Le Pagine Viste Sono Morte

Che le pagine viste siano morte è una tesi che circola sempre più insistentemente. Dopo Paps Shaikh, General Manager Europa di Say Media, in una interessante disamina su come le pagine viste, il parametro attualmente più utilizzato come metrica per la vendita pubblicitaria online, non siano un indicatore di qualità, non siano indice da tenere in considerazione nè per gli editori nè per gli investitori pubblicitari, per le aziende, è ora Sam Slaughter, Vice Presidente di Contently ad affermarlo.

Nell’articolo pubblicato su «Digiday» spiega, o forse per meglio dire ricorda, che:

Inseguire le pagine viste è quasi universale nel mondo dei media digitali, e porta ad una esperienza utente quasi universalmente schifosa. E alla fine della giornata alienare le persone che vuole raggiungere non è certo l’uso più efficace di investire dollari di pubblicità per una marca. Solo perché qualcuno ha visto un annuncio non vuol dire che è piaciuto, e sicuramente non significa che gli sia piaciuto il marchio che ha pagato per questo.

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I brand si stanno rendendo conto di questo, e  stanno spostando i loro investimenti pubblicitari lontano da banner pubblicitari e verso i contenuti originali di qualità. Gli editori che hanno costruito il loro business e le strategie editoriali intorno banner e pagine visualizzate a buon mercato sono costrette rivedere questo approccio o corrono il forte rischio di essere lasciati indietro.

A questo si aggiunga che negli Stati Uniti [ma forse anche in Italia?] in molti casi si ricorre a “siti specializzati” nel fornire traffico. Sul tema era già intervenuto Mike Shields che dalle colonne di «Adweek» aveva parlato da metà marzo in poi  dell’argomento segnalando alcuni “ghost site”, siti fantasma  che popolano la Rete con i BOT per arrivare a quantificare quella che di fatto è una frode in 400 milioni di $ identificando in particolare sei siti responsabili.

Oltre agli effetti disastrosi sulla qualità dell’informazione online che la logica delle pagine viste ad ogni costo, pur di monetizzare, implica, è il modello di vendita stessa a dover cambiare.

Se fino ad oggi gli editori, e le loro concessionarie di pubblicità, sono state prevalentemente venditori di colonne e poi di pixel è giunto adesso il momento di trasformarsi in consulenti di comunicazione nel senso proprio del termine. Si tratta di una tendenza già in atto che sta divenendo anche ulteriore elemento per generare ricavi addizionali.

Se posso dirlo è un percorso da adottare ora o, forse, mai più.

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2 commenti

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2 risposte a “Le Pagine Viste Sono Morte

  1. Pingback: Il nuovo avanza ma a fatica : EJO – European Journalism Observatory

  2. Paolo C. Milano

    mah… cose intuibili e forse già viste: paragonandosi all’editoria negli anni sono maturati sistemi di rilevazione qualitativi oltre che quantitativi. Nel web nulla ancora sotto il sole ma penso/spero che ci si dovrebbe arrivare velocemente

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