Condivisione, Fiducia & Responsabilità

La proposta lanciata un paio di giorni fa in questi spazi di di stilare un decalogo, partendo dalla base offerta da Timu, una sorta di codice di autodisciplina prima di restare schiacciati non solo sotto il peso dell’infobesità ma anche di quello delle bufale, ha già raccolto un’adesione fin oltre le aspettative, segno evidente che esiste la percezione diffusa del problema.

Sino a questo momento hanno manifestato il loro interesse e disponibilità a co-elaborare Gigi Cogo, Pino Bruno, e Nicola D’Agostino.  Ulteriori dimostrazioni di interesse in Rete sono state manifestate su Facebook e da parte degli amici di LSDI ed anche di chi ne ha fatto propria la visione proposta.

Come ho avuto modo di sottolineare in precedenza , l’idea di responsabilità, sorpassando il concetto di colpa – perdono che spesso innesta una spirale viziosa, implica sia la facoltà di operare che la volontà di rendersi garante dell’azione , deve essere il concetto guida per guardare con prospettiva al futuro. In tal senso, l’idea di Response Ability è idealmente superiore a quella, già importante, di responsabilità. Implica, infatti, oltre ai concetti propri della responsabilità, da un lato, l’idea di non riversare i fatti colpevolizzando qualcun’altro, e, dall’altro, l’idea di essere in prima persona proattivi, con volontà e capacità risolutiva.

Idea di responsabilità che Luca De Biase sottolinea nel rimarcare il senso dell’iniziativa di Timu che ho citato come base di partenza

Ulteriore evidenza della necessità di un codice di autodisciplina, dunque volontario, arriva da quanto riportato da Gigaom che racconta il caso di una banca svedese seriamente danneggiata da rumors, infondati, diffusi in Rete.

L’eccesso di facilità, spesso di faciloneria, con la quale vengono condivisi i contenuti online [lo dico da “link pusher” come mi ha simpaticamente definito l’amico Gianluca Diegoli] richiede corrispondenza tra generosità e responsabilità.

Nel momento in cui, anche nel nostro Paese, il Web ottiene un credito, una fiducia superiore ad altri media sottovalutare la portata e l’impatto della diffusione crescente, al pari dell’utilizzo, di “bufale”, rischia di instaurare dinamiche pericolose che certamente tutti coloro che tengono ad una informazione tanto libera quanto responsabile non devono trascurare.

Non si tratta di criminalizzare la Rete e i social network, come viene invece fatto spesso con altrettanta faciloneria, nè di escludere da questo processo i media tradizionali ovviamente, che di fatto stanno già pagando la perdita di credibilità a caro prezzo, letteralmente.

Le persone che leggono i nostri blog, le nostre segnalazioni sui diversi social network, [quasi sempre] in buona fede condividono ulteriormente quanto proposto poichè hanno fiducia in noi. E’ ora di assumersi la giusta responsabilità personale che la concessione di fiducia da sempre implica.

E’ su queste basi che vorrei collavorare al codice di autodisciplina.

5 commenti

Archiviato in Passaggi & Paesaggi, Scenari Editoriali

5 risposte a “Condivisione, Fiducia & Responsabilità

  1. Suggerisco un primo punto: selezione.
    Selezione prima di scrivere un articolo, selezione prima di condividere qualcosa, selezione prima di decrivere e commentare qualcosa che valga davvero tempo e attenzione.

    nda

  2. Caro Pier, la cosa mi stuzzica anche in funzione dei dati publbicati ieri: http://twitter.com/#!/webeconoscenza/status/146364772236009472
    Non vorrei che questa società TELECRATICA cadesse nello stesso errore di mitizzare i social come fonte alla stregua del cattivo esempio televisivo

  3. Pingback: Condivisione, Fiducia & Responsabilità - Il Giornalaio | giornalismo digitale | Scoop.it

  4. Pingback: A generare i ricavi online è la distribuzione dei contenuti « EJO – European Journalism Observatory

  5. Pingback: Un problema di fiducia & responsabilità: le marchette lasciamole ad altri

Lascia un commento