Archivi del mese: febbraio 2009

Wired

Apparentemente il mercato editoriale non presenta nessuna barriera all’ingresso, specialmente per quanto riguarda le nuove referenziazioni.

Per il mio background questo è davvero straordinario. Mi sorprende notevolmente verificare come almeno ogni settimana arrivi in edicola una nuova pubblicazione o, passatemi il termine, “sottopubblicazione”.

Per questo ho pensato, con oggi, di inaugurare uno spazio settimanale specificatamente dedicato ai nuovi prodotti editoriali che arrivano in edicola.

Partiamo dall’edizione italiana di Wired, arrivata in edicola il 19 febbraio scorso.

La rivista sia come immagine proposta [copertina, carta utilizzata e qualità di stampa] che come prezzo di copertina sembra posizionarsi nella fascia medio-alta del mercato.

Ne ho ricevute “ben 4 copie”, come spesso avviene per le novità, in conto deposito [tornerò su questo argomento in futuro altrimenti ora si allarga troppo il discorso] e, sin ora, ne ho venduta una copia su mia spinta/consiglio al direttore della locale filiale bancaria.

Senza dubbio accattivanti ed anche, perché no, prestigiose alcune delle firme ingaggiate; si va da Luca Sofri a Matteo Bittanti, passando per l’Accademia della Crusca, Vito Di Bari & Gianluca Nicoletti., tanto per citarne alcuni.

Molti dei marchi più noti hanno una loro presenza pubblicitaria all’interno della rivista, ma non sapendo se e quanto è omaggio non fa testo.

E’ quando si apre la rivista che però si resta perplessi. Le precitate firme hanno spazi minuscoli per le loro rubriche, mentre il resto degli articoli poco aggiunge rispetto ai vari Focus, Jack e, forse, anche al recentemente ri-lanciato Playboy.

Anche le mappe, tanto in voga on line, inserite con soluzioni cartografiche – costose? – a 4 ante nella rivista rendono poco e, nel caso di quella dedicata al “manifesto di wired”, non potendo contare sull’ipertesto del web, deludono.

Insomma, come avrete capito, sono rimasto personalmente parzialmente deluso e resto perplesso sui risultati a medio termine della rivista. Come si chiedeva, tra gli altri, anche Alberto nel suo contributo relativo al futuro dei media ………..publishing, publishing, publishing……….cui prodest?

Speriamo davvero che si avveri la conclusione proposta nell’editoriale di apertura dal direttore della rivista “Benvenuto Wired! Il meglio deve ancora venire”. Noi piccoli edicolanti ci contiamo davvero.

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Promozioni Editoriali

Che l’editoria sia in crisi non è più notizia ormai da tempo.

Quello che può però essere d’interesse è verificare le reazioni [chiamarle strategie sarebbe davvero un azzardo] che le testate hanno nel tentativo di mantenere la readership e, quindi, la raccolta pubblicitaria.

Diciamo subito che le reazioni degli editori e delle concessionarie di pubblicità sono perlopiù scomposte e tendono a prevaricare senza riguardo alcuno sia il trade [le edicole] che gli inserzionisti.

Non passa settimana o, addirittura, giorno senza si possano osservare operazioni davvero sconvenienti sotto ogni profilo.

“La perla della settimana” è indubbiamente rappresentata dal mensile<< Cose di Casa >> in edicola contemporaneamente con tre versioni:

  • Cose di Casa + Casa in Fiore: PVP 2,80 €

  • Cose di Casa + Ristrutturare Casa: PVP 2,50 €

  • Cose di Casa + TeleSette: PVP 0,80 €

Ovviamente la diffusione è estremamente variabile a seconda dell’abbinamento con quello insieme a TeleSette a farla da padrone.

Si profilano, in questo ed in molti altri casi che avremo modo di verificare in futuro, almeno due problematiche.

  1. In primis mi chiedo, da edicolante, quante copie di Cose di Casa a prezzo pieno venderò dopo averne regalate ipso facto [TeleSette costa 0,80 anche “liscio”] un numero esponenzialmente superiore alle vendite normalmente effettuate.

