SoDOMM

Digimind, società di monitoraggio dei social media, durante la seconda metà di settembre ha condotto un’analisi degli account Twitter di tre testate tradizionali [@Nytimes, @WSJ, @Usatoday] e tre all digital [@Buzzfeed, @Mashable, @HuffPost] per verificare il potere di amplificazione di “new media” e “old media”.

I risultati, sintetizzati nell’infografica sottoriportata, mostrano una nettissima predominanza delle testate tradizionali. La tendenza è quasi la medesima anche nel nostro Paese come mostrano i dati di UAC Meter, strumento di osservazione e analisi della diffusione dell’informazione online sui social network.

Evidenza di come i social media siano, anche, mezzi di distribuzione e diffusione dei mass media, come segnalava Tom Foremski, autorevole [ex] giornalista del «Financial Times», che ne ha  riassunto l’idea appunto con l’acronimo di SoDOMM [The Social Distribution of Mass Media]. Evidenza inoltre, sia del passaggio dall’impression all’expression, dalla pura esposizione ai contenuti di un media a quello di lettura, apprezzamento e condivisione, che del passaggio dallo user generated content allo user amplified content.

Il tasso di amplificazione sociale delle notizie di una testata diventa così un indice che esprime adesione, consenso o dissenso, partecipazione e coinvolgimento, ma anche elemento di misurazione del “valore” del brand delle testate.

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2 risposte a “SoDOMM

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  2. Giulia

    Forse fa il paio con quell’altra cosina per cui il giornalismo di qualità non è destinato a scomparire. Se devo commentare Barilla che ha offeso i gay, quel che ha detto lo vorrei sapere con sicurezza da una fonte che giudico attendibile, non dal mio amico di fb che posta sempre le figurine di calcio. Il mio amico diventa informatore attendibile solo quando si apre una voragine che inghiotte le auto nella strada sotto casa sua, che lui può fotografare, filmare e postare: che motivo avrebbe di mentire o di faticare per un fotomontaggio? Ma la maggior parte delle cose interessanti non accadono sotto casa sua e allora servono fonti informative attendibili, che i consumatori di notizie individuano nei media tradizionali. Se e quanto lo siano davvero, attendibili, è tutto un altro discorso. Soprattutto in Italia.

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