In Blog we Trust

I blog sembrano essere diventati l’ultima scialuppa di salvataggio delle versioni on line dei principali quotidiani on line.

Il fenomeno, come sempre più frequentemente avviene, pare essere di carattere internazionale.

Dopo le iniziative del NYTimes e del Guardian, tra i media di fama internazionale, si aggiunge El Pais che, secondo quanto segnalato da Periodistas 21 dell’ottimo Juan Varela, scommette sui blog per rilanciare il processo di convergenza editoriale del << periodico global en español  >> di Madrid.

Negli ultimi giorni, infatti, El Pais ha inaugurato tre nuovi blog, tra i quali va segnalato, per chi si occupa a vario titolo di editoria e media, l’interessantissimo Estrategia Digital.

La tendenza non pare essere appannaggio solo dei quotidiani esteri ed anche in Italia vi è una fervente attività al riguardo. Tra tutti il giornale torinese pare essere il più attivo con la recentissima inaugurazione di una sezione dedicata al meglio della blogosfera internazionale grazie alla collaborazione con Global Voices.

Il fenomeno ha già creato l’ennesimo neologismo ed i Journoggers, questo il termine coniato per definire i giornalisti – blogger, sono ormai un fenomeno relativamente diffuso anche nel nostro paese.

Si tratta di iniziative ancora in una fase sperimentale di difficile comprensione a tromboni ed indossatrici di pailletes.

Personalmente non posso che augurarmi che non si tratti di una moda passeggera, di un tentativo, ma che si possa finalmente contare su una schiera di giornalisti d’avanguardia in grado di comprendere e dialogare con le fasce più evolute dell’utenza on line.

Per completezza di visione, vale la pena di segnalare quanto affermato di recente da Biz Stone, uno dei fondatori di Twitter, che, giustamente, pare ricordi come “ I media sociali sono paragonabili a quelli tradizionali: la credibilità è la chiave”.

Dimenticarsene sposterebbe l’asse del ragionamento da “in blog we trust” a “in blog we hope”, le conseguenze per le versioni on line dei quotidiani potrebbero essere davvero catastrofiche in tal caso.

9 commenti

Archiviato in Comunicazione, Scenari Editoriali

9 risposte a “In Blog we Trust

  1. Pingback: In Blog they Trust

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  4. elena

    Forse è un problema del mio Mac o del mio Firefox ma vorrei far notare che sul sito della Stampa che citi, i nomi dei traduttori sono circa tre volte più grandi dei nomi dei blogger originali.
    Questa cosa mi sembra triste e molto italiana.

  5. pedroelrey

    Carissima Elena,

    Sei attenta, molto attenta.

    Il problema non è nel browser, succede a me lo stesso con Chrome.

    Grazie della segnalazione nella fretta era un dettaglio che mi era sfuggito e si sa i dettagli fanno la differenza.

    Un abbraccio

    Pier Luca

    PS: Ho girato la tua segnalazione prontamente.

  6. La segnalazione ha colpito nel segno! Ora il font è quantomai democratico per tutti i contributor 😀

    Brava, dunque, La Stampa: possiamo dire che è il quotidiano italiano che sta maggiormente spingendo sull’innovazione di prodotto?

  7. pedroelrey

    La Stampa all’esterno sta facendo un buon lavoro sicuramente. Dovrebbe riuscire ad uscire dall’immagine di quotidiano locale [come del resto in parte anche il Corsera] per affermarsi ulteriormente e, dalle informazioni che ho, porre maggiore attenzione all’interno alle risorse che possiede.
    Ciao.
    PLuca

  8. Sono d’accordo con Pierluca. Anche a me La Stampa dà l’impressione di essere un giornale in crescita. Anche la versione cartacea è maggiormente priva, rispetto ad altri giornali, di pagine inutili. Non capisco altre scelte come la sospensione del settimanale Specchio (S+) che, a mio parere, ha sempre proposto reportage interessanti e ben argomentati.

  9. Blog… quale sarà il nuovo paradigma?
    Mi sembra che stiamo parlando del vecchio!
    Già fb, che non è nuovo, soppianta i blog!

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