Apparentemente il mercato editoriale non presenta nessuna barriera all’ingresso, specialmente per quanto riguarda le nuove referenziazioni.
Per il mio background questo è davvero straordinario. Mi sorprende notevolmente verificare come almeno ogni settimana arrivi in edicola una nuova pubblicazione o, passatemi il termine, “sottopubblicazione”.
Per questo ho pensato, con oggi, di inaugurare uno spazio settimanale specificatamente dedicato ai nuovi prodotti editoriali che arrivano in edicola.
Partiamo dall’edizione italiana di Wired, arrivata in edicola il 19 febbraio scorso.
La rivista sia come immagine proposta [copertina, carta utilizzata e qualità di stampa] che come prezzo di copertina sembra posizionarsi nella fascia medio-alta del mercato.
Ne ho ricevute “ben 4 copie”, come spesso avviene per le novità, in conto deposito [tornerò su questo argomento in futuro altrimenti ora si allarga troppo il discorso] e, sin ora, ne ho venduta una copia su mia spinta/consiglio al direttore della locale filiale bancaria.
Senza dubbio accattivanti ed anche, perché no, prestigiose alcune delle firme ingaggiate; si va da Luca Sofri a Matteo Bittanti, passando per l’Accademia della Crusca, Vito Di Bari & Gianluca Nicoletti., tanto per citarne alcuni.
Molti dei marchi più noti hanno una loro presenza pubblicitaria all’interno della rivista, ma non sapendo se e quanto è omaggio non fa testo.
E’ quando si apre la rivista che però si resta perplessi. Le precitate firme hanno spazi minuscoli per le loro rubriche, mentre il resto degli articoli poco aggiunge rispetto ai vari Focus, Jack e, forse, anche al recentemente ri-lanciato Playboy.
Anche le mappe, tanto in voga on line, inserite con soluzioni cartografiche – costose? – a 4 ante nella rivista rendono poco e, nel caso di quella dedicata al “manifesto di wired”, non potendo contare sull’ipertesto del web, deludono.
Insomma, come avrete capito, sono rimasto personalmente parzialmente deluso e resto perplesso sui risultati a medio termine della rivista. Come si chiedeva, tra gli altri, anche Alberto nel suo contributo relativo al futuro dei media ………..publishing, publishing, publishing……….cui prodest?
Speriamo davvero che si avveri la conclusione proposta nell’editoriale di apertura dal direttore della rivista “Benvenuto Wired! Il meglio deve ancora venire”. Noi piccoli edicolanti ci contiamo davvero.