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Toccare il Fondo

Grande attesa per la prima edizione solo digitale di «Newsweek» dopo la decisione di abbandonare la versione cartacea.

Il settimanale statunitense per l’esordio sceglie di dedicare la storia di copertina alle esplorazioni sottomarine e titola “Have we hit the bottom” come mostra l’immagine sottoriportata.

newsweek-cover

Nel tentativo di dimostrare tutta la dedizione, l’impegno e la capacità di utilizzo dei formati digitali il settimanale rende la copertina animata. Quando infatti gli abbonati alla versione per tablet scaricano l’edizione di questa settimana si apre un’animazione di circa quattro secondi che mostra un’attrezzatura per le riprese sottomarine in movimento, come mostra il video sottostante.

Se già la scelta del tema lascia perplessi non essendo esattamente una “storia da urlo”, ancor più dubbioso il valore dell’animazione sia per la realizzazione che non pare davvero di qualità straordinaria che, soprattutto, perchè forse non è questo il tipo di caratteristiche che il lettore cerca nel formato digitale come confermerebbe la scelta di «The Economist» e i dati di una ricerca recentemente pubblicata da PEW.

A questo si aggiunga che in realtà tali proposte non sono esclusiva del digitale ed anzi possono essere perfettamente realizzate anche nella versione cartacea come dimostra Aurasma al CES in corso in questi giorni a Las Vegas, per tornare ad una proposta di cui ho parlato spesso in questi spazi.

A «Newsweek» sono le scelte editoriali ad avere toccato il fondo a mio avviso.

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Investimenti Pubblicitari in Italia per Media

Nielsen ha rilasciato la sintesi degli investimenti pubblicitari nel nostro Paese, con la suddivisione per mezzo, relativamente ai primi nove mesi dell’anno.

Stimolato da una discussione su Twitter che, complice il limite dei 140 caratteri ed il fatto che fossi in quel momento impegnato, non sono riuscito a seguire con l’attenzione che meritava, ho deciso di approfondire il tema che periodicamente ricorre.

Nel complesso l’andamento degli investimenti pubblicitari nel periodo gennaio-settembre 2012 registra una flessione dell’11.7% perdendo la bellezza [si fa per dire] di 720 milioni di euro. Di questi ben 403 [56%] sono relativi alla televisione che per la prima volta nella storia recente del nostro Paese, per quanto a me noto, vede un calo così significativo.

Oltre alla televisione sono tutti i mezzi a registrare un andamento negativo ad esclusione di Internet che in un mercato calante, di riflesso, vede crescere la propria incidenza dal 7,2% del 2011 all’attuale 8,9%.

Incidenza per Media Investimenti Adv Italia Genn_Sett

Premesso che personalmente credo sia più corretto considerare Internet un ambiente e non un media, non è una distinzione solo semantica evidentemente, e che i dati degli investimenti pubblicitari sul Web non includono la search [*] poichè Google, che in Europa detiene il 93% del mercato, custodisce gelosamente i dati relativi, è interessante, utile, analizzare le dinamiche all’interno di ciascun media.

La flessione del 15,4% dei  quotidiani, nasce da un crollo dei quotidiani free press [-53,2% a fatturato e -52% a spazio], senza i quali il calo è del 14% in termini di raccolta pubblicitaria a valore. In particolare vale la pena di evidenziare che il calo a spazio è sensibilimente inferiore e si attesta al -4,4%, cosa che invece non avviene per i periodici, ed in particolare per i mensili che hanno indici negativi sia a fatturato [-12,4%] che a spazio [-13,1%].

Nella mia decodifica questo significa che vi sono tensioni sui prezzi, sui listini [ammesso che si possa parlare dei listini in un Paese quale l’Italia dove la norma è il 70%, o più, di sconto], ma che l’interesse da parte degli investitori pubblicitari, delle aziende, a pianificare sui quotidiani non è così in calo come parebbe dalla sintesi rilasciata da Nielsen. Si tratta di una tendenza che peraltro prosegue anche per il mese di ottobre.

Internet, nonostante la forte crescita del formato video, raddoppiato, e del mobile [+18%], mostra segni di rallentamento con agosto al +5% e settembre addirittura al +1,3%, il tasso più basso di crescita dall’inizio del 2012. Una tendenza, anche in questo caso, confermata anche dai dati di ottobre [+4%] che portano il progressivo annuo ad un +9,1%.

