Archivi del mese: luglio 2010

Social Media Monopoly

Kevin Rose, Arianna Huffington, Pete Casmore sono tra i protagonisti di quello che potrebbe essere il gioco dell’estate per chi non parte per le vacanze di agosto.

Unica precauzione non finire nella casella di MySpace o perderete tutto, reputazione inclusa.

Splendido sia il tabellone di gioco che le carte.

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Specificazioni Bilanciate

Il dibattito sul futuro dell’editoria, sui modelli di business perseguibili, è legato a doppio filo agli investimenti pubblicitari, elemento [parrebbe] inscindibile per poter sostenere le economie delle imprese editoriali.

Basandosi su questa logica si sono mosse, incautamente, da un lato, le aspettative delle versioni gratuite dei quotidiani on line e, dall’altro, le ipotesi di recupero contributivo che raramente prendono in considerazione interessi ed aspettative del lettore, dei segmenti di utenza, concentrandosi prevalentemente su quelle degli investitori pubblicitari.

In questo scenario generale i sostenitori di un futuro tutto digitale della lettura citano [pour cause?] i dati provenienti da oltreoceano dove le revenues pubblicitarie arrivano a rappresentare sino all’87% dei ricavi di quotidiani quali il New York Times.

La realtà italiana è ben distinta e attualmente vi è un perfetto equilibrio tra ricavi dalle vendite delle pubblicazioni e quelli derivanti dalla pubblicità. Dimenticarlo significa falsare realtà e relative prospettive.

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E’, altrettanto, opportuno rilevare come esistano realtà emergenti che allo stato attuale sono estranee a queste dinamiche con quotidiani di carta che basano praticamente esclusivamente la propria esistenza e sussistenza sulle vendite, tra tutte “Il Fatto”, ed altre che invece si fondano solamente sugli attesi ricavi pubblicitari, com’è il caso dell’ottimo [ho davvero piacere di poterlo dire, dopo averlo seguito sin dalle anteprime ] neo nato quotidiano guidato da Sofri.

Non bisogna, infine, a titolo esemplificativo, dimenticare una realtà storica ed importante, almeno sotto il profilo qualitativo, nel panorama dei quotidiani del nostro paese quale “Il Manifesto” che, come mostra il bilancio 2009, ottiene circa l’85% dei propri ricavi grazie alle vendite, grazie a propri lettori.

Analizzare uno scenario è la premessa necessaria alla specifica disanima della singola realtà da prendere in considerazione, per la quale è opportuno effettuare specificazioni bilanciate che guidino ad altrettanti interventi mirati.

Chi si riferisce esclusivamente al generale o è confuso o, in alternativa, vuole confondere, in ogni caso meglio diffidare.

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Consideratelo, se vi pare, un resumè del “campionato” 2009/2010 dell’editoria nostrana e dintorni.

PS: Il bilancio del Manifesto è stato pubblicato il 18 luglio scorso, ringrazio ancora una volta gli amici che lavorano nel quotidiano per avermelo inviato in forma da poterlo ripubblicare in questi spazi.

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L’Altra Metà del Cielo

Partendo dalla base dati dettagliata pubblicata dal Guardian la scorsa settimana al raggiungimento dei 500 milioni di utenti di facebook, Ross Perez, analista di di Tableau Software, ha pubblicato delle mappe interattive dettagliate per ciascun continente e nazione.

L’ottimo lavoro svolto, oltre a consentire di approfondire ed interagire in maniera pregevole con i dati disponibili, permette di valutare “l’altra metà del cielo”, coloro che non sono utenti del celebre e celebrato social network.

Utilizzare ciascun mezzo per uno specifico obiettivo sostenendo la strategia generale con l’adeguato mix, che tenga conto anche dell’altra metà del cielo, è un’ovvietà che ricordare può apparire rivoluzionaria di questi tempi.

Vale, infine, la pena di rilevare che parrebbe che gli internauti siano più soddisfatti dall’esperienza fatta nei siti di alcuni quotidiani statunitensi che non su Facebook. E’, evidentemente, anche questo uno spunto di riflessione.

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Il Futuro dei Giornali

Quale sarà il futuro dell’informazione e su quali modelli di business si fonderanno gli editori è, ad oggi, una domanda ancora aperta alla quale di fatto non esiste una risposta certa.

Weitzner Limited, impresa dedicata all’interior design di alta gamma, ha trovato il modo di valorizzare il supporto tradizionale dei quotidiani, creando Newsworthy, linea di parati realizzata a partire dalle strip dei giornali.

L’azienda non è nuova all’utilizzo di questi materiali che aveva già sperimentato recentemente in ambito fashion.

Se ottenesse il successo meritato potrebbe rappresentare anche un’interessante modalità per finalizzare azioni non convenzionali di marketing editoriale.

