Leggere [Bene] i Numeri del NYTimes

I dati diffusi ieri dal «The New York Times» sui suoi risultati economici nei primi nove mesi del 2012 confermano quello che, utilizzando una metafora, ho da tempo deciso di definire il dilemma del prigioniero, pietra miliare della teoria dei giochi che illustra egregiamente il falso paradosso della probabilità contro la logica. Un modello che pare perfettamente calzante all’attuale difficoltà di definire se e come sia possibile rimpiazzare i ricavi della carta con quelli del digitale.

Rispetto allo stesso periodo del 2011 i ricavi pubblicitari registrano una flessione del 7,1%, con un calo del 10,9% per la versione cartacea accompagnato, altrettanto dal calo per la versione online/digitale del 2,2%.

Nello stesso arco temporale gli intrioti dalle vendite del quotidiano crescono dell’8,5%. Vi sono attualmente 566,000 abbonamenti a NYTimes.com mentre le copie del cartaceo si aggirano intorno alle 780mila nei giorni feriali e raggiungono 1,27 milioni di copie la domenica.

Tendenza che si era già evidenziata, seppur in maniera meno accentuata, nel trimestre precedente.

Questi numeri, personalmente, mi dicono alcune cose che vorrei condividere e sulle quali, spero, di aprire un confronto leale e costruttivo. Come si suol dire, i miei 2 cents.

Se calano anche i ricavi dall’advertising online significa che continuano ad esserci tensioni sui listini anche per un grande quotidiano. Guerra dei prezzi, per usare un termine forte, determinata essenzialmente dalla percezione, sia da parte delle persone che degli investitori pubblicitari di uno scarso, ridotto valore rispetto ad altri media come era già emerso con chiarezza anche dal report della Nielsen sul tema.

Dall’altro lato, anche se putroppo il NYTimes non fornisce lo spaccato dei ricavi dalla versione cartacea e da quella online/digitale, pare che il numero delle persone disponibili ad attivare un abbonamento alla versione online si stia plafonando nonostante la forte promozionalità effettuata dal quotidiano statunitense. Inoltre, gli abbonamenti all’edizione digitale del «The New York Times»  rappresentano comunque “solo” il 30% degli abbonamenti dell’edizione cartacea il cui prezzo ad inizio marzo è stata aumentato di altri 50 centesimi arrivando a 2,50$ a copia [5$ la domenica]. Visti i rapporti di copie e di prezzo è molto probabile che in realtà la crescita dei ricavi dalle copie vendute sia per la maggior parte generata dalla versione cartacea.

Siamo in un periodo storico in cui si parla molto di dati, e di open data. Impariamo a leggere bene i numeri.

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