  2. In seconda istanza, quando la concessionaria di pubblicità presenterà diffusioni e relative readership conteggiando l’iniziativa precitata quanti dei lettori di TeleSette sono “in target” rispetto a Cose di Casa e, soprattutto, quanti l’avranno effettivamente letto?

Dubbi di un edicolante da strapazzo o triste realtà? A voi la parola.

PS: La specificazione non è mai ovvia

  • L’abbinamento con TeleSette viene effettuato a cura dell’edicolante di turno che presta mano d’opera gratuita. Oltre il danno la beffa.

  • I numeri di Cose di Casa a prezzo pieno, essendo dei mensili, mi sono già stati fatturati ed evidentemente giacciono invenduti

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Comunicazione Sindacale

Il SINAGI [vedi blogroll] – Sindacato Nazionale Giornalai d’Italia – manda abitualmente, almeno per quanto attiene la provincia di Ferrara, le proprie comunicazioni agli iscritti spillate alle bolle d’accompagnamento del precedentemente citato distributore.

Praticamente è come se la FIOM producesse la propria comunicazione in allegato all’internal magazine della FIAT, no?

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Il futuro dei media

L’abbondanza spinge il lettore a non considerare più le news degne di essere pagate” avverte Bruce Sterling, continuando “E’ in atto un processo che ridefinisce il modello economico delle forme di distribuzione dell’informazione, del rapporto con la notizia.”

Questa l’estrema sintesi dell’intervista pubblicata meno di due settimane fa su “Alias” supplemento settimanale de “Il Manifesto”[il sito del giornale rifatto recentissimamente merita una visita].

Sterling già nel recente passato aveva proposto la redazione ideale di un libro dal titolo autoesplicativo, “The handbook of dead media”, facendo un pubblico appello relativamente alla morte dei media ricordando quanto molti bloggers [compreso il sottoscritto?] e comunicatori sostengono da tempo “ The centralized, dinosaurian one- to-many media that roared and trampled through the 20th century are poorly adapted to the postmodern technological environment. The new media environment is aswarm with lumbering toothy digital mammals. It’s all lynxes here, and gophers there, plus big fat venomous webcrawlers, appearing in Pleistocene profusion.

In apparente contrasto con le tesi sostenute da Sterling sullo stesso numero di “Alias” si evidenziavano alcuni progetti attuali e futuri per portare i blog su carta perseguendo sostanzialmente il modelllo della free press.

Che non abbia più senso parlare di media on e off line è un teorema al quale, modestamente, eravamo arrivati anche dalle nostre parti ma, come sempre, è l’equilibrio economico – gestionale che parrebbe essere ormai da tempo difficile da incontrare anche, se non soprattutto, in ambito editoriale.

Se da un lato Sterling ricorda l’ assolutamente condivisibile accelerazione dei cicli e la necessità di cambiare – reinventarsi ogni 6/7 anni dall’altro ci si interroga sui pubblici e sugli approcci diversi tra digitale e cartaceo.

Sono quesiti ed interrogazioni ancora senza una risposta certa ai quali anche in questi spazi, dal basso, da giornalai proveremo a dare dei contributi, insieme a voi.

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Corporate blog

L’agenzia di distribuzione di quotidiani e periodici – monopolista! – per Ferrara e Rovigo è davvero al top, tra l’altro, per la capacità di comunicazione con la propria clientela.

Tale mirabolante competenza viene espressa anche attraverso una sorprendente capacità di innovare che con spirito pionieristico ha spinto la Lanza ADG [questo il nome del precitato distributore provinciale] ad aprire un corporate blog sin dal 2007.

Più di mille parole che potrei esprimere al riguardo vi consiglio, se posso, una visita.

Davvero imperdibile.

PS: [Se poi mi fornite un feedback non potrò che esservene grato].

