Il Punto di Arrivo o Il Punto di Partenza?

Il futuro dell’informazione è digitale. E’ questo probabilmente l’unico punto sul quale la stragrande maggioranza di giornalisti ed esperti del settore pare essere d’accordo.

Come sappiamo, non sono noti i contorni, i tempi e, soprattutto, allo stato attuale non è chiaro con quale sostenibilità economica, ma non passa giorno senza che venga sostenuta a gran voce la scomparsa, più o meno prossima, della carta ed i vantaggi, le opportunità e le prospettive del digitale.

Approccio, oserei direi quasi “ideologico”, che è spesso sintetizzato nel concetto di digital first del quale «The Guardian» è diventato quasi sinonimo e bandiera per il coraggio e la determinazione nell’affrontare tale percorso.

Certamente, come recita la frase di Clay Shirky sopra riportata [NB: cliccando sull’immagine avrete accesso alla presentazione completa della quale vi consiglio la lettura se vi fosse sfuggita in precedenza] , il modello sul quale si è basata la carta stampata negli ultimi 100 anni non funziona e non è più funzionale ad editori, investitori pubblicitari e persone, nel nuovo ecosistema dell’informazione.

Altrettanto certamente si è generalmente ampiamente travisato il significato dell’idea di digital first sia perchè è stato complessivamente, come spesso avviene, tralasciato l’impatto e le implicazioni sull’organizzazione del lavoro delle redazioni che, soprattutto, per la persistente tendenza a ragionare in termini di contrapposizione invece che di sinergia e complementarietà tra carta e digitale, tra vecchio e nuovo.

L’equivoco di fondo è però, direi, di maggior ampiezza e portata.

Si continua fondamentalmente a concentrarsi sul mezzo, sulle soluzioni, tavolta sulle “trovate”, che la tecnologia offre, dimenticando troppo spesso, ho l’impressione, che tutto quello di cui si discute, tutto quello che è è fonte di ragionamenti più o meno condivisi o condivisibili non può prescindere da un punto: le persone.

Devo ancora riflettere, approfondire, per dirmi se sia il punto di partenza o il punto di arrivo, certamente l’idea di mettere al centro i lettori, le persone, il passaggio dal digital first ad un più fondamentale audience first, o ancora meglio, appunto, people first, è imprescindibile per editori, imprese che investono in comunicazione pubblicitaria e, ovviamente, per le persone stesse.

Se, come si va ripetendo da tempo, l’ecosistema dell’informazione, e l’equilibrio di gestione delle redazioni tra costi e ricavi aggiungo io, non può prescindere dalla collaborazione con le persone. Se le persone, la loro attenzione ed il loro coinvolgimento, sono il bene che gli editori da sempre [s]vendono agli investori. Se, come credo, senza persone interessate e coinvolte, non esistono di fatto notizie.

Allora, che sia il punto di arrivo o quello di partenza diviene trascurabile, resta fondamentale [ri]mettere, anche nel caso del giornalismo, al centro le persone troppo a lungo, nella migliore delle ipotesi, trascurate.

2 commenti

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2 risposte a “Il Punto di Arrivo o Il Punto di Partenza?

  1. Il problema è che coloro fanno i giornali (in Italia) sono i direttori e i giornalisti. Se il lettore/consumatore deve essere al centro, e concordo pienamente, il prodotto deve essere fatto dai markettari… I giornalisti, secondo me, dovrebbero scrivere i loro pezzi in textpad e poi lasciare ai confezionatori veicolare il contenuto (che rimane l’unico motivo d’acquisto delle testate)

  2. icittadiniprimaditutto

    Reblogged this on i cittadini prima di tutto.

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