Tra giugno e luglio di quest’anno è stato effettuato da Oriella PR Network [network internazionale che raggruppa 15 agenzie di Pr in 20 paesi del mondo] un sondaggio che ha coinvolto 354 giornalisti di Belgio, Francia, Germania, Spagna, Svezia Olanda e Gran Bretagna per monitorare l’impatto della digitalizzazione dei media e della crisi sul giornalismo europeo.
La sintesi dell’indagine è stata diffusa non più tardi di venerdì scorso., Nonostante il nostro paese non sia rappresentato, i risultati sono d’interesse per chi è’ coinvolto, direttamente o indirettamente, rispetto al tema generale oggetto del survey on line.
Se fossi stato chiamato a dare il titolo della ricerca [European Digital Journalism Study – The digitalisation of media, the recession – and the impact on the PR industry] avrei scelto: Son contento di morire ma mi dispiace che, mi pare, sintetizzi quanto sembra emergere dai risultati.
Con la massima sintesi possibile, le principali evidenze raccolte e commenti:
La crisi degli investimenti pubblicitari è il fattore che maggiormente colpisce gli intervistati che in oltre il 50% dei casi riscontra cali superiori al 10%. Non viene fatto cenno delle diffusioni e dei lettori!
Per circa un terzo degli intervistati la crisi economica che sta attraversando i media tradizionali porterà ad una uscita dal mercato molte testate, con una punta del 75% in Gran Bretagna.
Oltre il 60% dei giornalisti del panel ritiene che la carta stampata si ridurrà sensibilmente in futuro, si arriva ai due terzi degli intervistati in Germania, Svezia e GB. Inoltre per il 54% dei casi si ritiene che la carenza di risorse economiche influenzerà negativamente la qualità del giornalismo.
Oltre la metà del campione [53%] ritiene che l’ on line sia ben lungi da essere un modello di business profittevole.
In circa il 60% dei casi la versione tradizionale [off line] mantiene l’audience maggiore. A conferma.
Oltre un terzo delle pubblicazioni ha un canale di comunicazione via twitter; Gran Bretagna al top con quasi il 70%.
Solo nel 16% dei casi i contenuti pubblicati on line sono originali, mentre per la maggioranza sono riproduzioni/adattamenti della versione tradizionale.
La natura del lavoro di giornalista è in evoluzione e come tutti i momenti di cambiamento presenta luci ed ombre nel vissuto e nella pratica dei giornalisti europei. Il Grafico di sintesi sottostante ne rivela gli aspetti salienti.
L’approccio all’ on line ed ai social media continua ad essere prevalentemente di tipo tradizionale con la stragrande maggioranza dei casi nei quali la comunicazione e di tipo mono direzionale. In meno di un quarto dei casi si citano i blog/blogger che però vengono usati in oltre due terzi dei casi come fonte informativa. Anche twitter, che come sopra riportato, rappresenta il principale canale sociale di comunicazione è utilizzato come veicolo promozionale con i link agli articoli presenti nel sito e non come scambio di informazioni effettivo.
I giornalisti utilizzano [e vengono a loro richieste] le possibilità multimediali che il web offre ma oltre il 66% dei rispondenti non ha ricevuto alcuna formazione per la creazione di contenuti con i “new media”. Crollo del supporto formativo in Benelux, Spagna e Svezia con ben il 95% di autodidatti.
Sorprendentemente, stante il panorama di crisi economica e di cambiamento del ruolo, oltre il 40% dei rispondenti ritiene che la qualità del giornalismo sia migliorata e, complessivamente, l’84% si dichiara ugualmente contento o, addirittura, più contento del proprio lavoro.
Insomma, come dicevo in apertura, son contento di morire ma dispiace …. mi dispiace di morire ma son contento.
A margine si segnala infine che, come spesso avviene, non tutte le chiavi di lettura sono uguali.
Pingback: I giornalisti europei amano il proprio lavoro e sono ottimisti sul futuro | LSDI
Sappi che le tue letture mi stimolano. E ieri ho approfondito (delirando) anche sull’epidemia che sta attanagliando blogger storici. Stanno morendo o si stanno suicidando?
Forse immaginavano il grande salto verso i lidi prosperi???? e durevoli???? della carta stampata?
Caro Gigi,
Come ho avuto modo di dire altre volte il conflittuale rapporto blogger – giornalisti è riassumibile nel termine controdipendenza. Grazie del complimento che so sincero.
Spero di riuscire a venire al Veneziacamp….lavoro
permettendo.
Un abbraccio.
PLuca
Ti aspetto. Puoi anche scegliere il giorno di chiusura e porti la piccola creatura a vedere la Laguna.
Ciao