Monday Note è un contenitore [da aggiungere nei preferiti] che con frequenza settimanale, ogni lunedì, appunto, si concentra sull’analisi delle relazioni, apparentemente sempre più profonde, tra media e tecnologie.
Nell’articolo pubblicato ieri, uno dei due autori, Frederick Filloux, produce un’analisi sulla convergenza in ambito editoriale e sui fattori di “allineamento dei pianeti dei media digitali”: la mediasfera.
Sono quattro le key issues che emergono dall’analisi proposta sul futuro della mediasfera:
- Non fare affidamento sulla pubblicità. Non ipotizzare, quantomeno, modelli di business in ambito editoriale basati esclusivamente sull’advertising per un lungo periodo ancora.
- Le audience si stanno sempre più spostando sui social network, e su un ristrettissimo numero di siti web, a spese dell’industria delle notizie, dei media.
- I ricavi si sposteranno in maniera sempre più massiccia verso i contenuti in mobilità, specificatamente smartphones e quelli che vengono definiti “lean-back devices” quali l’iPad. A questo specifico ambito attengono tempo e attenzione da parte degli utenti.
- Un gruppo ristretto di “gatekeepers” sarà proprietario di una potente combinazione di mezzi, contenitori, sistemi operativi e piattaforme di transazione.
In questo scenario, le ipotesi, i timori riassunti ieri sarebbero purtroppo più che confermati.
Sul punto 1 ci campano stuoli di commerciali 🙂
Ciao
Titti Zingone
Sai che non sono sicuro di aver capito 😦
Pensa a tutto quanto ruota intorno all’advertising, se ci sarà contrazione di domanda (perchè nel frattempo l’editoria avrà individuato nuovi modelli di monetizzazione) cosa faranno quelli che un tempo collocavano spazi pubblicitari/banner/pop up/ammennicoli vari? La mia era una provocazione, in realtà ogni grande rivoluzione comporta una scia di sangue.
i punti 3 e 4 mi convincono, ma i punti 1 e 2 no.
il punto 1 non mi convince perchè il modello di business di Google dimostra che si può costruire un modello di business solo sulla pubblicità, a patto che sia sorretto da una tecnologia adeguata. oggi come oggi i media mainstream non dispongono ancora di questa tecnologia semplicemente perchè non hanno ancora imparato bene cosa sia Internet, ma nel corso dei prossimi anni impareranno (ed in fretta).
il punto 2 invece non mi convince perchè prima o poi “l’industria della notizia” (ovvero le aziende mainstream dell’informazione) sbarcherà in massa su Internet e sui social network, ed imporrà la propria forza. solo che, nel frattempo, nuove aziende tecnologicamente più avanzate saranno entrate in questo club ristretto, a scapito delle vecchie aziende che non avranno saputo innovare.
Marco,
Google non è un editore ed è anzi in guerra con loro. Il business model di google non mi pare paragonabile a quello degli editori.
Può darsi, come sempre, che mi sbagli, ma ho l’impressione che il tentativo degli editori sia e sarà più nello stile del punto 4 [x sintesi] che al punto 2.
Non sono molto confortato da tesi ottimistiche, pur auspicandole; sono ormai più di 5 anni – ad esempio – che si parla di enterprise 2.0 ma la realtà è a 0.1
Grazie del tuo contributo alla discussione ed alla riflessione.
Pier Luca