Rallentamento che si registra complessivamente in moltre altre nazioni del vecchio continente e che, se confermato, costringerebbe a vedere al ribasso le stime di espansione ed il conseguente tanto annunciato “sorpasso” sui quotidiani che attualmente pesano il 70% in più. Se ai quotidiani aggiungiamo i periodici, molto spesso di proprietà dei medesimi editori, l’incidenza a valore della carta stampata è del 24,51% del totale contro l’8,94% di Internet; quasi il triplo.

La strada, complice ancora una volta la tendenza al ribasso dei listini anche per quanto riguarda i valori riconosciuti per CPM, pare davvero più lunga di quanto ipotizzato e non priva di sorprese.

Se, come credo, la specificazione non è mai ovvia, era doveroso entrare nel dettaglio prima di abbandonarsi a facili trionfalismi [pour cause?].

Investimenti Adv per Media Genn_Sett 2012 Nielsen

[*] La stima di comScore per il 2011 è di 448 milioni di euro per quanto riguarda la search in Italia.

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Rapporto PWC Entertainment & Media Outlook Italia 2012-2016

Price Cooper Waterhouse ha rilasciato in questi giorni i risultati dell’analisi di scenario e le proiezioni per il periodo 2012 – 2016 per quanto riguarda intrattenimento e media.

Oltre alla tendenze globali, che è comunque interessante leggere per avere un panorama complessivo, è disponibile il dettaglio per diverse nazioni Italia inclusa grazie a “E&M Outlook in Italy 2012-2016”, che per il 4° anno consecutivo descrive in dettaglio i trend relativi a 12 segmenti del mercato intrattenimento e media nel nostro Paese.

Il report raccoglie per l’Italia previsioni al 2016 sull’andamento di tutti i principali segmenti coinvolti: film, tv, musica, radio, pubblicità out-of-home, internet, quotidiani, periodici, riviste tecniche, editoria specializzata, videogame e gaming.

Internet sarà il segmento che registrerà la crescita più veloce nei prossimi cinque anni, con un tasso di crescita medio annuo dell’8,5%, sostenuto da una crescita a due cifre per le componenti di spesa relative al mobile access e all’advertising e da importanti crescite del broadband che porteranno il valore di questo mercato a €12,7 miliardi.

Dopo internet, il segmento a maggior crescita saranno i video-games, che raggiungeranno nel 2016 €1,3 miliardi [CAGR del 6,5%], seguiti dal segmento gaming che arriverà a quota €1,9 miliardi [CAGR 4,5%]. I video games potranno trarre vantaggio dalla crescita del mercato online e wireless e da una ripresa nei giochi di console.

Cattive notizie per l’editoria, secondo PWC infatti l’altro principale trend sarà lo spostamento degli investimenti dal publishing al non-publishing media.

Pur includendo la componente digitale in forte espansione, i quattro segmenti del publishing [consumer magazines, newspapers, consumer educational books e business-to-business] il trend di diminuzione degli ultimi anni non si ferma e, nonostante una previsione di ripresa nell’ultima parte del periodo, il valore dei quattro segmenti sarà inferiore nel 2016 rispetto al 2011.

In particolare per quanto riguarda giornali e pubblicazioni periodiche consumer [non specializzate] è prevista una flessione nel periodo 2012 – 2016 rispettivamente dell’ 0,8% e del 2,1% a cui dovrebbe corrispondere un calo dell’advertising pari all’1,4% per i quotidiani ed invece una crescita dell’ 1,2% per i periodici. Tendenze che si basano su proiezioni favorevoli a partire dal 2014 dopo un 2012 da incubo, che conferma anche Nielsen nel suo “economic e media outlook” dedicato al nostro Paese, ed un 2013 comunque in sofferenza.

L’ executive summary italiano di “E&M Outlook in Italy 2012-2016”, che come sempre consiglio di leggere integralmente con  attenzione, è liberamente scaricabile grazie a «Pubblicità Italia».

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Scenario dei Media 2012 – 2016

Se il rapporto “The medium is the message*: Outlook for magazine publishing in the digital age” segnalato ieri si concentrava sulle evoluzione delle pubblicazioni periodiche [settimanali e mensili], la pubblicazione, sempre da parte di PriceWaterhouseCoopers, di “Global entertainment and media outlook: 2012-2016” permette di verificare con buona approssimazione, trattandosi di previsioni, le tendenze dell’industria dell’informazione sulle quali vi è stato un fitto confronto nei giorni scorsi.

