Il ROI è’ cotto e mangiato

La trasmissione di cucina che chiude Studio Aperto nell’edizione delle 12.30 deve avere un relativo buon successo di ascolti, così come avviene in questi casi è stato deciso di produrre un libro che riprende le ricette proposte in televisione.

Benedetta Parodi non perde occasione per ricordare ai telespettatori che ora [da metà giugno circa] è possibile acquistare la pubblicazione in edicola.

Il sottoscritto ne ha ricevuto una singola copia che ha venduto la mattina stessa.

Da allora, evidentemente sostenute dal battage promozionale, ho ricevuto ben 12 richieste di avere il libro e, addirittura, in 3 casi le clienti erano disposte ad attendere e mi hanno chiesto che effettuassi la richiesta di rifornimento.

Il libro presso il distributore locale è esaurito ed addirittura ci vengono richieste in resa facoltativa delle copie per, appunto, soddisfare una parte delle richieste inevase.

Si ripetono dunque ahimè le dinamiche già descritte e documentate in più occasioni all’interno di questi spazi.

Il ROI dei giornalai è cotto e mangiato.

Problemi di gestione editoriale

A breve, se come temo continueremo di questo passo, inizierò a chiedere ai frequentatori del negozio con i quali ho maggiore confidenza di poterli filmare per ulteriormente documentare questo scempio vergognoso che trade e consumatori devono subire quotidianamente.

9 commenti

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9 risposte a “Il ROI è’ cotto e mangiato

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  2. marco

    ciao pierluca, blog molto interessante, grazie. domanda:ma io, come editore, come faccio secondo te a calcolare quante copie stampare e distribuire in tutte le 35.000 edicole? tu puoi dirmi “è il tuo mestiere, arrangiati” però la realtà è che io devo fare i conti con il diritto di reso e con un sistema distributivo che fornisce pochissime garanzie di reale efficenza.
    Provo a spiegarmi: la tua edicola avrebbe venduto 15 copie del libro in pochi giorni e ne hai ricevuto una, venduta subito. Probabilmente questo dipende, oltre che da un successo oggettivo della pubblicazione, anche dalla tipologia di pubblico che frequenta la tua edicola. Sono sicuro che ci sono zone in cui quella pubblicazione, per una serie di ragioni (clientela, posizione, prezzo, ecc.) non verrà mai venduta, ma comunque viene ugualmente dsitribuita. Se, per assurdo, invece di una copia, la tua edicola ne avesse ricevuta 15, come editore si tratta della differenza tra una tiratura stimata di 40-60.000 copie e una di 300-400.000. Il secondo scenario ti mette davanti a dei rischi troppo elevati, soprattutto se utilizzato come modello di business nel lungo periodo. Meglio, dal punto di vista dell’editore, essere prdudenti (mi verrebbe da dire realisti in questo momento) sulla prima tiratura, prendendo come dato di fatto l’inefficenza del sistema distributivo, e poi in seconda battuta “inseguire” il mercato con eventuali ristampe. Ho letto che hai un passato aziendale quindi non farai fatica a capire la difficoltà di prendere determinate decisioni.
    Cosa ne pensi?
    ciao

    • Twister

      Una soluzione potrebbe essere fare pubblicità prima che esca il libro e raccogliere almeno le richieste diponibilità che arrivano ai giornalai da parte dei clienti, non ci vuole poi molto eh, non credo a te faccia piacere aver perso la vendita di 14 copie (che se moltiplicate per tutta italia viene fuori un numero da capogiro viste le vendite medie dei libri in italia)a giornalaio come editore 😉

  3. Non si riesce proprio a cambiare sta distribuzione nell’era della banda larga o quantomeno a bypassarla? Noi edicolanti subiamo la cattiva distribuzione, gli editori subiscono la cattiva distribuzione…sono anni, lustri…Ma la cattiva distribuzione sempre quella rimane…Non sarebbe il caso di darci una mano vicendevolmente, editori ed edicolanti a migliorare questa distribuzione?

