Archivi del giorno: febbraio 22, 2011

Interattività Vò Cercando

L’utilizzo delle mappe come strumento di sintesi grafica ed interazione in ambito informativo è sempre più diffuso.

Dal ciclone WikiLeaks in poi non c’è versione online dei principali quotidiani del pianeta che non abbia prodotto una propria versione come supporto alla massa di informazioni.

La rivolta araba e gli avvenimenti in Libia di questi giorni sono stati l’ennesima dimostrazione della diffusione di questo mezzo d’informazione, come testimoniano le diverse mappe segnalate sabato, alle quali si aggiunge ora quella prodotta da “La Informaciòn” che effettua una radiografia delle condizioni delle nazioni di Nord Africa e Medio Oriente.

Dopo l’assoluta carenza dei quotidiani italiani anche sotto questo profilo, “La Repubblica” propone da ieri  una propria versione di questa modalità informativa con quella che dovrebbe essere la mappa interattiva della rivolta in Libia.

Il risultato è a dir poco deludente con grafica, interattività e livello di informazione davvero ai minimi livelli.

Unica attenuante è che sia colpa del freddo.

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Plan Social

Un gioco di società politicamente scorretto, ma anche il più facile e abusato modo per fare sopravvivere l’azienda, galleggiando con differenti piattaforme produttive sui mercati, tagliando il costo del lavoro, senza necessità di cambiare strategie di prodotto né di ridurre il reddito del management e degli azionisti, è «Plan social».

Si tratta di un gioco di carte, che ha per obiettivo di liberarsi di tutto il personale di un’azienda,  di razionalizzare la produzione e la distribuzione, delocalizzando e appaltando.

E’ stato ideato e progettato da Stephane Concoral, che usa lo pseudonimo di John Harvey Marwanny in relazione alla Marwanny Production di Paradise [California], che l’ha prodotto.

Le regole del gioco sono semplici. Ogni giocatore fa la parte dell’azionista e ognuna delle 54 carte del pacchetto rappresenta un dipendente aziendale: operaio qualificato, impiegato, tecnico, quadro.

Le carte sono divise fra i giocatori. Il primo che gioca deve sceglierne una per decidere quale dipendente vuole licenziare. Le scelte possono essere fatte per settori organizzativi o per livelli gerarchici.

Chi si libera al più presto della sua «massa salariale», vince la partita e può delocalizzare in un paese a regime dittatoriale e con manodopera a buon mercato.

I motivi di allontanamento degli «esuberi» sono drammatici e purtroppo comuni: malattie professionali, infortuni, vicinanza al pensionamento, contratti a tempo, appalti e forniture. Per sdrammatizzare le cause di riduzione dell’organico, tutte le carte sono illustrate con caricature.

A ogni carta giocata deve corrispondere una adeguata di un altro giocatore. Se chi deve giocare non ha una carta corrispondente per settore o livello, può passare la mano. Se ce l’ha, può licenziare.

Il gioco sta avendo in Francia, dove è distribuito dalla società Arplay, un grande successo. Alla prima uscita sotto Natale ne sono stati venduti 3000 esemplari e il rincalzo di 10.000, dopo la rottura di stock, ha consentito subito vendite per altri 4.500.

«Plan social» rappresenta attualmente il 50% delle vendite dei giochi di società tradizionali del distributore.

Al Salon professionnel du jeu, svoltosi a Parigi in gennaio, grandi sono state la curiosità e le polemiche, che hanno accompagnato la sua presenza. Ma lo scopo del produttore e del distributore è di denunciare le pratiche ricorrenti di riorganizzazione e licenziamenti, di fare toccare con mano come imprenditori e manager possono diventare indifferenti davanti alle tragedie che le loro decisioni provocano.

[Riprodotto da: Iriospark]

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