Archivi del mese: marzo 2011

Community Maturity Model

The Community Roundtable ha recentemente rilasciato “2011 State Community Management Report”, 95 pagine tutte da leggere sul passaggio, l’evoluzione, dalla fase di esplorazione, ormai in buona parte conclusa, a quella dell’esecuzione, dell’implementazione effettiva dei principi.

I cinque punti chiave del rapporto sono:

  1. Nella gestione delle community non si tratta di reinventare la ruota
  2. Il community management non è esclusivamente un ruolo, è una prospettiva
  3. E’ consigliabile incominciare con iniziative su piccola scala e creative [innovative]
  4. Coinvolgere [anche] la comunità in presenza, “off line”
  5. Analizzare, comprendere, le differenze tra attitudini e competenze  quando si ingaggia un communitry manager

Il rapporto si struttura intorno al “Community Maturity Model” come mezzo per organizzare e dare un senso ai temi, alle competenze associate ed alle informazioni rilevanti del community management. Modello da interpretare ed utilizzare sulla base di competenze e livello di maturità

Le competenze del modello sono quelle necessarie alla costruzione o di comunità di successo o alla condivisione delle competenze all’interno di una impresa. Le 8 competenze sono:

  • Strategia
  • Cultura
  • Leadership
  • Community Management
  • Gestione dei Contenuti & Programmazione
  • Metriche & Misurazione
  • Strumenti [di monitoraggio]
  • Definizione e Gestione delle Politiche

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La Storia della Rivolta Araba a Cartoni Animati

Il video, Three Big Pigs, mostra i tre porcellini: Ben Ali, Mubarak e Gheddafi.

La storia della rivolta araba con la base musicale del celebre cartone animato della Disney raccontata allo stile di  Angry Birds.

Efficace mash up tra cartone animato e [social] videogame per sintetizzare in meno di due minuti circa quattro mesi di proteste nell’Africa mediterranea.

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I Numeri dei Quotidiani Online in Italia

Carola Frediani ha analizzato per conto dell’Espresso quanto concreta sia la possibilità in Italia di replicare il modello vincente dell’Huffington Post.

Se negli Stati Uniti, attualmente, sono ancora i player che arrivano dall’area tradizionale, dalla stampa, a predominare, il panorama italiano appare a tinte decisamente più fosche per le start up digitali dell’informazione.

Come correttamente commenta Davide Pozzi, per riuscire a fare i conti in tasca ad un quotidiano online è necessario avere in mano parecchi dati, molti dei quali estremamente variabili.

Certamente il divario con le edizioni online dei principali quotidiani del nostro paese è davvero estremamente ampio per quanto riguarda gli utenti unici nel giorno medio, come dimostra la tavola di sintesi sottoriportata.

Ne parleremo, approfondendo, il 14 Aprile, nel corso dell’ International Journalism Festival 2011 di Perugia, nel panel di discussione del quale mi è stata affidata la moderazione.

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Annuario delle Notizie Internazionali

Margaret McKenna, specialista di visualizazione e raccolta dei dati e Margaret McConnell, specialista in analisi statistica, hanno creato una nuova formula per realizzare un annuario di notizie.

Sono state analizzate e raccolte tutte le informazioni dedicate al panorama internazionale del New York Times nel 2010 analizzandone frequenza e lunghezza. Le notizie sono suddivise per mese ed area geografica così da fornire un panorama della copertura informativa per ciascun continente. Viene inoltre fornito il dettaglio per alcune aree tematiche quali politica, economia, sociale, guerre e disastri.

La visualizzazione animata consente di scorrere attraverso tutti i mesi dell’anno. Cliccando sul circolo scelto si ha accesso all’articolo originale del NYT.

L’ampiezza del cerchio definisce la lunghezza dell’articolo, o degli articoli, dedicati al tema specifico, permettendo così di comprendere la rilevanza attribuita a ciascun argomento.

Realizzazione utile e spettacolare.

A margine si segnala il video che raccoglie gli ultimi 15 anni delle prime pagine, delle home page, dell’edizione online del quotidiano statunitense, decrivendone per immagini cambiamenti ed evoluzioni.

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10 Tweet per Trasformare i Giornali

John Paton, CEO del Journal Register [16 milioni di lettori, 324 media tra stampa, video e web], durante il Media Xchange 2011, conclusosi ieri a Dallas, ha diffuso 10 tweet per proporre agli intervenuti, ed ovviamente non solo a loro, la sua opinione relativamente al futuro dell’informazione dei giornali.

I 10 micro messaggi esprimono una visione tanto provocatoria quanto radicale di ciò che i giornali dovrebbero fare se vogliono sopravvivere.