  4. pedroelrey

    Caro Marco,
    Bentrovato! Abbiamo tutti bisogno di collaborare [ o come preferisco dire collavorare], le tue domande e le giuste perplessità di Pier Paolo meritano una risposta che lo spazio dei commenti non consentirebbe. Ti prometto che se passi di qui lunedì o martedì dovresti trovare “la risposta”.
    Saluti.
    Pier Luca

  5. marco

    la verità è che il sistema di distribuzione e in particolare dei DL sconta in maniera pesante, durante questi mesi di pesante crisi e riorganizzazione (fusioni, fallimenti, ecc.), anni di rendite di posizione, spesso trasmesse di padre in figlio. questo ha creato una serie di imprenditori sui generis, poco propensi al vero rischio imprenditoriale e quindi all’investimento sulla propria struttura logistica/distributiva, e capace solo di accusare l’editore in caso di insucesso. guadagni solamente se la cosa (studiata, prodotta e lanciata a spese dell’editore) da vende, altrimenti restituisci all’editore…mica male come business!
    troppi interessi in gioco , troppo pochi veri imprenditori coinvolti.
    all’estero le edicole esistono, anche con sistemi simili come in Francia o Spagna. Ma sono molto meno e gli spazi espositivi hanno una gestione che si avvicina ad una distribuzione moderna. credo che in italia ci arriveremo solamente tramite una selezione naturale dei distributori nazionali/dei DL/delle edicole che peraltro è già in corso. è un piatto troppo ricco e pieno di vecchi imprenditori/politici perchè si possa pensare ad un sistema riorganizzato con efficienza dall’alto. forse solo un paio di distributori nazionali ne potrebbero avere la forza…
    ciao

  6. Caro Pier Luca, questi problemi aimè ci affliggono da anni. Ora è per il libretto della Parodi (anche a me 1 copia vaporizzata.. niente rifornimenti..), ma in passato è accaduto con altre milioni di pubblicazioni e probabilmente capiterà in futuro. Purtroppo dopo la liberalizzazione la GDO è diventata un pò “la tubatura bucata”, nel senso che il fiume della distribuzione si perde nei mille rivoli della GDO e spesso ciò che manca a noi è accatastato nei mega supermercati, magari a prezzo di costo, e ci si mettono anche le politiche degli editori che puntano ad avere meno resa possibile.
    Quello che sostengo da quando sono un giornalaio è che le edicole andrebbero valorizzate come punto strategico, ma non dalla categoria soltanto ma dal Governo in quanto punti focali. Noi vendiamo informazione, siamo “Ministeri” che potrebbero diventare davvero riferimento di una società che corre sempre di più dietro la notizia aggiornata. Dobbiamo evolvere informatizzandoci, diventando imprenditori di noi stessi, e se mai qualcuno vorrà un giorno valorizzarci e darci modo di crescere seriamente.. allora forse in quel momento diventeremo davvero professionisti dell’informazione facendo concorrenza a Internet.

    Complimenti per il tuo BLOG da cui prendo spesso notizie da inviare ai miei edicolanti di zona 🙂
    Saluti, Marianna

  7. pedroelrey

    Cara Marianna,
    Mi rincuora e mi rattrista al tempo stesso sapere che “la spalmatura” di cotto e mangiato è stata uniforme.
    Sono felice di essere di utilità a te ed ai colleghi della tua provincia, è la più bella cosa da quando ho [ri]aperto un blog.
    Un abbraccio.
    Pier Luca

  8. emanuele

    carissimi tutti sono emnuele un edicolante di catania mi sono divertito a leggere i vostri commenti! bhe! alla fine della pagin ho letto le date dei vostri discorsi; mi sono vermente ftto quttro risate perchè alla fine sono sempre problematiche all’italiana dopo tre settimane cade tutto nel dimenticatoio!! e quindi problema risolto hahahha al prossimo problema di fuoco ciao ciao

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