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Nasce Newspeg: “il Pinterest delle Notizie”

Pinterest ha alcune utility per la condivisione di contenuti informativi, ma in realtà è più adatto per aggregare i preferiti e per la condivisione di foto, moda, design, ricette ed altri elementi.

Con una chiara ispirazione a Pinterest è stato lanciato in questi giorni Newspeg, piattaforma Web e mobile di social news che chiunque può utilizzare per raccogliere, curare e condividere le notizie con gli altri.

La sostanziale differenza rispetto ad altre piattaforme di content curation ed aggregazione è nel “fattore umano”, sono infatti gli individui, le persone che decideranno di utilizzare questa piattaforma a creare una collezione, una raccolta di ciò che gli appare interessante, contrariamente alle altre proposte che invece si basano fondamentalmente su algoritmi e/o aggregazione di contenuti da Twitter e Facebook, come il caso di Flipboard, Zite e Prismatic, per citare i più noti.

La condivisione avviene in maniera semplice, elementare, attraverso l’utilizzo di un “bottone” da inserire nel proprio browser. Su newspeg appare l’anteprima del contenuto che linka direttamente al contenuto originale; un elemento di correttezza nei confronti di chi produce i contenuti.

Naturalmente,   Newspeg  è integrato con  Twitter  e  Facebook , così le storie, le notizie raccolte possono essere ulteriormente amplificate.

Osservando l’home page di Newspeg è impossibile non rilevare una rappresentazione iconografica dell’informazione. Elemento che, se posso dirlo, mi conferma che con DataMediaHub siamo sulla strada giusta.

Newspeg

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Semplicemente

Il 2011 è stato certamente l’anno nel quale grandi consensi sono arrivati per gli aggregatori sociali, con Flipboard a dare il via ad un nuovo segmento nel quale nel tempo si sono aggiunti Yahoo Livestand, Editions di AOL, Zite, poi ceduto alla CNN che pare lo abbia pagato ben 25 milioni di dollari, e verso la fine dell’anno, Currents da parte di Google.

Forti del relativo successo raccolto dalle proposte, il 2012 sembra ulteriormente accellerare il passo in questa direzione e ormai non passa giorno senza che nasca un nuovo aggregatore sociale di notizie.

A pochi giorni di distanza dal lancio di C.O.R.E, da parte di Yahoo ecco affacciarsi sulla scena anche Microsoft con msnNOW, aggregatore rigorosamente social che in tempo reale utilizza le informazioni provenienti dai principali social network e social media, da Facebook a You Tube passando inevitabilmente per Twitter, per fornire  un riepilogo personalizzato delle notizie più rilevanti del momento. Proposte che fanno seguito a Uberpaper altro aggregatore, anche se con una visione differenziata rispetto a tutti quelli citati, lanciato non più tardi della fine del mese scorso

Non solo il mercato si sta affollando ma, forse complice il dilatarsi dei tempi di sviluppo, le nuove proposte sembrano aggiungere davvero poco rispetto a quelle preesistenti.

Da un lato si sta rendendo davvero difficile la scelta al lettore su quale preferire, dall’altro lato, soprattutto, si snatura la concezione di filtro da parte degli aggregatori rendendoli di fatto se non inutili superflui attraverso un eccesso di fonti e di dettagli che complessivamente confondono diversificando rispetto a prima la natura del rumore di fondo ma non annullandone effetti e pericoli. Mi pare insomma si stia passando ad una esasperazione dell’idea originaria che nella pratica ne elimina il ruolo ed il significato: trovare informazioni pertinenti e qualificate rispetto ai propri interessi.

Ben venga allora la semplificazione proposta da Jeremy Singer-Vine, reporter del Wall Street Journal, che ha realizzato Topheadlin, applicazione sperimentale per smartphones, fruibile anche dal Web, che propone solamente i 10 titoli principali di altrettante fonti selezionate di riconosciuta autorevolezza ed affidabilità.

Uno dei bisogni attuali da soddisfare è indubbiamente quello di favorire, facilitare la selezione, annullando il più possibile gli effetti dell’infobesità inclusa la rindondanza e la ripetitività di diffusione social delle informazioni, semplicemente.

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L’Informazione Arriva Dritta al CORE

Yahoo ha rilasciato pochi giorni fa la versione beta di C.O.R.E. [Content Optimization and Relevance Engine] dalla quale è possibile verificare quali informazioni, quali notizie, sono più viste, più lette dalle persone nella home page di Yahoo.

Ogni ora C.O.R.E. analizza 1.2 terrabytes di dati per comprendere quali interessi e comportamenti influenzino la lettura di un determinato articolo piuttosto che un altro, personalizzando su tali basi giornalmente 2.2 milioni di contenuti per gli utenti di Yahoo.

In un’intervista rilasciata ad «AdAge», Mike Kerns,  Vice Presidente dell’area social & personalization di Yahoo, spiega che, ovviamente, l’obiettivo è quello di comprendere le motivazioni di scelta dell’utenza così da offrire un’esperinza di lettura più consona, personalizzata sulla base degli interessi specifici del singolo individuo.  Steven Lyons, Senior Product Manager di C.O.R.E., dalle pagine del corporate blog di Yahoo ne spiega i dettagli del funzionamento.