  1. Il modello dei giornali è rotto e non può essere aggiustato.
  2. I giornali scompariranno entro 10 anni a meno che non cambino il loro modello di business immediatamente.
  3. Il nuovo modello dei giornali deve diventare prima digitale e poi stampato.
  4. Il nuovo modello dei giornali deve ora allocare le risorse necessarie al nuovo ecosistema dell’informazione.
  5. Bisogna smettere di ascoltare le persone addette alla stampa ed incaricare della gestione complessiva coloro che si occupano di digitale.
  6. I giornali devono investire nei contenuti, nelle vendite e nella rottura [degli attuali paradigmi]. Vendete o allocate esternamente tutto il resto.
  7. Date fiducia alla folla [alla gente] ed in particolare ai vostri addetti più giovani, essi porteranno avanti il cambiamento e la sperimentazione necessaria.
  8. Vi lamentate che i dollari della carta sono centesimi sul web. Iniziate a sommare i centesimi.
  9. Digital first funziona. L’audience del digitale è cresciuta del 75%; entro un anno maggior audience sul web che sulla carta stampata.
  10. Digital first funziona. I ricavi del digitale nel primo trimestre del 2011 sono cresciuti del 70% rispetto al 2010. Una crescita reale non basata su metriche fasulle come quelle della stampa.

Sono provocazioni che arrivano non dai soliti “guru” del web, nel qual caso non avrebbero nulla di originale, ma dal Direttore Generale di un grande gruppo editoriale.  Seppur riferite al contesto statunitense, non possono non indurre ad una riflessione.

Comment is free.

[Via]

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I Reattori Nucleari Come Non li Avete Mai Visti

Il mondo intero è con il fiato sospeso per l’emergenza nucleare a Fukushima che pare aver raggiunto il livello di massima allerta a causa della probabile fuoriuscita di plutonio dall’impianto.

Utilizzando Google Earth gli autori di Nature hanno realizzato una mappa mondiale in 3D dei reattori nucleari sul pianeta suddivisi per tipologia, per tecnologia utilizzata per il loro funzionamento.

A maggior dimensione del circolo corrisponde maggiore capacità di produzione energetica e cliccando su quello scelto è possibile visualizzare il dettaglio di ciascun impianto attivo. E’ segnalata anche la densità della popolazione nell’area, il rischio sismico e/o di tsunami.

Realizzazione tanto interessante quanto pregevole.

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Guida Rapida all’Utilizzo dei Social Media

Utile sommario per neofiti [e non?] proposto da Getit Comms, società asiatica di consulenza nell’area marketing e comunicazione, sull’utilizzo corporate dei social media.

L’infografica sintetizza il percorso, gli step, da compiere  per utilizzare efficacemente i social media nell’ambito di una strategia di comunicazione. Vista la confusione e l’approssimazione che tutt’oggi caratterizza quest’area ho tradotto gli elementi qualificanti del necessario piano di sviluppo, del piano di comunicazione.

1. Stabilire gli Obiettivi:

  • Chiedetevi perchè avete bisogno di utilizzare i social media
  • Definitene gli scopi e gli obiettivi
  • Allineateli agli obiettivi dell’impresa
  • Raccogliete gli input dai vostri stakeholders: Conducete interviste e sondaggi per stabilire quale social media potrebbe essere più funzionale per l’azienda ed i suoi obiettivi

2. Dove Sono i Vostri Acquirenti:

  • Effettuate una mappatura della vostra clientela [attuale e prospect]
  • Identificate i canali dove il vostro gruppo di lavoro, il vostro personale, e gli acquirenti si incrociano
  • Determinate quale tra i social media è più adatto

3.  Mappatura degli Influenzatori:

  • Utilizzate strumenti di monitoraggio per comprendere meglio i vostri prospect
  • Identificate gli influenzatori del processo di acquisto

4. Mappatura delle Responsabilità:

  • Distribuite i ruoli chiave ai diversi stakeholders
  • Create una “task force” dedicata ai social media in funzione delle responsabilità chiave di ciascun ruolo

5.  Attivate i Vostri Canali:

  • Utilizzate i risulati dell’indagine interna [vd. al punto 1] per determinare quali mezzi, quali canali utilizzare: Linkedin, Facebook, Twitter…

6. Stabilite i Contenuti della Vostra Strategia di Comunicazione:

  • Fonti di contenuti esistenti da utilizzare: white papers, editoriali, video…
  • Identificate gli argomenti in linea con il vostro focus
  • Investigate la rilevanza dei contenuti

7.  Stabilite le Metriche:

  • Create ed allineate le metriche e l’architettura di monitoraggio agli obiettivi strategici
  • Misurate solo quello che è importante per il vostro business
  • Alcuni dei fattori chiave della misurazione includono la penetrazione, il passaparola, l’influenza e attegiamento

8. Personalizzate i Vostri Canali/Mezzi

9. Attivate l’Architettura per il Coinvolgimento:

  • Definite concretamente chi risponderà, come, dove  [quali canali/mezzi] e con quale frequenza
  • Costanza ed Immediatezza sono fondamentali per una buona gestione del coinvolgimento nei social media

10. Definite una Politica Aziendale sui Social Media:

  • Codificate ogni aspetto per evitare di generare aree grigie avverse al coinvolgimento nei social media
  • Basandovi sulle “best practices”. stabilite ciò che è accettabile e ciò che non lo è

11. Pubblicate i Vostri Contenuti Iniziali:

  • Sviluppate un piano editoriale
  • Popolate i diversi canali – mezzi con contenuti appropriati
  • Stabilite i meccanismi di aggregazione e condivisione dei contenuti

12. Monitorate e Misurate i Risultati

13. Gestite la Forza del Vostro Network:

  • Propagate, pubblicizzate, promuovete

14. Siete Pronti per il Decollo:

  • Analizzate, adattate e migliorate l’attuale processo in essere
  • Ricordatevi che è un processo, un percorso, interattivo.

clicca per ingrandire

Update: Grazie ad un commento a questo articolo ricevuto su FriendFeed, si segnala Social media: A guide for researchers, link, risorse e case studies sul tema.

