a lanciare un progetto editoriale di iconografie e visualizzazioni [im]mediatiche che vedrà la luce entro il primo trimestre dell’anno con anteprime, per consentire a coloro che lo desidereranno di collavorare [ancora una volta non è un refuso] al progetto, già la entro fine di di questo mese.
Come si suol dire, stay tuned.
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I 5 articoli più letti nel 2013 di questa TAZ [*] sono stati, in ordine decrescente di numero di visualizzazioni:
I 5 principali referrers sono stati, in ordine decrescente di numero di visualizzazioni:
Le 5 nazioni di provenienza con il maggior numero di visualizzazioni, in ordine decrescente, sono state:
Vi ringrazio davvero di cuore poiché anche nel 2013 il mantenimento, la cura di questa modesta TAZ [*] mi ha consentito di apprendere davvero molto.
Scriveva Ernest Hemingway che “tutti, uomini e animali, ogni anno che passa acquistano un anno, ma alcuni ne acquistano uno in più in conoscenza”, per me è stato davvero così, spero possiate dire altrettanto. AUGURI!
[*]TAZ: Temporary Autonomous Zone. Una definizione e gli approfondimenti/spiegazione di perchè questo spazio sia una TAZ e NON un blog.
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Secondo l’analisi effettuata da Buzzdetector tra il 17 di ottobre ed il 2 di dicembre solo su Twitter 3756 persone hanno generato oltre 11mila tweet sul crowdfunding in corso a supporto dell’edizione 2014 del Festival Internazionale del giornalismo.
In questo momento sono 492 coloro che hanno dato un loro contributo effettivo per la raccolta di fondi. Mancano all’appello, almeno, 3200 persone. Se siete tra questi mettetevi una mano sulla coscienza ed una sul portafoglio.
Se ciascuno dei 3200 che hanno tweettato ma non hanno ancora contribuito versasse 14 euro [cifra ragionevolmente modesta e sensata poichè è #ijf14] si raccoglierebbero 44800 € permettendo così di arrivare a oltre 82mila euro; cifra molto vicina all’obiettivo dei 100mila.
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