Il passaparola, non c’è ricerca che non lo confermi, è il mezzo più potente, più autorevole per le persone. La comunicazione da pari a pari funziona meglio di qualunque altro mezzo, il passaparola è il veicolo più efficace e le persone hanno maggior fiducia in quello che dicono altre persone come loro. E’ per questo che le imprese cercano con tutti i mezzi di facilitare questo processo sia direttamente che attraverso i cosiddetti influencers.
In quest’ottica le condivisioni su social network e social media sono fondamentali. Le condivisioni sui social network sono elemento di sempre maggiore rilevanza nell’attuale ecosistema dell’informazione. Le condivisioni creano notorietà di marca, e costruiscono fiducia, grazie al passaparola online degli utenti sul valore di un brand o di un giornale per quanto riguarda più direttamente il comparto editoriale.
Su Nieman Journalism Lab sono stati pubblicati i dati su quante condivisioni vengono generate su Twitter attraverso l’utilizzo dei “bottoni” al fondo degli articoli [si anche di questo].
Sono stati presi in esame 37 siti, per tutti, tranne due [«The Globe and Mail» e la CNN], a confronto con la medesima analisi svolta nel maggio 2012, si rileva una diminuzione della percentuale di tweet generati dai bottoni. Nel maggio 2012, una media del 20,02% di tweets erano provenienti da quei pulsanti. nell’analisi condotta questo mese si è scesi al 12,61%.
Difficile dire quali siano le cause di questo fenomeno, se si tratti del maggior consumo da smartphone dove spesso i siti non inseriscono [perche?] i bottoni, o se invece si tratti di una maggior diffusione di applicazioni dedicate quali Tweetdeck o HootSuite. Di fatto la rilevanza dei bottoni scende e andranno dunque trovate nuove strade, nuove forme per favorire la condivisione da parte delle persone.
Come si suol dire proprio su Twitter, sapevatelo.
Sul tema delle condivisioni, da leggere assolutamente, se ve lo foste perso, l’articolo di Giuseppe Granieri per «La Stampa» “Le regole del contenuto e della condivisione”