Confronto, per chi se lo fosse perso, al quale hanno partecipato, in ordine cronologico: Pier Luca Santoro, Giuseppe GranieriLSDI, Pier Luca Santoro, Giuseppe Granieri, LSDI, Marco Dal Pozzo, Pier Luca Santoro, Luca De Biase e LSDI.

Il rapporto realizzato dalla PWC è relativo sia all’intrattenimento, all’industria del tempo libero nelle sue diverse forme: dalla musica al gioco, che a mezzi di comunicazione. Per brevità ed interesse mi concentrerò sulle tendenze emergenti relativamente al solo comparto dei media, con particolare attenzione alle evoluzioni previste per quotidiani e  periodici, rimandandovi alla lettura completa del documento per ulteriori approfondimenti su aree di vostro specifico interesse.

Lo studio analizza le tendenze in atto e ne prevede le evoluzioni per 48 nazioni del mondo Italia inclusa.

Complessivamente la crescita del digitale nel medio – lungo periodo, prossimi 5 anni, appare meno importante di quanto ci si potesse immaginare passando dalla quota attuale del 28% a quella del 38% nel 2016. I supporti, i mezzi tradizionali continueranno anche nel futuro prossimo a mantenere la quota maggioritaria.

Copyright © 2012 Global Entertainment & Media Outlook. All rights reserved.

A. I LIBRI:

La metà del mercato digitale sarà negli USA che arriverà complessivamente [carta + ebook] a 21mila milioni di dollari rispetto agli attuali 19.500 [+7,7%]. In Europa il calo delle vendite di libri non sarà sostituito dalla crescita del digitale. Nel caso dei libri di testo la situazione resterà praticamente uguale.

B. CINEMA:

I ricavi cresceranno del 3,1%. Il consumo casalingo di video digitali raddoppierà nel prossimo quinquennio arrivando a pesare il 36% del totale mercato. Lo streaming di film on demand [a pagamento] in Rete supererà il valore delle sottoscrizioni ai canali a pagamento.

C. RADIO:

Il mercato radiofonico crescerà del 3,5% da qui al 2016. Due terzi dei ricavi del settore deriveranno dalla pubblicità. Radio digitali e radio online nonj vedranno crescere in maniera significativa le loro revenues. Gli abbonamenti ai canali radiofonici satellitari saranno quelli con il maggior tasso di crescita ma manterrrano un peso relativamente modesto con una quota sul totale del 9,5%.

D. TELEVISIONE:

A livello mondiale si prevede una crescita del 6,6% degli investimenti pubblicitari; uno sviluppo legato all’avanzare della diffusione di contenuti e pubblicità multipiattaforma anche su tablet e smartphones. La televisione tradizionale, “terrestre”, continuerà ad essere qualla che si accaparra la fetta maggiore. La Russia supererà l’Italia diventando così il mercato pubblicitario televisiovo più importante d’Europa.

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E. PUBBLICITA’ ONLINE:

Da qui al 2016 PWC prevede una crescita del 15,9%. La search a pagamento continuerà ad essere la parte più rilevante del mercato, buona la crescita di banner/display grazie anche al tempo passato dagli utenti, dalle persone, nei diversi social network. Nonostante tassi di adozione e penetrazione straordinari per smartphones e tablet il mobile advertising resterà il fanalino di coda come valori investiti.

Giornali e periodici, come vedremo più avanti, beneficieranno complessivamente poco della crescita degli investimenti online.

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F. GIORNALI:

Vi è un rapporto diretto tra diffusione della banda larga e circolazione, vendite, dei giornali; a minor diffusione corrispondono maggiori vendite e crescita dei ricavi pubblicitari e viceversa. Da questo punto di vista l’Italia si trova a metà strada tra le tendenze degli Stati uniti e Gran Bretagna e quelle di Argentina o India.

In Europa gli abbonamenti alla versione digitale dei quotidiani raggiungeranno una quota significativa nel 2016 compensando in parte la tendenza negativa della versione cartacea senza mai però consentire il ritorno ai livelli antecedenti al 2009. Una previsione che potrebbe incoraggiare a puntare tutto, o quasi, sul lettore.

