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Il Bianco Vince

Le discussioni, le analisi ed i commenti sul redesign del sito web del «The New York Times» si sono concentrate principalmente sugli aspetti commerciali ed in particolare sull’adozione del native advertsing.

La riprogettazione di un sito web è un evento cruciale e molto delicato. Qualcosa accuratamente progettato da un piccolo team di professionisti e sottoposto alla forma più democratica di controllo: chiunque abbia occhi può vedere cosa c’è di sbagliato con quanto realizzato.

Ciò è aggravato dal fatto che il rapporto con il nostro sito web preferito è più intimo che con qualsiasi pubblicazione cartacea. Online c’è così tanto contenuto, e cambia così rapidamente, che imparare a utilizzare un sito web, familiarizzare con i suoi contenuti e imparare a leggere è molto più centrale per l’esperienza di lettura rispetto al layout di una pubblicazione cartacea, alla lettura tradizionale alla quale siamo più abituati e che ci giuda maggiormente nel percorso di lettura.

Dal redesign del sito del quotidiano statunitense emergono indicazioni chiare su quale dovrebbe essere il primo criterio nella riprogettazione.  Il «The New York Times», probabilmente partendo anche dal successo di Snowfall, dà centralità al bianco, allo spazio.

Elemento che nelle pagine dei singoli articoli viene ancor più rimarcato.  Il testo viene centrato in uno spazio bianco e pulito, rendendo il carattere apparentemente ancora più grande di quanto effettivamente sia e dando gli articoli maggior chiarezza e facilità di lettura.

Il bianco vince.

White Space

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Ce n’est qu’un début

Si parla diffusamente tra gli addetti ai lavori di rappresentazione dell’informazione, di nuove forme e formati per trasferire l’informazione alle persone in maniera sintetica ed efficace.

L’impressione per quanto riguarda il nostro Paese è che se parli molto ma si faccia poco, si sperimentino in maniera estremamente ridotta, o nulla, format informativi che escano dalla consuetudine. Basti vedere le home page di oggi sui risultati elettorali per constatarlo.

E’ partendo da queste considerazioni di fondo che ci siamo messi all’opera, passando finalmente dalla teoria, dalle enunciazioni, alla pratica, ed abbiamo [#] realizzato sia una mappa interattiva, basata sui dati ADS, della diffusione per provincia dei quotidiani. La mappa fornisce a colpo d’occhio la situazione della diffusione dei giornali e fa emergere immediatamente come la distribuzione sia decisamente più ridotta al sud del nostro Paese.

“Giocando” con la mappa, cosa che ovviamente, se posso, invito a fare, si scoprono cose interessanti a mio avviso. Cliccando su una provincia, il grafico si modifica e visualizza l’elenco dei 20 giornali più diffusi nella provincia selezionata. Cliccando sul nome di un giornale, la mappa si modifica e mostra la diffusione della testata nelle province italiane. Anche il grafico si modifica e mostra quali solo le 20 province dove la testata ha una maggiore diffusione. Si viene così a scoprire, ad esempio, che nella provincia di Milano dopo «Il Corriere della Sera» sono «Il Sole24Ore» e «La Gazzetta dello Sport» i quotidiani maggiormente diffusi mentre «la Repubblica» è solo al quarto posto per numero di copie diffuse.

Oltre alla mappa interattiva sono state realizzate altre forme di rappresentazione dei dati ADS che alla chiarezza informativa abbinasse elementi di bellezza di visualizzazione dei dati. Sono nate così tre infografiche che [di]mostrano l’estrema frammentazione del mercato sul territorio italiano e che al tempo stesso rappresentano le precitate informazioni in maniera tanto efficace quanto gradevole esteticamente con un effetto “bolle” che ha una bellezza propria.

Si tratta di una prima sperimentazione alla quale, posso annunciare senza timore di smentita, seguiranno ben presto altre. Come si sarebbe detto tempo fa, ce n’est qu’un début, continuons le combat.

Infografica Max Gentile

[#] Oltre al sottoscritto i contributors al progetto sono: Andrea Nelson Mauro, Massimo Gentile – che ha realizzato anche un splendida locandina dell’inziativa – e Raffaele Mastrolonardo. Un contributo all’organizzazione ed all’elaborazione dei dati ADS è venuto anche da parte di Stefano Durì.

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Informazione Iconica

Siamo, da tempo, nella società della conoscenza, dell’informazione e della comunicazione iconica.

Deve essere da questa constatazione che è partito il designer parigino Sylvain Boyer per creare «Icon Times» aggregatore di notizie che seleziona articoli da The New York Times, The Guardian, Reuters, CNN ed altri e le tratta in forma grafica fornendo una rappresentazione iconografica del tema sul quale è centrata la notizia.

La home page si presenta come un insieme di icone con solo il titolo della notizia. Per ogni articolo viene pubblicato un estratto della notizia e fornito il link alla fonte originale per la lettura completa.

Icon Times

Ogni icona è originale ed è disegnata partendo dalla premessa di contribuire alla comprensione della notizia in modo semplice.

Secondo quanto dichiarato da Boyer “i principali siti di notizie offrono informazioni di difficile lettura. Ci sono troppe informazioni, troppi titoli … un overdose di informazioni che confonde i lettori.  […] I segni forniscono un’informazione chiara, semplice e universale”. E questo è proprio quello che ci siamo proposti di fare: “Icon Times è un sito che trasforma le notizie in informazione grafiche sotto forma di segnale.”

Alcune icone sono davvero ben realizzate, efficaci. Interessante evoluzione di quanto l’amico Massimo Gentile, “collega” di Boyer, realizza da tempo per quanto riguarda l’attualità italiana.

Sanità

Sempre in tema di design dell’informazione, il «The New York Times» ha pubblicato ieri il prototipo del nuovo sito che sarà completamente ridisegnato rispetto all’attuale.

Dalle informazioni disponibili il visual complessivamente è molto simile a quello di un’applicazione per tablet, offre un accesso più diretto alle sezioni del giornale di proprio interesse e promette una nuova esperienza di lettura con una maggior integrazione di immagini, video ed altri elementi multimediali interattivi. Anche l’impatto visivo della pubblicità dovrebbe ottenere un beneficio dal re design.

Dopo il recente lancio dell’app realizzata in html5, stante l’elevato numero di abbonati all’edizione online/digitale del quotidiano, il nuovo sito potrebbe rappresentare un’ulteriore mossa verso la scelta di bypassare l’Apple Store, e le sue esose commissioni, come già il caso del «The Financial Times».

All’iniziativa, che verrà sviluppata in base al feedback ottenuto da un selezionato gruppo di lettori, è stato dedicato un blog.

NYTimes 1st Look

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