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Facebook Media

Facebook ha appena lanciato una pagina, uno spazio, dedicato specificatamente ai media con consigli e tutorials di “best practices” per giornalisti ed addetti ai lavori che vogliano migliorare le loro capacità di utilizzo del social network più importante [almeno numericamente] al mondo.

Interessante iniziativa sia per i contenuti che per l’idea che c’è dietro la proposta.

[Via]

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L’Informazione che Salta agli Occhi

ActuVisu è un sito, uno spazio, di visualizzazione dell’attualità. Una nuova maniera di raccontare il mondo attraverso l’ infografica interattiva ed i “dati parlanti”.

Il progetto, ancora in fase sperimentale, è stato realizzato da un gruppo di studenti francesi al 4°anno del corso di tecnologie dell’informazione e della comunicazione.

A regime le aree tematiche saranno sei: dalla politica allo sport passando per economia e società. E’ possibile seguire gli aggiornamenti e gli sviluppi sul blog collettivo del gruppo di lavoro.

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Reti Sociali & Utenti Unici

L’agenzia madrilena The Cocktail, ha reso disponibili pubblicamente i risultati di una desk research effettuata all’inizio dell’anno relativamente all’audience dei social network nella penisola iberica.

Lo studio, in particolare, evidenzia la sovrapposizione degli utenti all’interno dei diversi social network. Tra le cinque reti sociali prese in considerazione la percentuale di utenti unici è davvero risibile; il massimo livello di esclusività viene raggiunto da Facebook con il 10% degli iscritti che non partecipa/non è iscritto ad altri.

Le indicazioni fornite dalla ricerca possono aiutare il community manager ad ottimizzare gli sforzi, razionalizzare gli investimenti ed evitare la duplicazione dei contenuti al fine di migliorare la conversazione con il pubblico di riferimento e favorire il passaparola.

Senza mai dimenticare, ovviamente, che mezzi diversi assolvono a distinti obiettivi.

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I Link [della BBC] più Condivisi su Twitter

Dopo quello del Guardian anche la BBC ha il suo Zeitgeist.

Decisamente meno raffinato ed evoluto rispetto all’omologo del quotidiano anglosassone, mostra quali aree informative, quali notizie della BBC sono state maggiormente segnalate dagli utenti su Twitter nelle ultime 24 ore e nell’ultima settimana.

Utile per capire quali siano le informazioni che maggiormente interessano gli utenti tanto da spingerli a condividere l’informazione.

L’area tecnologica la fa da padrone confermando, ancora una volta come è il caso anche del Guardian, la predilezione degli internauti per quest’area informativa.

E’ un’indicazione sulla quale vale la pena di meditare attentamente nel caso si volessero sviluppare delle iniziative editoriali on line.

A margine, si segnala l’interessante censimento degli editori italiani presenti su Twitter effettuato da Come la Carta.

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Conflitto d’Interessi

Più volte ho raccomandato a chi opera, a vario titolo, in ambito editoriale di leggere la realtà delle edicole italiane attraverso la lente di Facebook, e dei numerosi gruppi, dai nomi più diversi, che spontaneamente si aggregano per tentare di dare voce alla propria realtà quotidiana.

E’ proprio attraverso uno di questi che imparo una situazione ancora più drastica rispetto a quella segnalata, anche di recente, in questi spazi.

Viene riportato infatti che:

“Il Sinagi in Campania è stato commissariato con tutti i suoi dirigenti che non contenti sono passati al Fenagi trasferendo il pacchetto di deleghe,senza avvisare neanche gli iscritti.

In pratica 250 edicole di Napoli e provincia si sono trovate sull’e\c il cambio di sigla sindacale,senza aver firmato revoca e soprattutto delega per il nuovo sindacato Fenagi.

Il distributore ha fatto il gioco dei dirigenti, se telefoni per protestare dicendo che non sei del Fenagi e che fino a ieri eri Sinagi ti risponde che non è responsabile,allora tu fai presente che il DL per ritirare la quota deve avere le deleghe,e loro dicono che eseguono solo ordini e che non si puo’ ritornare o disdire se non in accordo col sindacato”.

L’amara risposta ai, sempre graditi, suggerimenti di Marta.

La conferma di quali siano, ad ogni latitudine, le collusioni, i conflitti di interessi esistenti.

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The Pulse of the Nation

Non sempre cinguettare è sinonimo di felicità.

Analizzando ben 300 milioni di tweets i ricercatori del College of Computer and Innovation Science della Northeastern University e della Harvard University hanno effettuato una mappatura degli umori degli utenti [statunitensi] della celebre piattaforma di microblogging.

Il risultato è davvero straordinario sia per le rappresentazioni grafiche utilizzate che per i dati emergenti. Potrebbe dar luogo a scegliere orari e giorni nei quali comunicare con gli utenti da parte delle imprese che volessero avere questa ulteriore attenzione.

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