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Microrotture di stock

Era, orientativamente, il ricordo è ormai labile, il 1994 quando consultando uno dei fascicoli del Nielsen Retail appena arrivati sulla mia scrivania mi accorsi che l’indice di provvista medio [leggi lo stock medio presente nei punti vendita] di uno dei prodotti dei quali incautamente mi era stata affidata la gestione era di 1.8 mesi.

Sobbalzai immediatamente dalla sedia poiché non era difficile comprendere che se i venditori visitavano i punti vendita ogni due mesi e l’indice di provvista era inferiore al giro visite si verificavano molteplici rotture di stock con relativa assenza di prodotto dagli scaffali. Il tutto mentre era in atto un flight della campagna stampa a sostegno dello stesso, orrore!

Come potete immaginare la riunione di canvass successiva fu incentrata su questo aspetto per spiegare come questo fenomeno evidentemente causi complessivamente significative perdite nelle vendite.

Questo fenomeno è esattamente quello che si sta verificando, tra gli altri, puntualmente dal lancio d’inizio d’anno di Gazzeliz ad oggi all’interno del punto vendita di cui sono titolare. Anche per l’uscita di sabato scorso mi è stata inviata una sola copia del dvd di Giacobazzi mentre ne avevo 3 copie prenotate da clienti abituali ed altre 8 mi sono state richieste nel corso della mattinata.

Risultato, perse almeno 10 vendite – e relativi margini – e, soprattutto, incrinato il rapporto con il cliente che, giustamente ignaro, si convince del fatto che l’edicola del sottoscritto sia un esercizio commerciale poco fornito al quale è meglio non rivolgersi.

Poiché queste dinamiche sono una costante [approfondiremo ed esemplificheremo ulteriormente in futuro] da quando gestisco l’attività è evidente la gravità del fenomeno per il sottoscritto e per tutta la filiera a monte.

Certamente la sopravvivenza non può basarsi solo su questo aspetto e l’epoca generalista è in forte declino da tempo per la stampa quotidiana tradizionale ma, come sempre avviene, è la somma di tante piccole attenzioni ai dettagli che fa la grande differenza.

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Editoria e Finanza

Non sempre l’andamento borsistico riflette completamente lo stato di salute di un’impresa ma quando un intero comparto continua ad avere, ormai, da oltre un triennio performance disastrose sicuramente si possono raccogliere indicazioni sullo stato dell’arte dello stesso.

Giusto per fare il punto della situazione sulla base di dati oggettivi che approfondiremo a breve.

Titolo

Variazione % dal 30.12.2008

Capitalizzazione [milioni di €]

DJ Media

-18,51

/

Buongiorno

-4,92

61,7

Cairo Communication

-7,61

148,4

Caltagirone Editore

-24,18

208,8

Class Editori

-9,82

63,6

Espresso

-37,65

295,5

Il Sole 24 Ore

-7,93

90,6

Mediaset

-13,39

4146,1

Mondadori

-20,53

718

Monrif

2,25

68,3

Poligrafici

-9,11

45,4

RCS Mediagroup

-38,68

436,7

Seat Pagine Gialle

-39,76

287,3

Telecom Italia Media

-26,39

214,2

Dati aggiornati al 21.02.2009

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The beginning of “Il Giornalaio”!

Nell’universo on line è complessivamente scarsa, a mio avviso, l’attenzione verso quello che continua ad essere il canale prevalente di diffusione e vendita dell’editoria.

Dopo circa un anno di silenzio e di esperienza accumulata sul campo ho avvertito la necessità di aprire questo spazio dedicandolo a quelli che sono una parte dei miei attuali interessi per dare voce a chi come me svolge questo mestiere ed aprire il confronto sulle contraddizioni e gli spazi di miglioramento dell’editoria italiana.

Si parlerà principalmente di “media classici” esaminandone i contenuti, le politiche di diffusione e i risultati. Non mancheranno – come sa chi mi conosce – alcune digressioni e trasgressioni rispetto alla mission di questo spazio.

Prometto articoli brevi [il termine post continua ad essermi poco gradito] e ampio spazio al contraddittorio costruttivo, senza censure o limiti imposti.

Ben ri-trovati.

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