L’Economia dei [Broken] Links

Sergio Maistrello recentemente tesse le lodi di questo spazio del quale dichiara di apprezzare contenuti ed idee. Per un modesto giornalaio di provincia ricevere riconoscimenti da giornalisti di autorevolezza riconosciuta è certamente gratificante, inutile negarlo.

Non è questo il punto però.

Come dicevo a commento dell’articolo, come “sottoprodotto” delle riflessioni di Sergio Maistrello emerge un aspetto che credo valga la pena di riprendere ed ampliare.

La mia idea di inserire una breve descrizione deriva, come dicevo, dall’aver rilevato che la grandissima maggioranza dei lettori non segue [non “clicca”] i link e poiché i collegamenti inseriti non sono solo segnalazione ma anche contestualizzazione ho ritenuto opportuno prevedere una breve sintesi che aiuti il lettore a comprenderne il senso.

Sembrerebbe che questa dinamica non sia esclusiva del “Giornalaio” essendo stata osservata e rilevata in maniera sufficientemente diffusa da spingere Giuseppe Granieri a parlare di blogosfera molle.

Le concause di questo fenomeno, apparentemente tutto italiano, sono state sintetizzate da Granieri nel suo articolo e dalle riflessioni che ha generato verso il finire dell’anno scorso. Mi pare che sia opportuno allargare la visione valutandone oltre che le [con]cause le implicazioni.

Due i punti focali di attenzione e [ri]considerazione, in sintesi:

  • Socializzazione della notizia: Se, come si è sostenuto anche in questi spazi, la costruzione della notizia è sociale in termini di partecipazione dell’utenza, tanto da parlare diffusamente di economia dei link in riferimento alla rete, il decremento in termini di valore che presuppone quella che che più che una disseminazione della stessa sembra una dispersione è elemento che richiede ripensamenti sui modelli di business del futuro dell’informazione.
  • Readership e [Dis]Attenzione: Le notizie on line, i quotidiani on line e tutti gli attori che producono informazioni, blogopalla inclusa, godono di un livello di attenzione, in termini di approfondimento, che parrebbe scarso, di basso livello. Anche questo non può non essere considerato in termine di valore.

Se i mercati sono conversazioni, quello dell’editoria on line pare di scarso valore, non tenerne conto, facendo riferimento solo alle esperienze di altre nazioni dalle caratteristiche profondamente distinte, potrebbe essere fatale.

Lascia un commento

Archiviato in Comunicazione, Scenari Editoriali

Lascia un commento