Se da un lato aleggia sempre l’ombra della “filter bubble” di Eli Parisier su questo tipo di proposte, tanto da aver dato luogo recentemente a soluzioni di aggregazione dell’informazione appositamente spersonalizzate, dall’altro lato non vi è dubbio che la ricerca di soluzioni che aiutino a ridurre il rumore di fondo sia un must nell’epoca dell’infobesità.

L’equilibrio tra il timore di essere avvolti dalla bolla e l’esigenza di filtri sta probabilmente nell’abbinata tra algoritmi e intervento umano di aggiustamento dei risultati. Adattamento che qualcuno potrebbe evidentemente obiettare essere comunque soggettivo riaprendo ancora una volta il dibattito sul tema. Voi che ne pensate?

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Appositamente Impersonale

Il 2011 è stato l’anno di grandi consensi per gli aggregatori sociali, con Flipboard a dare il la ad un nuovo segmento nel quale nel tempo si sono aggiunti Yahoo Livestand, Editions di AOL e Zite, recentemente acquisito dalla CNN per circa 25 milioni di dollari, a testimonianza della rilevanza che viene attribuita a questa modalità di distribuzione delle informazioni, e l’ultima proposta, in ordine temporale, da parte di Google con Currents.

C’è chi sostiene che l’aggregazione faccia parte del DNA del giornalismo e, come si suol dire, venga da lontano. Dall’altra parte a più riprese si sono levate voci contro i pericoli dell’aggregazione e dell’eccesso di personalizzazione che finirebbero per costruire un mondo chiuso, una bolla come sostiene Eli Pariser.

Si tratta di un problema, di un potenziale pericolo, che il neo nato Uberpaper si propone di risolvere.

A cavallo tra Flipboard e Pinterest, l’aggregatore nato la settimana scorsa, ad esclusione dell’opzione “piace” o “non piace” affianco a ciascun articolo segnalato, non si avvale di alcun elemento sociale.  Secondo quanto dichiarato dai creatori, l’idea è quella di ricreare l’esperienza originale del giornale, dove, inevitabilmente, sfogliando il quotidiano, “si scoprono” le notizie.

Uberpaper, è disponibile in 10 lingue diverse, si compone di 8 sezioni che a loro volta contengono delle sotto sezioni. E’ possibile inoltre selezionare la visualizzazione delle notizie sulla base di 4 criteri distinti: articoli più popolari, più nuovi, più controversi e più freschi; è probabilmente questo un’altro dei punti di forza, di distinzione dell’aggregatore.

Anche se è particolarmente centrato sugli States, esiste una sezione dedicata all’Europa e alcune sottosezioni, quale ad esempio quella dedicata ai social media, sono trasversali, transnazionali, rendendo il prodotto interessante al di là della localizzazione.

Quello che appare di maggior interesse è l’idea di andare controcorrente, di essere appositamente impersonale, per ridare al lettore il piacere della scoperta. Concetto che potrebbe fare breccia in una fascia d’utenti evoluti preoccupati per la privacy o per gli effetti della bolla in cui si tende ad essere avvolti. Personalmente l’ho messo immediatamente nei preferiti.

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Se Piace, Piacerà

A meno di una settimana dal lancio di “UAC Meter”, tool di misurazione della social popularity delle notizie nel nostro Paese, gli autori dello strumento continuano ad innovare con una nuova proposta.

Youllike.it, se ti piace, piacerà, è un aggregatore di notizie che prende i dati di UAC Meter e li presenta con taglio editoriale e non “di ricerca” come invece visualizzati da UAC.

Le notizie più in evidenza quando si apre il sito, o in alternativa cliccando sull’icona rossa a forma di mondo, sono ordinate per crescita oraria di likes: più una notizia sta crescendo in termini di popolarità e più  occupa uno spazio grande, ha il titolo grande, e  si trova in alto, in maggiore evidenza, nella pagina.

Premendo invece le icone dei tre social networks le notizie si riordinano con la stessa logica precitata ma considerando tutti i like acquisiti e non il trend orario dei like.

Per ogni articolo viene fornito: titolo, porzione di testo, immagine [se presente], dati sui likes e icona che presenta la forma della crescita del numero dei like nelle ore precedenti. Esiste la versione relativa ai quotidiani online, siti web che sono l’emanazione di testate tradizionali, e fonti di informazione “all digital” quali ad esempio i cosìdetti superblog ed altro.

 Youllike.it non è solo uno strumento integrativo rispetto a quello precedente ma è un vero e proprio prodotto editoriale, un aggregatore di notizie basato sulle preferenze degli internauti.

La dimostrazione di come si annulli sempre più la distanza tra imprese e organizzazioni editoriali, il cui ruolo diviene sempre più sovrapponibile, e di quante possibilità inesplorate esistano, volendo.

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Guerra A Parole di Murdoch – Filtr

L’accordo con Microsoft per far fuori Google. Tattica o strategia?

Cliccando sull’immagine è possibile, se d’interesse, proseguire la lettura sulla “saga” che anima il mondo internazionale dell’editoria.

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