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L’Ora Illegale

Una donna libica, entra in lacrime nell’Hotel Rixos di Tripoli per raccontare quanto le è accaduto ai giornalisti.

Originaria di Bengasi, Eman Al Obeidi, cosi’ ha detto di chiamarsi, sarebbe stata presa da soldati a un check point fuori dalla capitale, tenuta per due giorni in arresto, con mani e piedi legati, subendo abusi. “Sono stata legata e toccata in varie parti del corpo dai soldati” ha detto la donna piangendo nei pochi istanti in cui ha potuto parlare con i giornalisti.

Infatti, sono immediatamente intervenuti i responsabili della sicurezza e il personale dell’albergo che hanno bloccato la donna tentando di metterla a tacere ed allontanando la stampa con metodi spicci. Un giornalista e’ stato colpito al volto, mentre una cameriera ha brandito un coltello verso la donna urlandole “traditrice”.

La donna e’ stata poi allontanata con la forza in giardino dagli uomini della sicurezza ed e’ stata costretta in una berlina bianca.  Prima che venisse chiusa la portiera della macchina ha urlato “mi portano in prigione”.

Segnalano i fatti, commentandoli, il New York Times, Reuters, Guardian, New York Magazine, Global Voices e Telegraph. In italia solamente il Corriere della Sera pubblica il video, senza commento e [non è chiaro a che titolo] “brandizzandolo”.

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EcCitati

Se il numero di citazioni è un parametro attendibile per misurare l’influenza e la reputazione online i siti tradizionali di notizie, le edizioni online dei quotidiani, stanno vincendo la battaglia contro le start up digitali.

Il New York Times segnala uno studio, effettuato tra la fine di febbraio e l’inizio di marzo, che analizza il numero di citazioni da fonti ufficiali e dai blog per ciascuna fonte informativa.

Ad esclusione di AP e di TMZ nella lista completa realizzata dagli autori della desk research, tra le prime 30 fonti citate compaiono solamente i siti web dei quotidiani. Tra le start up digitali l’Huffington Post si colloca al 37° posto, TechCrunch al 47° e Mashable al 59°.

Sono dati che confermano il macroscenario reso disponibile dalla BBC secondo il quale emergeva con chiarezza come la maggioranza dei big players fossero brand che nascono dall’off line.

Se la presenza di un sito dedicato al gossip nella top ten induce a riflettere sul tipo di informazioni che coinvolgono l’utenza, è anche opportuno considerare la rapidità con la quale in pochi anni le fonti informative con una presenza esclusivamente online hanno, comunque, conquistato posizioni importanti.

La capacità di mantenere leadership e di valorizzare il vantaggio competitivo derivante dalla notorietà del brand saranno, sono, l’unità di misura per i comparti marketing dei grandi quotidiani internazionali.

clicca per accedere alla lista completa

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Lezioni di Crisis Management

Google “gioca” spesso con il suo marchio in occasione di ricorrenze o eventi particolari.

E’ il segno, da un lato, delle facilitazioni che il digitale consente nell’apportare rinnovamento di contenuti in tempo reale e, dall’altro lato, di una forza distintiva dell’azienda di Mountain View che oltrepassa gli elementi di design grafico del logo. Elementi che da entrambe le prospettive dovrebbero indurre a riflettere al riguardo.

Ieri, in occasione del 137° anniversario della nascita di Harry Houdini, in tutto il mondo il logotipo del motore di ricerca appariva come nell’immagine qui a lato per celebrarlo.

Il richiamo ad uno dei maggiori illusionisti della storia, reso celebre dalle sue fughe impossibili, capace di liberarsi da manette, catene, corde e camicie di forza, ha sollevato un’ondata di proteste in Argentina dove la data coincide con il 35° anniversario del golpe militare del 1976, e si celebrava il “Dia Nacional de La Memoria por la Verdad y la Justicia” [giorno nazionale della verità e della memoria],  tanto tristemente famoso per i “desaparecidos”, le migliaia di oppositori al regime militare che furono fatti “scomparire”.

A fronte della tempesta digitale scatenata dagli utenti, Google dopo poche ore ha deciso di ritirare il logo celebrativo per tornare a quello standard.

C’è molto da imparare da questo episodio che ricorda come anche i migliori sbaglino ma che ciò che li mantiene ancora nei migliori è la capacità di scusarsi dell’errore e di rimediarvi con sollecitudine.

Scritto per: L’Indro

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