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Negli Stati Uniti rallenta il calo della raccolta pubblicitaria ma la quota dell’online resta assolutamente minoritaria.

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G. PERIODICI:

Si dovrebbe assistere ad una stabilizzazione delle vendite  anche in Europa, continente dove le vendite di settimanali e mensili sono le maggiori al mondo.

L’area digitale triplicherebbe addirittura ma la quota resterebbe assolutamente minoritaria con la versione cartacea a farla da padrone ancorpiù che per i quotidiani.

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Pare insomma che le mie previsioni controtendenza di ottimismo e di un futuro anche per la carta vengano confermate nel complesso. Resta da lavorare, da un lato, sul ruolo di ciascun formato in un’ottica multipiattaforma di convergenza tra le distinte versioni e, dall’altro lato sull’ottimizzazione nella gestione dell’esistente e all’individuazione di nuove forme di ricavo oltre a vendite e pubblicità.

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Corse di Cavalli

Sono stati diffusi ieri i dati relativi al secondo periodo di rilevazione, aprile – luglio 2011, dell’indagine periodica svolta da Audipress relativamente alla lettura di quotidiani e pubblicazioni periodiche [settimanali e mensili] nel nostro paese.

L’indagine, oltre a confermare che l’Italia è una Repubblica basata sulla “Gazza”, rende disponibili finalmente anche i dati relativi ai visitatori al sito web della testata corrispondente.

Se per i quotidiani i valori sono significativamente diversi da quelli diffusi da Audiweb, suscitando inevitabilmente qualche perplessità sul valore effettivo delle rilevazioni, paradossale è la situazione di settimanali e mensili.

Due sono i fattori critici che emergono dai dati diffusi.

Emerge come i valori in gioco, il numero di visitatori sia davvero marginale con, ad esempio, Quattroruote o Focus tra i mensili e L’Espresso e Donna Moderna per i settimanali che hanno un rapporto almeno di 1 a 10 tra utenza sul web e lettori su carta.   Uno per tutti, Sorrisi e Canzoni TV che ha circa 4,3 milioni di lettori per la versione cartacea e 28mila visitatori alla propria edizione online.

Si evidenzia inoltre come moltissime testate anche di ampia diffusione, ancora una volta a titolo esemplificativo, quali Chi o Al Volante, non abbiano neppure un sito web.

La grande marcia al digitale pare più una corsa di cavalli zoppi per l’editoria nostrana.

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Insoddisfatti

Marketing Charts segnala uno studio effettuato da Performics, società internazionale di consulenza di marketing, “S-Net: A Study in Social Media Usage and Behavior”, relativamente all’importanza attribuita dalle persone a ciascun social network ed al loro atteggiamento nei confronti delle imprese presenti al loro interno.

Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, dallo studio emerge una buona propensione ad esprimere soddisfazione e giudizi positivi nei confronti delle aziende. Così non è per le imprese del comparto editoriale che raccolgono un livello di approvazione, una soddisfazione davvero scadente come mostra il grafico di sintesi sottostante.

E’ l’evidenza di come ci si impegni nell’accumulare fans e followers senza poi gestire alcuna interazione, senza un ascolto ed una conversazione effettiva. Una visita ad una pagina di Facebook di un qualsiasi quotidiano a vostra scelta non potrà che confermarlo.

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La Campagnetta

Posso come vederli mentre parlano, discutono animatamente su come risolllevare le sorti dell’azienda in questo momento di crisi.

Gino Brambilla, imprenditore 72enne proprietario di una fabbrica di lampadari in ottone e relativa showroom  sulla Milano – Meda, sta parlando con suo figlio Mario. Sono ormai tre anni che le cose vanno davvero male, bisogna farsi venire un’idea per risollevare le sorti aziendali.

Mario allora dice al padre: “Secondo me potremmo fare una campagnetta pubblicitaria, non grandi cose, senza spendere troppo. Sai su quelle riviste  mensili di arredamento che ci mandano gratuitamente tutti i mesi qui in azienda”

E’ questa l’immagine mentale che mi ha richiamato l’insight, l’approfondimento realizzato da Nielsen sull’andamento della pubblicità nel comparto della stampa [quotidiani e periodici] nel 2010 che riporta anche i valori dell’investimento medio per mezzo.

Ah, auguri a Gino e Mario, credo proprio che ne abbiano bisogno, ovviamente inseme agli editori.

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